Sophie Scholl

“Per favore fai il maggior numero di copie di questo volantino e distribuiscile”: si chiudono con questo appello i sei volantini del movimento di resistenza clandestino tedesco La Rosa Bianca. Dietro la scrittura dei non brevi testi di ogni singolo volantino, c’è anche una ragazza a nome Sophie Scholl che, arrestata e processata, viene ghigliottinata il 22 febbraio 1943, nel cortile della prigione di Stadelheim.

In questo Paese sbandato in cui leggiamo tutti i segnali che sembrano preludere ad una nuova imminente barbarie, ci è difficile non tornare alla storia della ragazza, che, nata nel 1921 ed iscritta alla facoltà di filosofia della Università di Monaco, troppo giovane per avere una biografia, ci lascia in memoria di sé solo la sua determinazione, fortemente illuminata da un sentimento di fede, la sua fatica, poiché le copie di ogni volantino vengono stampate ad una ad una da una macchina azionata a mano da una manovella, e il suo coraggio, poiché Sophie sale al patibolo per prima, precedendo di poco il fratello Hans e l’altro componente del movimento clandestino.

In uno dei sei volantini per cui Sophie è condannata per tradimento allo Stato c’è scritto “strappate il mantello dell’indifferenza che avvolge il vostro cuore. Decidetevi prima che sia troppo tardi… Noi non taceremo, noi siamo la voce della vostra cattiva coscienza; la Rosa Bianca non vi darà pace”.

Mai come ora, in un Paese che nei propri porti chiusi all’accoglienza scrive il dispregio della Costituzione e dei diritti umani, queste parole sono quelle che anche noi sentiamo di rivolgere a chi ci cammina accanto, e gira la faccia in difesa dei propri piccoli patetici privilegi, opposti al diritto alla vita e alla dignità di quanti in ampia parte del discorso pubblico sono degradati a non-persone.

Nel ricordo di Sophie inscriviamo il nostro appello che vale per il presente, e restituiamo alla storia l’immagine della ragazza che trascina fino all’ultimo piano dell’Università di Monaco – 18 febbraio 1943 – la valigia che contiene quello che resta dei mille volantini già posati davanti alle porte delle aule e sui davanzali per gettarli giù dalla balaustra.

Perché ogni volantino deve raggiungere qualcuno, studenti professori bidelli, bussare al cervello, scuotere la coscienza, e nemmeno un frammento di quella grama carta fittamente battuta a macchina deve essere sprecato.

Ci fermiamo su questa immagine, un attimo prima che Sophie venga scoperta e condotta nell’ufficio del Rettore Wust, perché ancora non vogliamo ammettere che la determinazione, la fatica, il coraggio di Sophie, ragazza di Monaco-Europa siano stati inutili.

 Annalisa Alessio e Mario Albrigoni, Comitato provinciale Anpi Pavia