L’Italia è malata, su questo non ci piove. Ma abbiamo finalmente capito qual è la malattia, come curarla, con quale medico. La malattia sono i rom e migranti (in particolare quelli con la pelle di colore molto scuro) che hanno – parliamoci chiaro – la responsabilità della crisi, della povertà dilagante, della devastante incertezza sul futuro del Paese, del sentimento di rancorosa tristezza che alberga nell’animo di tanti elettori. La cura è nell’impedire che i migranti giungano in Italia, nell’espellere coloro che già ci stanno, nel radere al suolo le baraccopoli cacciando i residenti. Il medico si chiama Matteo Salvini, un uomo – si può dire? – ruspante. Nel senso della ruspa.

È lui, finalmente, che ha risolto l’angoscioso problema del rischio di razzismo in Italia. Il razzismo, ci dice il ministro, non c’è. È solo propaganda della sinistra. Che Salvini sia razzista, neanche a parlarne, ovviamente. Può essere che alcuni alberghino tuttavia in qualche riposta parte dell’animo un dubbio in merito. Ma la perplessità si scioglie come burro in padella davanti alle recenti parole del premier Giuseppe Conte – normalmente non pervenuto – che si premura di affermare dagli States: “Salvini non è affatto razzista”. Supposto dunque che in Italia il razzismo non ci sia e che tampoco esso alberghi nel sentimento e nella ragione del ministro, ne derivano i seguenti corollari.

Un’atleta azzurra di origine nigeriana viene ferita ad un occhio da un uovo lanciato come una fiondata da un’auto. Tranquilli, non è razzismo. Un senegalese si rivolge ad un’Asl per rinnovare il libretto sanitario, ma l’impiegato gli risponde: “Qui non c’è il veterinario”. Tranquilli, non è razzismo. Una bambina rom di tredici mesi viene ferita a fucilate. Tranquilli, non è razzismo. Un operaio di Capoverde è colpito alla schiena da un colpo di carabina. Tranquilli, non è razzismo. Due giovani nigeriani che aspettano l’autobus sono feriti a colpi di pistola. Tranquilli, non è razzismo. Un ivoriano in bicicletta viene colpito al ventre da una rivoltellata. Tranquilli, non è razzismo. Un sindacalista del Mali viene assassinato a colpi di fucile. Tranquilli, non è razzismo. E così via, fra insulti, provocazioni, aggressioni, ferimenti, omicidi. Tranquilli, non è razzismo.

È iniziato un afoso mese di agosto. C’è chi trova refrigerio fra la spuma delle onde del mare, chi si ritempra nella frescura ossigenante dei boschi di montagna, chi rimane nelle città roventi ma svuotate finalmente di traffico e di frastuono. Ma una certezza accomuna tutti, villeggianti o meno. Ciò che sta succedendo in Italia da mesi, da molti, molti mesi, non è razzismo. Anno del Signore 2018, 50° anniversario della pubblicazione della rivista “La difesa della razza” e della promulgazione delle leggi razziali. Tranquilli, non era razzismo. Eia, eia, alaquà.