E riprendiamo dopo la pausa estiva. Bentornati, ovunque siate stati. Presumibilmente in grande maggioranza sugli scogli, i picchi o le alture di un Paese unico nelle sue bellezze. Il nostro. È stata una stagione calda assai, ma non tranquilla. Inutile ripetere le notizie relative alla pandemia, note a tutti. Inutile tornare sull’irresponsabilità di chi, spesso – come si dice – opinion leader, ha fatto professione di arrogante dileggio delle più elementari misure di sicurezza mettendo a repentaglio la sua salute e quella di tanti altri, come è avvenuto in qualche resort o discoteca della Sardegna. Rimane permanente il rischio del contagio da ferie sconsiderate o movida sconsiderata o cattivi maestri sconsiderati. D’altra parte non sempre il denaro o la fama si collegano all’intelligenza, ed ancor più di rado alla coscienza. Dunque, abbottonati: maggiore o minore che sia la letalità del virus, alta o bassa che sia l’età media dei contagiati, conviene mantenere in modo ragionevole le cautele che da mesi sono diventate nuove abitudini di vita e codici di precauzione.
Estate calda nel mondo e nella nostra dolce striscia che unisce le Alpi alle isole. Al di là, guerre, tensioni ed orrori di varia natura: esplode di nuovo l’America, dopo il killeraggio di un poliziotto delinquente che ha sparato a freddo e senza nessuna ragione sette colpi di pistola alla schiena di un giovane uomo di colore davanti ai suoi tre bambini, e dopo l’omicidio immotivato di altre due uomini di colore da parte di un precoce assassino – 17 anni – armato del solito “fucile d’assalto”, che sembra faccia parte del desiderio compulsivo di tanta parte dei consumatori degli States: “Mi dia quella lavatrice, poi il frigorifero, aggiunga il televisore e il fucile d’assalto; mi raccomando, che sia l’ultimo modello”. Poi le tensioni in Bielorussia fra un presidente discusso e un’opposizione in apparenza assai ampia, con alle spalle Russia e Nato che giocano a risiko e con tutti che dicono agli altri che non bisogna ingerire nelle vicende interne di un Paese sovrano. Poi le provocazioni di un Erdogan sempre più spavaldo, che manda le sue navi nel Mediterraneo orientale in aperto contrasto con gli interessi (e con le navi) greche, per appropriarsi delle gigantesche risorse energetiche sottomarine; un conflitto antico, quello con la Grecia, e un sogno moderno da parte del despota turco: un nuovo impero ottomano; il tutto nel silenzio dell’Ue e della Nato; colpo di stato in Mali, martoriato da anni agli attentati degli jihadisti, dove la decolonizzazione non si è mai pienamente compiuta, perché di fatto la Francia ritiene quel territorio sua zona d’influenza. Per non parlare dell’infinito conflitto israelo-palestinese.
Questo, oltreconfine. Da noi, niente di nuovo sotto lo stellone: polemiche infinite sull’intero scibile governativo. Batte cassa da mesi la controversia sulla riapertura delle scuole con relative precauzioni anticovid: dalla mascherina agli studenti all’ombra di banco (monoposto). Confindustria con i consueti modi diplomatici (“il governo è andato in ferie”) non trova requie nel chiedere finanziamenti all’esecutivo per le imprese e possibilmente solo per loro perché i finanziamenti a pioggia sono soldi buttati (per capirci: quelli per la sopravvivenza di chi – lavoratori o piccole imprese – è alla canna del gas), salvo scoprire che una modernissima impresa milanese tutta modernità, tecnologia ed ecologia, che impiegava un centinaio di lavoratori stranieri è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza nei giorni scorsi per caporalato, salari da fame, minacce di licenziamento, vessazioni, precarie condizioni igieniche e di sicurezza, ovvero che un numero rilevantissimo di imprese ha intascato la cassa integrazione pur mantenendo al lavoro i dipendenti. Quanto basta per preoccuparsi dei fondi provenienti dall’Unione Europa, affinché questi servano davvero a bonificare il vasto mare del bisogno da parte dei lavoratori dipendenti ed autonomi, oggi in gravissima difficoltà, ed anche – certo – delle imprese medie e grandi, avendo però l’accortezza, in tale vasto mare, di evitare accuratamente qualsiasi contatto con gli squali.
E poi il referendum, vero campo di Agramante, nel quale sorgono ogni giorno nuove e pesanti contraddizioni fra partiti e negli stessi partiti. Il voto bulgaro che aveva approvato in parlamento la riforma per la riduzione del numero dei parlamentari sembra parzialmente dissolto, mentre cresce nel Paese un’opposizione ragionevole e ragionata in base a un principio unificante: no al taglio (aggiungo: ennesimo e ulteriore) della rappresentanza. Perché, al di là della propaganda, per alcuni aspetti è un film già visto. Il titolo del film è: “Come diminuire la funzione del parlamento affermando che lo si vuole migliorare”. E questo è anche un nostro impegno, intendo di Patria Indipendente e in primis dell’Anpi, affinché si contrasti la deriva populista/qualunquista della “casta”, delle “poltrone”, dei “soldi buttati” (per la democrazia), si restituisca alle istituzioni democratiche dignità e rispetto e si conferisca finalmente al Parlamento una centralità reale ed una altrettanto reale capacità di rappresentare il popolo italiano, doti che si sono smarrite negli ultimi decenni. Fa piacere che nella sempre più ampia compagnia del “No” si sia aggiunta di recente la voce di Romano Prodi che ha fra l’altro scritto: “Il vero problema non sta nel numero, ma nel modo con sui i parlamentari vengono eletti”.
Poi ci sono i fascisti, la Bestia che impesta e avvelena, a cui è stato schiacciato il corpo, ma non ancora la testa, e che da tempo striscia fra le pieghe del dolore della società italiana trovando spesso sponde, ammiccamenti e complicità fra i cosiddetti sovranisti. Emblematico è il caso dell’individuo di Fondi, candidato alle elezioni comunali in una lista a sostegno di Fratelli d’Italia; costui si proclama ufficialmente naziskin, negazionista, omofobo, antidemocratico, anticostituzionale, anticomunista, antisemita, con tanto di foto col vessillo di Forza Nuova. Escluso (ma non necessariamente) il Trattamento Sanitario Obbligatorio, si propone e si impone che la magistratura faccia qualcosa, non foss’altro che per rispetto della legge Mancino e della legge Scelba. E comunque la grottesca figura di questo candidato incarna quell’universo di neofascismi e di correità che l’Anpi non si stanca mai di denunciare affinché finalmente (è tardi, ma non è mai troppo tardi) la galassia nera venga messa fuori legge.
Bentornati dunque, e a voi tutti un invito: se ancora non lo avete fatto, voi donne e uomini, voi ragazze e ragazzi, voi antifascisti, chiedete la tessera dell’Anpi. È un’assicurazione di democrazia e di antifascismo in un tempo oscuro in cui c’è chi lavora per assassinare di nuovo Martin Luther King: disse “Io ho un sogno”. Vogliono trasformarlo in un incubo.
Pubblicato venerdì 28 Agosto 2020
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