Col consueto stile violento e vigliacco, fatto di tanti contro pochi o di incursioni da topi d’appartamento, nella notte tra il 19 e il 20 dicembre scorso, i fascisti hanno sfondato, rotto e imbrattato lo spazio Catai a Padova, firmandosi con la sola croce che il loro analfabetismo civico consente: quella uncinata e quella celtica.

Lo spazio Catai è sede di un’associazione di promozione sociale e, da un anno, anche di Potere al Popolo; ospita aule studio gratuite, sportelli di supporto legale per lavoratori o migranti, corsi di lingua, incontri culturali, assemblee, discussioni. Luoghi, insomma, in cui si prova a rispondere a bisogni concreti, ci si prende cura dei problemi e dei diritti di tutti, si sta insieme e ci si fa forza.

L’aggressione al Catai è solo l’ultima di simili nefandezze, ricordiamo l’aggressione squadrista del settembre scorso al corteo antirazzista di Bari, le svastiche sul cartello della scuola Anna Frank di Pesaro, la distruzione della targa in memoria di Matteotti nel gennaio 2017 e purtroppo molte altre ancora. Sempre più numerose.

«I fascisti stanno alzando la testa, legittimati da un governo e da un clima politico che riprende e amplifica le loro parole d’ordine», afferma Luca Lendaro, presidente dell’associazione e membro del coordinamento nazionale di Potere al Popolo. «Ad essere sotto attacco non è mai la singola persona o il singolo spazio. Sono tutte e tutti coloro che provano a unirsi e a lottare contro le ingiustizie, le discriminazioni, le disuguaglianze: contro gli effetti di dieci anni di crisi che hanno portato più povertà e meno diritti, a politiche repressive e antipopolari in cui i governi di ogni colore politico si sono trovati d’accordo».

Ma già il giorno seguente all’aggressione, un numeroso gruppo di persone che si riconoscono nei diritti sanciti dalla nostra Costituzione e nell’antifascismo, si è incontrato alla sede del collettivo Catai per dimostrare solidarietà e vicinanza: da lì è poi partito un corteo che ha attraversato il centro di Padova. Più di 40 le associazioni che hanno aderito a questo appello contro l’odio fascista, dall’Anpi a “Non una di meno”, dagli studenti ai sindacati; numerosi gli interventi a microfono aperto di condanna al rigurgito nero che striscia sempre più spavaldo nelle nostre città, con la complicità di un governo ammiccante che fa della paura il proprio instrumentum regni.

La manifestazione solidale «è stata animata da tante persone ed esperienze che tessono legami solidali, costruiscono comunità e aiutano a rompere il giogo dell’indifferenza e della passività, chiedendo insieme e unite quella giustizia che viene troppo spesso negata», dicono i membri del collettivo Catai e di Potere al Popolo Padova, che hanno anche sporto immediatamente denuncia per l’accaduto. Alla città si chiede di non restare indifferente e alle istituzioni di prendere una posizione netta (il sindaco di Padova, Giordani, ha subito esecrato su Fb l’aggressione).

Ritirarsi nella paura è darla vinta ai violenti, occorre invece reagire con forza e allegria insieme, per far capire a chi è abituato solo a digrignarli che anche sorridere può essere un modo per mostrare i denti.