Ha voluto celebrare con forza il 25 aprile anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

Per il 75° della Liberazione del nostro Paese ha inviato un videomessaggio a tutti i cittadini dell’Unione e una lettera ai partigiani e agli antifascisti italiani scrivendo una lettera alla presidente dell’Anpi, Carla Nespolo.

«La Resistenza italiana è stato un fatto di popolo che ha visto protagonisti giovani e anziani – ha detto Sassoli nel suo discorso –.  Voglio pensare che è grazie a loro, così come grazie ai Maquis francesi, o alla Rosa Bianca in Germania, che la Resistenza è diventata europea». Mai come ora ha proseguito il presidente dell’Assemblea UE «dobbiamo riaffermare i valori dell’antifascismo» per superare il momento durissimo che stiamo attraversando, perché «è ancora questa la forza dell’Europa. Ce la faremo anche stavolta, ricordando il sacrificio dei tanti». E dunque, ha concluso Sassoli, «Oggi come ieri: ora e sempre Resistenza».

Ed ecco il testo della lunga lettera e bella lettera per “gli amici dell’Anpi”, affidata all’agenzia giornalistica 9 colonne:

Foto Imagoeconomica

«Cari amici dell’ANPI,

il 25 aprile è la festa che ci ricorda i valori su cui è fondata la nostra Repubblica: l’antifascismo, la libertà e la democrazia. È il giorno in cui ogni anno, oltre a celebrare la Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione militare tedesca, si ricorda il sacrificio e la resistenza di un popolo che, stremato da anni di guerra e ingiustizie, riuscì a riscoprire la sua libertà e a riconquistare la sua indipendenza.

Oggi, in occasione del 75esimo anniversario, al doveroso riconoscimento per il coraggio di chi ha combattuto eroicamente contro il nazifascismo ed è caduto in nome della libertà e della giustizia, è necessario riaffermare con chiarezza e determinazione i valori fondanti della Resistenza che sono alla base della nostra Repubblica e della nostra Costituzione, nonché prerequisito irrinunciabile della nostra vita democratica.

Senza memoria non può esserci futuro. Sapere da dove veniamo è fondamentale per comprendere dove possiamo e dove vogliamo andare. Perché la democrazia, al pari della libertà, non è mai conquistata una volta per tutte. È un patrimonio immenso che ci è stato consegnato e che abbiamo il dovere di proteggere e di trasmettere alle generazioni future.

Fare memoria vuol dire anche riscoprirsi parte di una stessa comunità. Tra il 1943 e il 1945 le forze partigiane antifasciste mostrarono infatti la forza di ribellarsi presentandosi al mondo intero con una dignità ritrovata.

La nostra Carta costituzionale è figlia della Resistenza e del 25 Aprile ed è la pietra angolare su cui poggia la nostra civiltà e il nostro il modello sociale. I valori democratici di libertà, uguaglianza, giustizia e solidarietà scolpiti in essa costituiscono la nostra identità e il centro del nostro agire.

Ecco cosa celebriamo il 25 aprile. Non solo la sconfitta del nazifascismo ma una rinnovata unità nazionale e una democrazia finalmente aperta, con fondamento popolare, che si concretizza nella Repubblica e nella Costituzione. Celebriamo soprattutto una vittoria etica e un riscatto morale: la scelta di chi ha saputo sottrarsi al giogo dell’autoritarismo, al culto della potenza e alla forza dell’intolleranza.

L’Italia, dopo gli anni della dittatura è riuscita a riscattarsi e a promuovere insieme ad altri Paesi l’avvio del progetto comunitario.

Perché anche l’Europa è nata così: dal desiderio comune di pace, dalla forza di ideali più grandi che hanno affratellato persone lontane, ma unite nel contrastare i semi della violenza, della sopraffazione e della negazione delle libertà fondamentali.

Oggi più che mai in questo momento così difficile, dobbiamo ritrovare quello spirito. l’Europa ha di fronte a sé sfide molto impegnative. La nostra storia, di ieri e di oggi, ci insegna che non saranno gli egoismi nazionali a proteggerci. L’Europa si è formata e vogliamo continui a crescere come Comunità di cittadini, con le sue diversità, con il pluralismo politico, religioso, culturale.

Come ha scritto Umberto Eco, “la libertà e la liberazione sono un compito che non finisce mai”. A nome del Parlamento europeo voglio ringraziarvi per il vostro grande impegno nel tenere viva la memoria della liberazione, in Italia e in Europa. Insieme a voi, il nostro sforzo, la nostra lotta e la nostra responsabilità devono continuare». Firmato David Sassoli. E poi una data, 25 aprile 2020, che resterà nella memoria di migliaia e migliaia di persone nel Paese, in Europa e nel mondo.

Perché è la memoria democratica ad aver saputo inventare, in tempi di lockdown, forme inedite e mai prima così condivise di partecipazione. Una memoria democratica che ha invaso il web, riassunta  dalle note di Bella ciao. Interpretata da musicisti e artisti di ogni calibro, cantata a gran voce da balconi e finestre quasi in ogni angolo del pianeta, ha risposto in modo grandioso all’appello dell’Anpi. Perché “l’Italia ha bisogno, oggi più che mai, di speranza, di unità, di radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere un orizzonte di liberazione”.

Perché certamente ce la faremo, ma non andràtuttobene se si ricomincia come prima, se in presenza di una pandemia che ha sterminato un’intera generazione, quella delle partigiane e dei partigiani, non si eviterà di sacrificare all’altare della crisi economica altre donne e altri uomini. Perché non andràtuttobene se le basi della Ricostruzione non saranno i valori delle madri e dei padri costituenti. Non andràtuttobene se, finalmente e una volta per tutte, la Carta fondamentale della Repubblica non verrà pienamente, concretamente attuata.