Comitato elettorale di CPI. Simone di Stefano e gli exit pool del voto alle politiche del 2018. (Imagoeconomica)

Alle elezioni nazionali del 2018 CasaPound Italia raggiunge lo 0.95% dei consensi. Per quanto il risultato sia quasi sette volte superiore allo stesso appuntamento di cinque anni prima, il sentimento è quello di una cocente delusione: l’obiettivo dichiarato era il superamento dello sbarramento del 3% e l’entrata in Parlamento. Con lo 0.33% alle europee del 2019, arriva la sconfitta definitiva per le aspirazioni elettorali della tartaruga frecciata.

Iannone delinea subito la nuova strategia: basta con il proprio simbolo sulle schede elettorali, d’ora in avanti CasaPound avrebbe dato un contributo di idee ad altre organizzazioni politiche. Un po’ in sordina viene poi specificato che i militanti avrebbero avuto piena libertà di iscriversi anche ad altri partiti.

La nuova veste di CasaPound a Firenze

Il cambio di marcia comincia a realizzarsi. Gli esempi più concreti si notano a Roma e, in maniera ancor più chiara, a Firenze.

Dopo aver chiuso la sede del capoluogo toscano (e quella della confinante cittadina di Scandicci), pur mantenendo in funzione la libreria “Il Bargello”, citata fra le sedi ufficiali del movimento, nel settembre 2020 in uno scantinato del centro storico viene aperto uno spazio denominato Firenze Identitaria. Il collegamento con CPI non è evidente a prima vista, l’ingresso è decorato solo con un giglio ghibellino e sono assenti sia il nome sia i simboli della reale appartenenza.

La nuova filiale ha all’interno un murales con trentuno nomi di “numi tutelari”, analogo anche graficamente a quello della sede nazionale di CasaPound Italia che di numi ne ha ben 88 (il numero è un noto e tipico riferimento ad Adolf Hitler), con molti personaggi della storia fiorentina — da Dante a Leonardo — fra i quali sono diluiti cinque protagonisti del fascismo storico: Alessandro Pavolini, Ardengo Soffici, Giovanni Berta, Berto Ricci e Giovanni Gentile.

I numi tutelari nella sede di Firenze Identitaria

Curioso, ma non sorprendente, che fra i trentuno non compaia nessuna donna: tralasciare Caterina de’ Medici, una delle personalità più celebri e rilevanti per l’intera storia dell’Europa, e includere la figura puramente simbolica di Berta dice molto della visione sociale di CasaPound e dà la misura di un’operazione di natura squisitamente ideologica.

La riapertura senza il nome “CasaPound” avviene fra l’altro in un periodo in cui la tartaruga frecciata sta ripensando la sua presenza territoriale, con sedi che chiudono e riaprono in luoghi più visibili o meno problematici. Tutti avvenimenti ampiamente segnalati tramite i loro canali di comunicazione e su Il Primato Nazionale. Per Firenze Identitaria invece tutto tace: nessuna menzione sui social ufficiali della tartaruga frecciata, il periodico sovranista non se ne occupa.

Qual è la chiave di lettura di questa rinuncia al proprio nome?

Un mese dopo l’apertura di Firenze Identitaria, a ottobre 2020, a Roma è nata un’organizzazione politica chiamata Volontà Romana che si propone di «rifondare Roma» e i cui esponenti sono dirigenti locali e nazionali di CasaPound.

Mauro Antonini e Carlotta Chiaraluce, dirigenti di CasaPound e animatori di Volontà Romana

A differenza dell’esperienza fiorentina, Volontà Romana non dispone di una sede fisica. Esiste di fatto solo su Facebook, ma vari nomi importanti di CasaPound si presentano oramai come suoi esponenti, non più come dirigenti CPI. Ad esempio Mauro Antonini, fra i massimi dirigenti di CasaPound e candidato presidente alle regionali del 2018 per CasaPound, Carlotta Chiaraluce, autrice del successo elettorale ad Ostia e fra i nomi più in vista nella Capitale, ed altri referenti della tartaruga frecciata nei vari municipi e quartieri romani, come Alessandro Aguzzetti, Marco Continisio o Simone Montagna.

Anche Volontà Romana non compare mai sui canali di comunicazione di CasaPound e non è mai neppure citato da Primato Nazionale.

La natura elettorale di Volontà Romana viene esplicitata dalla stessa Chiaraluce quando, a domanda diretta, risponde: “noi sosterremo il candidato che alle prossime elezioni presenterà un programma che metterà al centro l’ascolto dei territori e il rilancio di Roma. Un candidato che ci auguriamo mandi a casa la Raggi e che vinca sul Pd”.

La prima iniziativa di questa organizzazione è un incontro a cui hanno preso parte il responsabile nazionale per il turismo di Fratelli d’Italia e il capogruppo dello stesso partito nel I Municipio. Un incontro, visti i tempi virtuale, a cui hanno partecipato anche esponenti locali delle categorie produttive. Dopo averlo pubblicizzato e realizzato però l’incontro scompare dai social.

Saverio Di Giulio (CasaPound) e Alessandro Draghi (Fratelli d’Italia) sul balcone di Palazzo Vecchio il 9 ottobre 2020

Tornando in Toscana, sembra dunque assumere un significato non casuale la prima uscita pubblica di Firenze Identitaria, nell’ottobre 2020: Alessandro Draghi, consigliere comunale per Fratelli d’Italia, e Saverio di Giulio, responsabile di CasaPound Firenze e di Firenze Identitaria, hanno svolto insieme una breve iniziativa politica nei locali di Palazzo Vecchio.

È da notare come Draghi sia un esponente di Casaggì, che ha espliciti e impressionanti riferimenti nelle parole d’ordine del nazismo storico — di cui ci siamo già estesamente occupati — ed è un’organizzazione interna al Fratelli d’Italia fiorentino.

La chiave di lettura di queste operazioni perciò non è un tentativo di camuffamento, del resto impossibile. Si fa un passo indietro sulla propria identità, si rinuncia al proprio nome e, anzi, a Firenze addirittura ci si accoda a quella “destra identitaria” che compare anche sul simbolo di Casaggì, riconoscendone il primato cittadino.

La novità è più importante di quanto possa sembrare a prima vista: CasaPound realizza delle strutture politiche ad hoc il cui compito è l’interazione con Fratelli d’Italia, con il fine evidente di trovare uno spazio all’interno delle sue liste elettorali.

In fin dei conti è chiaro che si inquadra in questa stessa cornice l’iniziativa delle Mascherine Tricolori, di cui abbiamo scritto già un anno fa , con i volti dei militanti di CPI che portavano appunto mascherine con i colori della bandiera italiana e nessun altro simbolo. Anche qui, per quanto i loro eventi fossero spinti nei canali comunicativi di CasaPound e si siano guadagnati pagine e pagine del Primato Nazionale, era accuratamente nascosto ogni riferimento esplicito al movimento della tartaruga frecciata.

Non sfugge inoltre che dal 2019 CPI evita accuratamente ciò che solo poco prima aveva esibito con grande orgoglio: il proclamarsi fascisti, definendosi ora semplicemente “sovranisti” oppure “identitari”. E questo sia per evitare le denunce, che nel tempo hanno iniziato a pesare, sia per candidarsi a far parte di una famiglia ben più larga. Infine ricordiamo la partecipazione alla manifestazione del centrodestra a Roma ad ottobre dello stesso anno.

Un passo indietro sulla propria identità, ma uno in avanti nell’obiettivo di stare nelle istituzioni. Possibilmente nella compagine che esprime la maggioranza.

Un’attenzione corrisposta?

Vale la pena ricordare come il partito di Giorgia Meloni sia rapidamente cresciuto negli ultimi anni, non solo in termini di potenziale elettorale, ma soprattutto nella propria eterogeneità politica interna. Da una parte c’è la risaputa erosione di consensi a danno della Lega di Matteo Salvini ma, meno visibile e decisamente più interessante, c’è l’allargamento dei propri confini politici da una parte alla destra liberale — in particolar modo emerge il nome di Guido Crosetto, non a caso immediatamente promosso a incarichi di prima grandezza a livello nazionale — e dall’altra nell’intenso lavoro politico che Meloni ha svolto nel ricompattare briciole di estrema destra.

Nel tempo infatti sono confluiti in FdI vari transfughi del Movimento Sociale Fiamma Tricolore come Luca Romagnoli nel 2015 (ex-segretario del MSFT, accolto assieme ad altri ex-dirigenti dello stesso partito), Riva Destra nel 2018 e addirittura nel 2019 gli ex-naziskin di Progetto Nazionale. Da non dimenticare anche vari fuoriusciti della stessa CasaPound, come ad esempio il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi e il consigliere comunale di Lamezia Terme, fra i primi eletti di CasaPound al sud, Mimmo Gianturco.

Il monumento di Trecate (NO), con tanto di citazione del giornalista francese e delatore di ebrei Robert Brasillach, dove “amore e coraggio” sono eufemismo per collaborazione con l’occupante nazista

Il corteggiamento di CasaPound però è intenso e vanta, limitandosi agli ultimi dodici mesi, alcuni successi molto concreti come ad esempio ad Aosta lo scorso marzo con l’ingresso del consigliere comunale di CasaPound in Fratelli d’Italia, analogamente a quanto accaduto a Viterbo a giugno (dove, tra l’altro, giusto un anno prima fra FdI e CPI volavano stracci), a Riva del Garda a settembre con il responsabile locale di CPI che si è candidato nelle liste di FdI o recentissimamente a Cesena con i militanti della tartaruga frecciata che distribuiscono i volantini del partito di Meloni. Oltre a vari segnali di vicinanza come quello della assessora regionale veneta Elena Donazzan che ha elargito complimenti ai militanti di CasaPound Vicenza, additandoli ad esempio per tutti, e la oramai nota vicenda che vede il sindaco di Trecate (NO), ora anche presidente della provincia, permettere a CasaPound di erigere un monumento apologetico del fascismo, con la tenue giustificazione dell’omaggio a un caduto della Rsi, con tanto di “M” mussoliniana, fascio littorio e dedicato “alla lotta per l’idea”. Monumento di cui è annunciata già una revisione, per renderlo “più alto ed evocativo del Ventennio” .

Il concerto organizzato nel 2007 da CasaPound per la Fiamma Tricolore. Prima pirati, ora naufraghi

Naturalmente, in un partito diversificato, le opinioni su CasaPound sono variegate. Intanto la stessa Giorgia Meloni ha ribadito più volte la propria distanza dal movimento fascista e alcune voci si sono levate all’interno del partito contro l’imbarcare i vari naufraghi dell’estrema destra.

Di certo in molti hanno bene in mente l’operazione parassitaria e distruttiva che CasaPound ha condotto fra il 2006 ed il 2008 verso il Movimento Sociale Fiamma Tricolore quando, dopo avervi aderito ed organizzato il movimento giovanile, ha dato l’assalto alla segreteria nazionale venendone espulsa. E tirandosi via un notevole capitale fatto di militanti e relazioni politiche sui territori che le avrebbero permesso di fare il salto da occupazione romana a movimento politico nazionale.

Se sono chiarissime le utilitaristiche motivazioni di CasaPound rimangono invece da decifrare gli interessi da parte di Fratelli d’Italia.

Visti i risultati elettorali di CasaPound non è certo il “pacchetto di voti” ad interessare. I rari successi di CasaPound sono locali e molto volatili: a Bolzano, ad esempio, sono passati dalla grande esposizione politica, con ben tre consiglieri comunali fra il 2016 ed il 2020 al non averne nessuno. Inoltre è evidente che i voti in altre occasioni andati a CPI sono poi stati agilmente fagocitati dalla Lega e da Fratelli d’Italia, senza bisogno di accordi o alleanze.

Appare quindi più credibile una lettura che insista sugli equilibri interni. Del resto, appunto, i consensi raccolti da CasaPound sono talmente pochi dall’aver dovuto desistere dalla partecipazione diretta alla competizione democratica. La militanza attiva sui territori di CasaPound è dunque maggiormente utile a spostare i voti di preferenza da alcuni candidati ad altri, più che ad aggiungere qualcosa di significativo al risultato complessivo del partito.

È dunque comprensibile come CasaPound riesca a trovare strade per penetrare in Fratelli d’Italia a livello locale, dove il lavoro dei militanti, soprattutto in periodo elettorale, può spostare alcuni equilibri. In fondo per non essere troppo riconoscibili basta passare per strutture cuscinetto come Firenze Identitaria e Volontà Romana, senza riferimenti diretti agli ex-orgogliosi fascisti, per approdare ad un porto elettoralmente sicuro.

Altrettanto comprensibile la diffidenza dei livelli nazionali di Fratelli d’Italia, che temono le tensioni interne di una ulteriore estensione verso un’ultradestra capace di tutto e fedele solo a sé stessa, di certo impresentabile per chi ambisca a governare il Paese.

(Imagoeconomica)

Il prossimo futuro

Nel frattempo l’esperienza di Volontà Romana sembra essersi indebolita. La pagina Facebook non viene aggiornata più come all’inizio, Antonini e Chiaraluce non si espongono più sotto le insegne di quella sigla e l’eliminazione del video dell’incontro con i dirigenti di Fratelli d’Italia probabilmente è segno che il passo è stato più lungo della gamba. Ciò non deve comunque far pensare a una rinuncia: Antonini è impegnato in un “tour” nella Capitale per incontrare i commercianti delle varie zone, scegliendo così categorie di problematiche meno associabili ai temi classici di CasaPound e usando argomenti del tutto sovrapponibili a quelli di Fratelli d’Italia. Un fervore che continua a puntare, in tutta evidenza, alle prossime scadenze elettorali cittadine.

E nel capoluogo toscano, la scommessa su un cambio di nome e di sede potrebbe essere meno ingenua di ciò che appare. In fin dei conti è basata sulla forza degli alleati di Casaggì, che in città esprimono 5 dei 6 eletti di Fratelli d’Italia nei consigli comunali e di quartiere, e rappresenta un esperimento che ha a disposizione più tempo rispetto a quello romano — a Firenze si voterà nel 2024, mentre a Roma l’appuntamento è previsto nel 2021.

Costituisce quindi un test per le istituzioni, per gli avversari del neofascismo e per la loro capacità culturale e politica nel contrastare il nuovo resistibilissimo tentativo di ascesa di CasaPound.