Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e merito

Il ministro Valditara ieri ha in sostanza dichiarato che il gregge insegnante deve stare attento ad aprire bocca e penna, pena il suo allontanamento se non addirittura il ludibrio. “Lettera impropria, ridicola, una iniziativa strumentale che esprime politicizzazione. Un atto di propaganda”.

E in questo ultimo passaggio si segnala un secondo punto forse ancora più inquietante.

Ricordare cosa fu il fascismo, la sua origine e il suo sviluppo violenti denuncerebbe un’appartenenza politica. Ecco, se fossimo in presenza di uno sprovveduto qualsiasi ci si potrebbe anche passare sopra senza troppo agitarsi ma essendo il proferente un ministro della Repubblica qui casca il gravissimo marcio.

L’ antifascismo è il cuore generante e pulsante della Costituzione (su cui Valditara ha giurato), il cemento della convivenza civile, l’antifascismo è dalla parte di tutte e tutti. E una preside che mette gli studenti in una condizione di conoscenza e consapevolezza per attrezzarli culturalmente fa semplicemente il suo dovere.

“Nessun pericolo fascista”. Sì ministro, prima che lei tacesse su quell’aggressione squadrista davanti a un liceo.

Prima che minacciasse provvedimenti contro la libera iniziativa di Annalisa Savino, cittadina ed educatrice al massimo livello.

Prima di questa pessima, diffusa, sensazione di complicità dell’Istituzione.

E il popolo dei diritti e della buona storia, l’ANPI con il puntuale tuono del suo presidente, si sono mobilitati.

Lo scardinamento della normalità costituzionale ha passato il limite.