Da https://www.itismarzotto.it/esperienze-eventi/fascismo/lascuo1.jpg

L’aula magna di una scuola media, frequentata dunque da alunni poco più che bambini, affittata a CasaPound. Succede a Carcare, nel territorio di Savona, dove il Comune ha deciso di concedere ai fascisti del terzo millennio il locale più prestigioso di un istituto comprensivo statale per lo svolgimento di una conferenza dal titolo “Il meccanismo dell’Euro e i suoi effetti negativi sulle comunità locali”. All’iniziativa, in calendario la sera del prossimo 9 novembre, sono attesi tra gli altri il responsabile provinciale di CP e pure un ex candidato del partito alle ultime elezioni politiche.

A ribellarsi è il Comitato provinciale Anpi insieme alle locali Acli, la Cgil, l’Aned, ‘l’Arci e l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea: “La scuola è il luogo pubblico per antonomasia – affermano – ed è inaccettabile che chi si ispira al nazifascismo vi trovi spazio per propagandare le proprie idee che riteniamo in antitesi con i valori democratici sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza”.

Secondo il sindaco Christian De Vecchi, a guida di una lista civica appoggiata dal centrodestra, è invece tutto in regola: “Questa amministrazione, apartitica – ha dichiarato il primo cittadino di Carcare – non pone veti a nessuno, purché operi nel rispetto delle regole e della legalità. Credo continua il numero uno del Comune – che limitare la libertà di espressione sia un concetto di natura fascista, non certo il contrario”.

Peccato che in questo caso, sottolineano Anpi e associazioni democratiche “si tratti di concedere uno spazio pubblico a un movimento che, come dimostrato da moltissimi episodi in tutta Italia, propone idee che vanno oltre il perimetro delle regole costituzionali, repubblicane e di convivenza civile” e propongono “come unica risposta a tutti i problemi la guerra verso chi è più debole ed in difficoltà: in primis i migranti e gli stranieri”.

I partigiani ricordano che “nell’ultimo periodo moltissime amministrazioni comunali italiane, di tutti i ‘colori’ politici ma fermamente democratiche (non ultimi i Comuni di Parma e di Genova), hanno deciso di non mettere a disposizione spazi pubblici a movimenti o associazioni che manifestano ideologie xenofobe, razziste ed omofobe e che si ispirano, direttamente o indirettamente, al fascismo e al nazismo”.

Un’immagine di Carcare (Savona)

La richiesta all’Amministrazione è di revocare la concessione dell’aula magna e di dotarsi di una norma che vieti la concessione di luoghi pubblici a movimenti che ancora oggi si riconoscono nell’ideologia nazifascista. Infine l’Anpi savonese, auspica che “simili episodi siano utili per coalizzare tutte le realtà democratiche ed antifasciste in una grande mobilitazione nazionale per richiedere al governo e al Parlamento italiani il recepimento nel nostro ordinamento giuridico della risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2018”.

Nel documento richiamato si invitano espressamente tutti gli Stati membri ad adottare ulteriori misure per prevenire, condannare e contrastare la retorica dell’odio e i reati generati dall’odio e a contrastare la diffusione del razzismo, del fascismo e della xenofobia”, esortando “a contrastare le organizzazioni che incitano all’odio e alla violenza negli spazi pubblici e a vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalta e glorifica il nazismo e il fascismo”.

Chissà se “l’apartitico” sindaco De Vecchi lo ha almeno letto.