Ancona. «Dicono che difendono gli italiani. Ma tutti vanno difesi. Dai poteri forti, dalle mafie, dai sistemi criminali. Rifiutiamo la logica del prima io, prima noi. La vita è insieme». Sono le parole del filosofo Roberto Mancini dell’università di Macerata a sancire la conclusione di una giornata all’insegna della pace, dell’accoglienza e della solidarietà. In più di duemila, forse tremila, provenienti da tutta la regione hanno sfilato, il 6 aprile scorso, dal Passetto al porto – da mare a mare – nella manifestazione “Marche plurali e accoglienti”. Una novantina fra associazioni, enti e organizzazioni chiamate a raccolta dall’Università della Pace contro il decreto immigrazione e sicurezza, ora convertito in legge. «Una manifestazione importante – ha sottolineato Daniele Fancello, presidente provinciale dell’Anpi – a ricordare che l’Italia è un Paese aperto. Noi dell’Anpi in particolare non dimentichiamo che nella guerra di Liberazione hanno operato partigiani di cinquanta nazioni diverse».
La marcia ha preso il via dal Monumento ai Caduti. Al suono di una miniatura della Campana di Pace di Rovereto, il corteo ha sfilato lungo la traiettoria principale della città passando sotto il Comune, attraversando piazza Cavour, piazza Roma, corso Garibaldi e raggiungendo infine le banchine del porto. Qui, a commemorazione dei tanti migranti morti in mare, sono stati lanciati fiori e accesi fumogeni da segnalazione.
Un serpentone colorato, allegro a tratti, accompagnato da musiche diffuse dalla cabina regia montata su un camioncino e inframezzato dagli interventi dei rappresentanti di sindacati, movimenti, associazioni. Tutti solidali con i migranti «a sottolineare – come ha spiegato Mario Busti presidente dell’Università della Pace – che le diversità non ci spaventano». L’appello diffuso nei giorni precedenti la manifestazione recitava: “Sui migranti l’Europa ha perso la coscienza, la memoria, l’umanità. Sono ignorate, o peggio rimosse dalle agende politiche, le ragioni che costringono le persone a migrare: fame, povertà, guerra, cambiamenti climatici, non equa distribuzione delle risorse del Pianeta”.
Nutrita la presenza di stranieri, moltissimi gli africani e i bengalesi. A loro l’onore di aprire il corteo con lo striscione giallo squillante delle “Marche plurali e accoglienti” con la “i” a formare uno svolazzo con i colori della pace. E tanti gli interventi e le testimonianze.
«Io – ha raccontato Ahalem Zanagui, giovane mediatrice culturale di origine tunisina – avevo 13 anni quando mi sono trasferita in Italia. I miei genitori dicevano che era per dare a me e a mia sorella un futuro migliore. Ma io ero arrabbiata con il mondo intero. Mi sono servite la tolleranza e la disponibilità degli altri. È l’accoglienza a farci sentire vicini».
E Musli Alievski, operaio e fondatore di Stay Human di origine Rom, ha detto: «La nostra comunità ha subito un vergognoso attacco nei giorni scorsi a Torre Maura, borgata a est di Roma. C’è chi cavalca la povertà fomentando la paura. Siamo qui, insieme ai fratelli migranti per una vita e un Paese migliore».
Dal suo canto Pierpaolo Pullini della Fiom ha sottolineato che «ovunque ci sono ingiustizie sociali e uomini in condizioni di debolezza, il sindacato deve esserci. Il nostro paradigma è basato sulla giustizia sociale, sul lavoro, sui diritti sanciti dalla Costituzione».
Attenzione agli «effetti devastanti dell’odio» è stato il richiamo anche di Paolo Pignocchi, vice presidente di Amnesty Italia. «Le Marche, seppur ferite, sono sempre state accoglienti. Ma attenzione – ha rimarcato – anche nel nostro territorio sono successi episodi con connotati razzisti preoccupanti. Fra gli altri l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi a Fermo, il 5 luglio del 2016, e la follia di Luca Traini a Macerata. Attenzione dunque agli effetti devastanti nelle nostre comunità dell’odio».
Nessun politico, nessuna bandiera di partito come richiesto “per evitare strumentalizzazioni”. Eppure Davide Sassoli, vicepresidente del Parlamento Europeo, in visita istituzionale ad Ancona, non è voluto mancare. «Contro la rabbia – ha detto a margine della manifestazione – scommettiamo sui valori della solidarietà. È necessario rimettere al centro i valori della Costituzione contro un governo che fa di tutto per allentare quel senso di umanità proprio della società italiana». Con lui, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo. «Novanta associazioni qui presenti – ha sottolineato – dimostrano un sentimento forte e condiviso. Le Marche accoglienti respingono con forza ogni forma di odio, razzismo e omofobia».
Pia Bacchielli, giornalista
Pubblicato venerdì 12 Aprile 2019
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