È del luglio 2014 la firma del primo protocollo di intesa fra ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Anpi, con il quale l’allora titolare del dicastero Stefania Giannini e l’allora presidente (oggi emerito) Carlo Smuraglia diedero inizio a un percorso che ha visto, nel tempo, i rinnovi del 2017 e del 2020.
Anni di impegni e cambiamenti, durante i quali a Viale Trastevere si sono susseguiti ministri appartenenti a partiti diversi e, in ultimo, la trasformazione stessa del ministero. Tuttavia, nonostante i percorsi politici che hanno attraversato la società e gli aspetti organizzativi, non è cambiato il principio generale del protocollo: promuovere e sviluppare progetti didattici nelle scuole per divulgare i valori della Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale.
La nostra associazione ha sviluppato in questi anni rapporti solidi col ministero e, attraverso il protocollo, ha contribuito a stimolare diverse realtà territoriali, in particolare nei territori in cui l’ingresso dell’Anpi negli istituti scolastici non era così scontato. In quelle scuole, invece, in cui le collaborazioni avevano già carattere di continuità, è stata l’occasione per sviluppare diversi approcci e modalità, per ampliare e intensificare i rapporti.
Il presidente Smuraglia, dopo la firma del 2014, suggerì la prospettiva di un impegno che doveva continuare nel tempo: «questa firma assuma una grandissima importanza rispondendo a una esigenza profonda che emerge dal mondo della scuola e che assicura un’attività continuativa in favore della cittadinanza attiva».
E aggiunse: «Non intendo esagerare, ma si tratta di un evento di portata (quasi) storica. Una collaborazione effettiva tra Miur e Anpi nazionale per introdurre nelle scuole più storia recente, più conoscenze sulla Resistenza e sulla Costituzione, più educazione civica, è da tempo richiesta e sollecitata da tanti, come uno dei momenti fondamentali per la formazione delle nuove generazioni. Personalmente, confesso che è una delle più grandi soddisfazioni che ho avuto da quando occupo la carica di presidente dell’Anpi e sono lieto che tanti la possano finalmente condividere con me».
Una dichiarazione che risulta attuale ancora oggi, dopo la firma del protocollo Anpi-ministero dell’Istruzione per il triennio 2020-2023, siglato dalla presidente Carla Nespolo (e, purtroppo, divenuto il suo ultimo atto ufficiale) e dalla ministra Lucia Azzolina.
Dopo tutti questi anni, dunque, è necessario sviluppare una considerazione sulla responsabilità che esso ci invita a praticare. Certo, per la nostra storia è fondamentale che il ministero riconosca l’Anpi come soggetto titolato a trattare gli argomenti sanciti nel documento. Nello stesso tempo, per l’associazione dei partigiani è necessario trasformare le pagine del protocollo in uno strumento di riflessione su quello che può essere il nostro contributo, non solo ai fini dell’accordo, ma rivolto all’associazione tutta e ai cittadini.
Il protocollo rappresenta un riconoscimento per il forte impegno profuso nel valorizzare la storia e le vicende dell’antifascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della guerra di Liberazione, nel far conoscere a fondo la Costituzione e contribuire alla formazione dei giovani non solo sul piano culturale, ma anche sotto il profilo del civismo e dei sentimenti concretamente democratici. Esso, dunque, consegna alla nostra associazione la responsabilità di approcciare alle tematiche storico-culturali e civili, con salde conoscenze e dimestichezza di intervento. Perciò diviene prioritario, per tutti coloro che si riconoscono in questo lavoro e vi partecipano attivamente, continuare a formarsi, ad interessarsi e ad approfondire.
“Offrire alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado un sostegno alla formazione storica, dalla documentazione alla ricerca, per lo sviluppo di un modello di cittadinanza attiva”, come ribadito dal protocollo, è il mandato impegnativo che ci sentiamo di dover soddisfare. La formazione dei cittadini è, infatti, uno dei problemi fondamentali del nostro Paese. Per l’Anpi, che è parte della storia e vive nella storia, si tratta di mettersi a disposizione per contribuire alla costruzione di una adeguata preparazione culturale.
L’origine, lo sviluppo e il ruolo sociale e politico dell’Anpi nel corso del tempo, possono essere lo stimolo per interpretare il clima morale ed i fatti che hanno determinato e contraddistinto l’origine dell’antifascismo, il periodo della Resistenza e la nascita della Costituzione. Accompagnare e sostenere il lavoro degli insegnanti attraverso la testimonianza della nostra identità, dunque, è un proposito da perseguire. La modalità per avvicinarsi ai grandi temi, che altrimenti rischierebbero di rimanere solo parole di un libro, è quella di chiamare direttamente in causa gli studenti e domandare cosa rappresentino per loro termini come antifascismo, Resistenza, Costituzione e democrazia. Insieme, con l’aiuto delle conoscenze già sedimentate nel regolare corso di studi, si può ripercorrere la strada che ha portato alla costruzione dell’attuale società. Ciò che l’Anpi può fare è mettere a disposizione un patrimonio di memorie che, una volta elaborate e approfondite, possono far compiere un piccolo passo avanti verso la consapevolezza del compito che spetta a ognuno: tentare di migliorare il presente.
Fin qui qualche spunto, qualche riflessione per dire che il lavoro culturale dell’Anpi ha prospettive di futuro se, anche per la parte riguardante il nostro rapporto con l’istituzione scolastica a tutti i livelli territoriali, dimostriamo la dinamicità e la capacità di stare nel tempo con i cambiamenti che i tempi richiedono, senza mai uscire dal mandato statutario che anche il protocollo riconosce: “valorizzare il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i caduti e perpetuarne la memoria”.
Un protocollo che condivide con lo statuto dell’associazione anche la promozione tanto di “studi intesi a mettere in rilievo l’importanza della guerra partigiana ai fini del riscatto del Paese dalla servitù tedesca e della riconquista della libertà”, quanto di “eventuali iniziative di lavoro, educazione e qualificazione professionale, che si propongano fini di progresso democratico della società”. Un impegno costante e quotidiano, orientato alla necessità comune di “battersi affinché i princìpi informatori della guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni” e, quindi, “concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione italiana, frutto della guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli”.
Tutto più che mai attuale. Buon lavoro a tutte e tutti.
Paolo Papotti, componente della Segreteria nazionale Anpi, responsabile Formazione
Pubblicato venerdì 12 Febbraio 2021
Stampato il 04/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/formazione/protocollo-anpi-miur-limpegno-continua/