Oramai sono in molti ad essersi occupati del fenomeno QAnon. Non c’è grande quotidiano o rivista che non ne abbia più o meno estensivamente parlato e si è più volte affacciato in tv, anche in qualche programma generalista.
Fenomeno nato nel 2017 e rimasto confinato all’interno degli Stati Uniti fino a tempi recenti, durante il 2020 è improvvisamente dilagato su scala globale.
Al di fuori degli USA gli infatuati di questa fantasia complottista – la chiameremo così, ma la reale definizione del fenomeno complesso chiamato QAnon è tutt’altro che facile – sono presenti dal Sud Africa al Giappone, dalla Nuova Zelanda all’Argentina ma principalmente in Europa. Nel nostro continente ha preso piede con particolare forza nel Regno Unito, in Germania ed Olanda.

Al di là delle incredibili premesse da cui si sviluppa, è interessante indagare QAnon, come molta parte della politica proveniente dall’estrema destra e non solo, per l’influenza che è in grado di esercitare: il fatto che le idee di base siano completamente assurde non significa che non ci siano delle conseguenze ben tangibili sulla società.

Discuteremo qui, in maniera del tutto analoga a quanto fatto per l’estrema destra, della presa che QAnon ha in Italia.

Cosa è QAnon

Come appena accennato, dare una definizione precisa e completa di quel che in tre anni è divenuto QAnon è davvero difficile.
A partire da quando nel 2017 un utente anonimo che si firma semplicemente “Q” ha iniziato a lasciare messaggi più o meno criptici su forum anonimi, QAnon – il gruppo di persone che seguono Q – è divenuto un centro di gravità per una lunga serie di teorie del complotto, alcune preesistenti, altre formatisi come sua conseguenza e altre ancora attratte nella sua orbita pur nascendo altrove. Di fatto è divenuto una sorta di super-teoria a carattere complottista.

Riassumendo il più possibile: Q è, agli occhi di chi lo segue, una sorta di agente sotto copertura che ha accesso a informazioni riservate e che chiama alla lotta contro una rete di potenti chiamata Cabal, una congrega di satanisti che soggioga il mondo tramite varie emanazioni del “deep state”, ovvero Stati ombra che gestiscono il potere reale all’interno delle principali nazioni. Sebbene vi siano pesanti indizi su chi abbia iniziato tutto questo, la vulgata qanonista vuole che Q sia in realtà John Fitzgerald Kennedy Jr., figlio dell’omonimo presidente e morto nel 1999, che ha usato lo stratagemma dell’incidente aereo per entrare in clandestinità, combattere Cabal e infine vendicare il padre.
Q è di fatto un vero e proprio oracolo che dissemina continuamente “gocce” o “briciole” di conoscenza da interpretare, come se fosse un gioco — per quanto ci siano fondati motivi di ritenere che spesso non siano altro che insiemi di lettere casuali — così da rendere partecipi i propri seguaci di un’epica battaglia che porterà al risveglio dell’umanità e alla vittoria.

Un fotomontaggio con Hillary Clinton proveniente da un video poi rimosso da YouTube

Cabal è composta dai maggiori politici del Partito Democratico statunitense, vari personaggi molto in vista della stampa, dell’economia e dello spettacolo e normalmente include nomi come Hillary Clinton, Bill Gates, George Soros, Céline Dion o Marina Abramovic. I membri di Cabal rapiscono, violentano e mangiano numerosissimi bambini, inoltre li imprigionano in rifugi sotterranei per estrarre dai loro corpi l’adrenocromo, una droga che garantisce benessere e l’immortalità.

Oltre a Q, l’eroe di punta che combatte contro questa rete luciferina, impossessatasi del mondo nel 1963 uccidendo JFK, è Donald Trump. L’ormai quasi ex presidente degli USA si è mosso per anni sotto copertura, fingendo comportamenti spregiudicati e stringendo amicizie con vari personaggi del potente gruppo di pedofili cannibali allo scopo di infiltrarli. Trump adesso sta combattendo una battaglia del Bene contro il Male per liberare l’intero pianeta da questo giogo maligno, le uniche strutture sostanzialmente sane sono alcuni corpi speciali dell’esercito americano.

È inevitabile notare che le radici della narrazione di QAnon siano quelle della cosiddetta “accusa del sangue“, persistente per secoli, che accusa gli ebrei di rapire bambini cristiani per berne il sangue e consumarne le carni. Nel tempo questa diceria infondata ha causato linciaggi e pogrom ed è stata naturalmente usata durante il regine nazista per alimentare i sentimenti antisemiti dei cittadini tedeschi.

A chi incontra QAnon per la prima volta, con la sua trama romanzesca così adatta ad un film d’azione o ad una web serie, una cosa del genere può far sorridere. La stampa spesso si sofferma solo sugli aspetti grotteschi, ne produce un ritratto eccessivo, di fatto favorendo un declassamento a macabra bizzarria priva di senso e una sua sottovalutazione.
Qui invece cercheremo di sostanziare il perché esistano elementi di reale preoccupazione, di come ci siano più livelli di adesione a QAnon e la capacità versatile di far filtrare alcuni temi al di fuori del proprio ambiente.

Ma davvero credono a queste cose folli?

Sì e no.
Essendo un fenomeno ampio negli Stati Uniti ma ancora marginale in Europa le ricerche nel nostro continente devono ancora mettere a fuoco bene alcuni fattori.
Esistono però già alcune indagini interessanti, ad esempio nel Regno Unito, il sondaggio effettuato su 2000 persone da Hope Not Hate, gruppo che si occupa di estremismi di destra.

Il risultato più eclatante è che un inglese su quattro crede che “i culti satanici segreti esistano e che siano composti da persone appartenenti a influenti élite” e questa percentuale sale fra i più giovani: il 33% nella fascia di età 25-34 anni, arrivando al 35% nella fascia 18-24 anni. Sebbene tale credenza sia diffusa da ben prima dell’apparizione di QAnon e che quindi possa non essergli collegata direttamente, questi dati fotografano un ambiente favorevole al diffondersi delle teorie più estreme.

Quando invece interpellati direttamente sul fenomeno QAnon solo il 18% degli intervistati ha piena contezza del fenomeno e l’8% lo sostiene esplicitamente, con metà di queste persone che si qualificano come sostenitori “soft” e l’altra metà come forti sostenitori.
La situazione è dunque in parte diversa da quella degli Stati Uniti, dove troviamo un 6% di persone che si autodefiniscono forti sostenitori e un 12% di sostenitori parziali.

Lo stemma del Presidente USA circondato da quello di vari corpi militari d’élite

È però bene considerare che, come sempre, le cose non sono così nette, ad esempio in un’altra indagine su cittadini USA il 62% dei sostenitori di QAnon dichiara di credere che i “politici del Partito Democratico e le star di Hollywood siano parte di una rete globale che tortura e abusa sessualmente di bambini in riti satanici”. D’altra parte questi numeri potrebbero essere comunque sovrastimati. Infatti nello stesso sondaggio si chiede se sia la prima volta che ci si imbatte nell’ipotesi di questa rete globale satanista: coloro che credono nell’ipotesi e che già ne avevano notizia sono in realtà il 38% dei QAnon.
Se ne deduce che dichiararsi sostenitori di Q non automaticamente implica il credere letteralmente alle teorie più assurde collegate.

Innanzitutto è da notare come il fenomeno QAnon sia nei fini una fantasia autoritaria, con un unico uomo del destino, Donald Trump, che porta salvezza attraverso azioni mediatiche e militari. Dando una lettura di carattere metaforico e non letterale a tutta la narrazione, QAnon è evidentemente materiale destinato ad incontrare le attese di chi trova accettabile o necessario uno scontro violento con le istanze progressiste — se non meramente democratiche — della società.

Il numero 17 è un riferimento a QAnon, che ha iniziato le sue attività nel 2017. La numerologia ricorre in QAnon così come in vari altri ambiti complottistici

Esiste quindi un approccio “razionale” alla narrazione QAnon, che non è però meno preoccupante visto che in ogni caso, come scrive Wu Ming 1 con un articolo in due parti su Internazionale, “QAnon non è un movimento contro la violenza sui minori, ma una fantasia sull’instaurazione di un regime totalitario e lo sterminio dei nemici“.

E se coloro che credono ciecamente e letteralmente alla lotta fra Trump e Cabal sono una minoranza, è bene sottolineare come nei soli Stati Uniti il numero di quanti  reputano le teorie per lo meno parzialmente vere è, probabilmente, nell’ordine dei milioni.

QAnon ha alcune caratteristiche attrattive fortemente simili a quelle di un culto escatologico, ne ha allo stesso tempo altre tipiche dei meccanismi di “ludicizzazione” o di alcuni videogiochi. E se nasce, cresce, si espande all’interno del web e in particolare dei social network non vuol dire non abbia ricadute gravi anche al di fuori di internet: ha ispirato o contribuito ad ispirare azioni violente, armi in pugno. QAnon è stato dichiarato dall’FBI come “potenziale minaccia di terrorismo interno”. L’esempio più vicino a noi è la strage di Hanau in Germania, dove il 19 febbraio 2020 un estremista di destra assorbito da vari complottismi – fra cui QAnon – ha ucciso, oltre a se stesso, 10 persone e ne ha ferite 5.

Per iniziare ad approfondire alcune delle suggestioni che rendono funzionante QAnon è possibile scorrere il recente articolo su Query, rivista del CICAP, “Il complotto di QAnon: perché funziona?“.

QAnon in Italia e una misura della sua bolla Twitter

QAnon in Italia è ancora un fenomeno poco diffuso, ma non irrilevante tant’è che ha raggiunto, come vedremo, vari personaggi della politica e della cultura.

Uno dei molti libri propagandistici disponibili su Amazon

Questa estate i social network più famosi hanno operato una bonifica che ha portato Facebook a limitare fortemente il fenomeno, ma non a sconfiggerlo. Alcuni gruppi sono sopravvissuti, come Q PARMA SOSTIENE IL CAMBIAMENTO con oltre 1300 membri, e naturalmente ci sono tentativi di tornare sulla piattaforma: ad esempio a fine settembre è stata riaperta la pagina Qresearch.it,  stessa cosa per l’account Guglielmo Veleno, di cui diremo successivamente. Twitter da parte sua ha chiuso migliaia di account, ma l’operazione è stata molto parziale e, in particolare nel nostro Paese, la bolla di QAnon è stata quasi del tutto salvata. Anche YouTube, TikTok, Instagram e altri hanno operato in questo senso, ma il principale luogo “social” usato da QAnon in Italia al momento rimane Twitter.
A livello globale, soprattutto nel mondo anglosassone, ciò ha indotto qanonisti e varie frange dell’alt-right a dirottare verso altre piattaforme social, soprattutto Parler, ma pure Rumble, MeWe e Gab.
Mentre Amazon è tutt’ora un paradiso per QAnon, sulla grande piattaforma di vendita online si trovano decine di libri e centinaia di gadget a tema.

Abbiamo quindi cercato tutti gli account pubblici dei seguaci di lingua italiana di QAnon su Twitter e ne abbiamo mappato le relazioni per comprenderne le priorità e per verificare quali siano gli attori principali.
Vista la forte connessione con Donald Trump, abbiamo operato in maniera da identificare i seguaci di QAnon, separandoli dai semplici sostenitori del presidente che a breve dovrà lasciare la Casa Bianca, anche se particolarmente accesi, anche se in parte influenzati da alcune parole d’ordine provenienti dall’ambito QAnon. In pratica abbiamo censito solamente coloro che manifestano in maniera esplicita adesione a QAnon. Per intenderci: non abbiamo incluso chi semplicemente condivide materiale relativo a QAnon. Per i dettagli si veda la “Nota sul metodo” in chiusura di questo articolo.

Clicca per un’immagine completa della mappa. Avvisiamo i lettori che la mappa non è navigabile: una scelta per proteggere la privacy di persone che non sono personaggi pubblici. La mappa e i dati su cui si basa sono disponibili per i ricercatori che ne faranno richiesta

Si noti che, a differenza delle nostre precedenti ricerche sulla presenza dell’estrema destra italiana su Facebook e Twitter, in questo caso non  pubblichiamo la mappa navigabile. Circa un terzo degli account inclusi nella nostra mappatura di QAnon Italia contengono elementi — come nome e cognome o l’immagine del profilo — che permettono l’identificazione delle persone che li gestiscono. In quasi tutti i casi si tratta di privati cittadini e non personaggi pubblici e, anche per la natura del fenomeno analizzato, riteniamo sia preferibile evitare una loro esposizione, pur essendo perfettamente legale il farlo.

La mappa e i dati su cui si basa sono disponibili per i ricercatori che ne faranno richiesta.

La mappa include 254 account ed è naturalmente solo un primo approssimato tentativo di rappresentare la rete QAnon italiana su Twitter. Per determinarne l’importanza relativa all’interno della rete sociale abbiamo stilato alcune graduatorie basate su varie misurazioni, per identificare il rilievo strategico di ogni account nel gruppo.
In particolare emergono, in ordine, i seguenti account per numero di seguaci che fanno parte del gruppo esaminato:

  1. ItalyQ⭐⭐⭐
  2. Maurizio Gustinicchi ⭐⭐⭐
  3. […]* KindQ⭐⭐⭐
  4. OracoloQuantico⭐⭐⭐
  5. Patrizia Rametta
  6. @[…]*
  7. […]* #Q???
  8. […]* Q ??⭐⭐⭐??
  9. Veleno Q.B.
  10. Sandro Semper Fidelis® ⭐️⭐️⭐️???? ??#QAnon
  11. #SOLDATO DIGITALE 17 ?????⛈??

* Come precisato, alcuni nomi sono parzialmente offuscati, non trattandosi di personaggi pubblici ed essendo riconoscibili per il nome o la foto.

Tramite altre misure, come PageRank che abbiamo usato nel caso delle organizzazioni dell’estrema destra, vi sono pochi cambiamenti rispetto a questa situazione.
Oltre a quello che emerge come lo snodo centrale di QAnon in Italia, ovvero ItalyQ, troviamo Maurizio Gustinicchi, opinionista economico di Canale Italia che questa estate ha promosso un “Comitato nazionale spontaneo — Q — Italexit con Trump” di cui però non è nota alcuna attività. Gustinicchi è un prolifico diffusore di notizie fasulle, come quando ha cercato di spacciare le foto di una bambina di Gaza ferita dalle bombe come vittima dei pedofili di Cabal.
Segue Patrizia Rametta, candidata al consiglio comunale di Siracusa per la Lega nel 2018, non risultando però eletta. Nota per aver diffuso informazioni false su Alessandra Vella, la giudice che trattava il caso Sea-Watch 3 e ha firmato la liberazione di Carola Rackete. Quello di Rametta è l’account che ha più follower, oltre 38.000, molti più di Gustinicchi (16.500) e ItalyQ (13.000).
A seguire Veleno Q che tramite il sodale Sandro Semper Fidelis è protagonista di un’intervista rilasciata a fine ottobre a TPI. In particolare Veleno Q è l’organizzatore di una serie di canali Telegram in italiano a tema QAnon. Per la diffusione di QAnon Italia su Telegram si può vedere il lavoro di Marc-André Argentino, ricercatore della Concordia University.
Infine c’è SOLDATO DIGITALE 17, che ha anche pensato a monetizzare la sua passione, aprendo un piccolo shop online di tazze, magliette ed altri prodotti dedicati a Q.

Come si può osservare dai nomi degli account già citati e come ci si aspetta da un gruppo con caratteristiche iniziatiche, che tende a separarsi dal resto del mondo in quanto portatore di una verità non ancora palese agli altri, vi sono parole e simboli che gli sono propri.
Oltre all’atteso Q e alla bandiera USA risalta la tripla stella, testimonianza di sostegno al Generale Michael Flynn, controverso consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump che ha più volte dato segnali di vicinanza a QAnon. Emergono anche il numero 17 (l’anno di inizio per QAnon è appunto il 2017), l’acronimo WWG1WGA (“where we go one, we go all”, una sorta di “tutti per uno e uno per tutti”) e una miriade di altri riferimenti di maggiore o minore fortuna radicati in questo ambiente.

QAnon e genere

Per 203 dei 254 account è stato possibile assegnare un genere, tramite il nome o la foto del profilo.
79 di questi sono femminili, ovvero il 38.9%, ma se ci limitiamo a guardare le prime 20 posizioni della classifica appena vista dei 15 account a cui abbiamo assegnato un genere ben 9 sono femminili. In un ambiente dove, come vedremo fra breve, dominano temi politici della destra e dell’estrema destra questo è un fatto inatteso.

Manifestazione QAnon a Londra, è il 5 settembre 2020. Dall’account Twitter del giornalista BBC S. Sardarizadeh

Se confrontiamo questo dato con l’utilizzo di Twitter per genere in Italia, con il 38.7% di utenti che si identificano come donne (report di gennaio 2020 di Hootsuite), si può dedurre una partecipazione paritaria in termini generali a QAnon. E questo sebbene le ricerche su questo tema convergano nell’osservare come gli uomini siano più propensi delle donne a sostenere teorie del complotto a tema medico o politico (si veda ad esempio qui o qui).

Aggiungiamo che il gruppo Facebook prima menzionato, Q PARMA SOSTIENE IL CAMBIAMENTO, è gestito da tre donne.

La maggiore presenza femminile che osserviamo fra gli account italiani più rilevanti è particolarmente interessante e forse suggerisce un’adesione più intensa, o comunque più a viso aperto, rispetto a quella maschile. Questo è in accordo con quanto ha osservato la BBC, notando come alle manifestazioni londinesi la presenza femminile fosse nutrita e non di rado fossero quasi completamente popolate di giovani donne le prime file dei raduni.

Manifestazione QAnon in Romania

In parte le motivazioni di questo attivismo femminile potrebbe essere il risultato di alcune strategie “soft” usate dai QAnon americani che, smorzando la narrazione più estrema e spostandola su una generica lotta alla pedofilia per schivare la chiusura dei propri account sui social network, siano riuscite a raggiungere un pubblico diverso dal consueto mondo dell’alt-right.
In particolare lo scippo dell’hashtag #SaveTheChildren alla nota organizzazione internazionale che si occupa dell’infanzia in situazioni di crisi ha generato ambiguità e confusione.
Ovviamente questa operazione danneggia le vere organizzazioni che si occupano di violenza e traffico di minori, obbligandole a usare le proprie risorse per difendersi dal profluvio di falsi allarmi.

Crediamo che però le dinamiche esatte della forte partecipazione femminile siano ancora da indagare con cura.

Interessi e temi politici del QAnon italiano

È interessante vedere quali account Twitter non associati alla bolla italiana di QAnon vengano seguiti dai 254 che abbiamo incluso nella nostra ricerca. In particolare vedremo quelli di personaggi pubblici del nostro Paese.
Ricordiamo che l’atto del “following” non è automaticamente indice di approvazione, ma certamente lo è di interesse.

Naturalmente i più seguiti sono l’account privato e quello istituzionale di Donald Trump, al terzo posto e subito prima di Matteo Salvini (178 dei 254 lo seguono) compare Alessandro Meluzzi (179). Meluzzi, psichiatra, massone, parlamentare di Forza Italia, Udeur e Verdi, poi diacono cattolico, poi ancora primate per un ramo non riconosciuto della chiesa ortodossa e al centro di una complicata vicenda di scomuniche. Noto personaggio televisivo, è stato fra i primi che in Italia ha dato credito alle teorie di QAnon, di recente si è esibito in un fotomontaggio del cancello di Auschwitz a tema Covid-19. Meluzzi ha anche ribadito recentemente in un convegno organizzato da Sergio Berlato, europarlamentare per Fratelli d’Italia, che la “psico-info-pandemia”, generata da una grande azienda farmaceutica, sia lo strumento per ottenere un “grande reset” dell’economia mondiale che “consentirà ad un gruppo elitario di una decina di famiglie di governare il mondo” attraverso la distruzione programmata del ceto medio.
Segue poi Giulio Occhionero (seguito da 163) ingegnere salito agli onori della cronaca per l’accusa di essersi impossessato illegalmente di milioni di messaggi di posta elettronica di Camera, Senato e vari protagonisti della politica e dell’economia. Trasferitosi negli Emirati Arabi twitta alacremente sulle elezioni statunitensi.

Sacchetti svela su Facebook il piano di dominazione della massoneria tramite la penuria di lievito di birra

Passando dal deputato della Lega Claudio Borghi e dal deputato del gruppo misto Vittorio Sgarbi si incontra il giornalista Cesare Sacchetti. Sacchetti, dopo brevi collaborazioni con Il Fatto Quotidiano e Il Giornale adesso si dedica ad originali teorie su disparati argomenti e alla “vittoria” di Trump alle recenti presidenziali USA.

Successivamente incontriamo Daniele Capezzone, che dopo una variegata attività politica adesso è giornalista de La Verità. Sia lui che il giornale sono seguiti da 136 dei 254 qanonisti italiani.
Sempre in merito all’informazione troviamo Byoblu, il canale mediatico di “verità alternative” di Claudio Messora, e RadioSavana, l’account noto per diffondere odio e menzogne contro i migranti.

Il degrado fisico di Céline Dion, ovviamente dovuto alla scarsità di adrenocromo dopo l’arrivo al potere di Trump. Dall’account Twitter “Maurizio Gustinicchi ⭐⭐⭐”

Volendoci fermare agli account che riscuotono l’interesse di almeno la metà della bolla QAnon italiana troviamo la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (131 follower), i giornalisti Nicola Porro e Mariagiovanna Maglie ed infine il senatore della Lega Alberto Bagnai.

Dalla lista che abbiamo scorso è evidente un forte interesse politico verso la destra sovranista, più la Lega che Fratelli d’Italia.

Poco oltre nella classifica si incontra l’estrema destra con Francesca Totolo, che scrive per la rivista di CasaPound soprattutto a tema migranti, e lo stesso Simone di Stefano, che di CasaPound è uno dei leader.
Compare anche Forza Nuova, ma molto più in basso nella classifica, e questo nonostante la recente accentuata deriva complottista, segno sia della generale situazione di debolezza che coinvolge attualmente le varie formazioni dell’estrema destra neofascista ma in particolare di quella di Roberto Fiore. Ugualmente marginale la presenza di gruppi come il Movimento Sociale Italiano, il Movimento Sociale Fiamma Tricolore ed altri.

Non abbiamo trovato adesioni dirette a QAnon nelle formazioni dell’estrema destra italiana e le volte che il Primato Nazionale se ne è occupato lo ha fatto con un certo distacco. Con ogni probabilità quello che attrae della Lega – e di CasaPound – è il forte ed esplicito sostegno a Donald Trump e la critica con toni accesi alle misure sanitarie prese per contrastare il contagio da Covid-19. Meloni, che sulle elezioni americane ha mantenuto un atteggiamento meno urlato, non suscita lo stesso entusiasmo fra i QAnon.

I tweet della bolla QAnon italiana sono in questi ultimi tempi ingombri di due argomenti: le elezioni presidenziali statunitensi e l’epidemia di Covid-19. A proposito di questo secondo tema è da notare come fra i medici che imperversano su tutti i canali mediatici quello che riscuote di gran lunga il maggior interesse è il professor Giulio Tarro. Medico noto per numerose controversie è divenuto il punto di riferimento dei più critici verso l’uso delle mascherine ed il fautore della strategia dell’immunità di gregge, in opposizione alle conclusioni più ampiamente condivise nella comunità scientifica.

Salvini, l’arcivescovo Viganò e Radio Maria

Dopo il discorso di autodifesa al Senato per il caso OpenArms, Salvini ha indossato il cappellino della Guardia Costiera, ma la O di “Costiera” è sfilacciata e sembra una Q. Grande emozione per i QAnon. Foto da Open

Matteo Salvini però si è davvero ritrovato a confrontarsi faccia a faccia con dei seguaci di QAnon.
A Bari il 30 agosto l’hanno intercettato, salutandolo e ringraziandolo per poi chiedergli se credeva a Q: lui ha risposto affermativamente. In realtà la visione del video fa sospettare che Salvini, svicolando rapidamente fra i fan, abbia molto semplicemente voluto accontentare l’interlocutore, magari neppure comprendendo cosa gli si chiedesse. Ma questo per i QAnon non ha alcuna importanza, anzi sarebbe nient’altro che una conferma, un atteggiamento di prudenza dovuto alla segretezza dell’argomento, confermato dagli innumerevoli –quanto improbabili – “segni” che Salvini invierebbe loro nascosti nei suoi consueti post con cappellini delle forze dell’ordine o con i caffè mattutini.

La fascinazione dei QAnon verso Matteo Salvini non si basa su messaggi nascosti alquanto improbabili, questi anzi sono solo una conseguenza e non la causa. La causa è ovviamente qualcosa di molto più tangibile, ovvero le posizioni politiche espresse nel tempo dalla Lega. Per primo la vicinanza politica e il vero e proprio “tifo” per Trump, ma anche le posizioni altalenanti – che in alcuni momenti sono state di netta avversità – sull’Unione Europea e sulle pratiche di prudenza contro il contagio da coronavirus. Salvini inoltre ha più volte ceduto a tentazioni complottiste, come quando si allineò a quella del Piano Kalergi. Così come ha fatto Trump anche Salvini non ha esitato ad attingere all’irrazionalità più estrema nel caso gli sia stato politicamente utile.

Chi senza mezzi termini parla di “quest’ora in cui il destino del mondo intero è minacciato da una cospirazione globale contro Dio e l’umanità” è l’arcivescovo Carlo Maria Viganò. In una lettera a Trump datata 25 ottobre l’ex nunzio apostolico degli Stati Uniti d’America, parlando della situazione sanitaria determinata dal corona virus, dice “Signor Presidente, lei ha chiaramente affermato di voler difendere la nazione: una nazione sotto Dio, libertà fondamentali e valori non negoziabili che oggi vengono negati e combattuti. Sei tu, caro presidente, che sei “colui che si oppone” allo stato profondo, l’assalto finale dei figli delle tenebre.” e poi “Attorno a Lei si riuniscono con fiducia e coraggio coloro che La considerano l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale. L’alternativa è votare un personaggio manovrato dal deep state […] “.
L’alto prelato, da tempo immerso in una violenta polemica con Papa Bergoglio, da lui accusato di essere espressione della “chiesa profonda” analoga al “deep state” qanoniano, dopo queste e altre dichiarazioni pubbliche dagli espliciti toni complottisti è naturalmente divenuto un beniamino dei seguaci di QAnon.

Padre Livio Fanzaga, storico direttore di Radio Maria, ha esplicitamente abbracciato le teorie di QAnon durante la trasmissione di maggior successo della Radio, che fa un milione e mezzo di ascoltatori ogni giorno ed ha un milione e settecentomila seguaci su Facebook.
Il 3 novembre, riferendosi inizialmente ai manager delle grandi aziende ad alta tecnologia della California, dice “non solo negli Stati Uniti ma anche in altre parti del mondo si arriva a delle perversioni sessuali di cui bisognerebbe vergognarsi solamente a parlarne, cioè il polisesso, le ammucchiate, il poliamore, il cannibalismo! Mangiano la carne di bambini. Io ho fatto ben due video ben documentati su questo. Il satanismo! Che praticano, tant’è vero che la figlia di Clinton, questo lo trovate su internet, fa queste affermazioni che il satanismo è una religione seria. Il grande sforzo che stanno facendo queste lobby per rendere legale il sesso con i bambini! Una roba immonda contro la quale hanno lottato Trump e Putin“. Qui la trasmissione, le dichiarazioni riportate sono dal minuto 27 in poi.

Padre Fanzaga più recentemente ha conquistato i titoli dei giornali con dichiarazioni analoghe a quelle di monsignor Viganò, per le quali la pandemia non è altro che un progetto di élite mondiali luciferine, preparato da tempo e volto alla creazione di un mondo dittatoriale senza Dio.

L’uso politico di QAnon negli USA è oramai cosa scontata, dall’appoggio esplicito di Donald Trump all’elezione al parlamento di alcuni seguaci di Q.
Ma nei fatti di cronaca degli ultimi anni anche in Italia ricorre l’uso politico degli abusi sui bambini, non è un caso se negli account che abbiamo indagato si sprecano i riferimenti sul caso che ha scosso l’opinione pubblica nel 2019 e avvenuto a Bibbiano. Dunque, soprattutto dopo che il caso Bibbiano ha monopolizzato parte della campagna elettorale regionale in Emilia-Romagna, non è da escludere una utilità politica dei temi di QAnon in Italia.

Impatto sociale e familiare

Alcuni messaggi su r/QAnonCasualties/: “Un consiglio da qualcuno che ha divorziato dal proprio Q”, “Ho bisogno di aiuto”, “Ho perduto il mio miglior amico”

Un aspetto da tenere presente in fenomeni a carattere complottista è la deriva totalizzante che tendono ad assumere per le persone che li seguono. Le teorie legate alle profezie di Q divengono una lente attraverso cui interpretare il mondo, in maniera non dissimile da una vera e propria religione.

Via via che si è diffuso negli Stati Uniti si sono moltiplicati i casi di adesione ossessiva a QAnon. Le storie di chi vedeva una persona cara dedicarsi anima e corpo alla causa fino a perdere il lavoro, ad alienarsi dagli amici o dalla famiglia hanno iniziato ad accumularsi. Si è spontaneamente formato un luogo, r/QAnonCasualties, con oramai quasi cinquantamila persone iscritte, dove chi deve affrontare questo problema racconta la propria storia e cerca un aiuto. I titoli dei post, circa una ventina al giorno negli ultimi tempi, sono espliciti: “Trump e QAnon mi hanno portato via l’uomo che amo”, “Non riesco a capire, il mio compagno non è più lui” o “Credo che mio fratello e mia mamma stiano perdendosi verso Q, cosa posso fare?”.

Per quanto negli USA QAnon sia un fenomeno che coinvolge soprattutto persone bianche appartenenti a chiese evangeliche è in realtà molto aperto, se si aderisce alla modalità mentale che richiede e se si accettano i malleabili postulati di base allora non ci sono barriere razziali, culturali, economiche o di genere. Tutti sono i benvenuti.

Chi a causa dell’adesione a QAnon perde legami familiari oppure perde il lavoro riceve sostegno, a volte anche economico, tramite collette, dalla comunità dei “risvegliati da Q”. È una comunità molto attiva, basta aprire un account sui social per propagandare QAnon e in poco tempo si avranno decine e decine di persone che interagiscono, discutono e scambiano informazioni.
Lo stesso funzionamento dei social media, che tendono ad immergerti in una bolla di persone di opinioni omogenee, rinforza questa dinamica.
È socialmente gratificante ed uscirne può essere molto difficile.

Gli effetti collaterali delle limitazioni sanitarie alla socialità non possono far altro che peggiorare la situazione, come testimonia l’ingigantimento del fenomeno negli ultimi sei mesi.

È particolarmente necessario osservare che se è vero che vi siano persone che per questioni emotive, per maggiore o minore cultura, per attitudine più o meno razionale, per visioni politiche, per età o stabilità economica siano in varie misure attratte da QAnon nessuna di queste condizioni permette di escludere un’adesione a temi e ambienti complottisti. QAnon include anche persone di atteggiamento razionale, di buona se non ottima cultura, include progressisti e militanti di sinistra, include giovani ed anziani, poveri e ricchi. Ci si può avvicinare percorrendo più strade, si può trovarsi a partecipare a QAnon in varie modalità, magari privilegiando alcuni aspetti e tralasciandone altri. Non è un fenomeno che riguarda esclusivamente alcuni settori della società.

I tempi che verranno

Una mappa per l’uso più intenso su Twitter delle parole chiave collegate a QAnon in Europa. Realizzata dal giornalista BBC S. Sardarizadeh nei tre mesi estivi del 2020

Se la diffusione di QAnon in Europa è ancora una frazione rispetto alla situazione statunitense e se in particolare in l’Italia è per il momento un fenomeno del tutto marginale, l’improvvisa espansione che ha conosciuto questa estate, alcuni cambi di strategia e il supporto di frange ultra-conservatrici non escludono un incremento nel nostro Paese.

È da vedere come QAnon reagirà alla sconfitta di Donald Trump e se Trump riuscirà a rimanere un attore rilevante della politica interna USA. Non è affatto da escludere che l’insuccesso venga metabolizzato in chiave positiva, in fin dei conti QAnon è pervaso dalla certezza della vittoria, per quanto vi siano culti a carattere salvifico che messi di fronte ad una crisi strutturale si sono rapidamente sciolti, inclusi alcuni che si sono avvitati in una spirale drammaticamente autodistruttiva.

Dall’altra parte i disagi del reiterarsi di ondate della pandemia accrescono il senso di impotenza, aumentano la rabbia che si canalizza verso le istituzioni e comprimono la socialità fisica in favore di una socialità mediata dai social network e dalle attività online.

Una così clamorosa incursione dell’irrazionalità nella storia recente delle pratiche politiche delle nazioni occidentali è un evento che non può passare inosservato. Naturalmente uno dei fattori più evidenti del suo successo è a comune con tante altre teorie del complotto, ovvero un insieme molto complicato di pseudo-fatti, involuti ed intrecciati che però sono di facile comprensione per chiunque. Molta complessità ma nessuna profondità. Permettono “spiegazioni” semplici – e per quanto terrificanti nelle premesse, rassicuranti negli sviluppi – di fenomeni storici complessi e contraddittori, dal cambiamento climatico alle dinamiche di un’epidemia.

I QAnon non hanno un’idea di società ben definita, chiara od univoca. C’è una battaglia nel presente del Bene contro il Male, che sarà certamente vinta e garantirà un futuro tanto luminoso quanto sfumato nei dettagli.
Il seguaci di Q quindi non sono pericolosi per il loro progetto, ma lo sono per le modalità con cui vi partecipano.
QAnon è facilmente cooptabile per un disegno autoritario, sono privi di dubbi perché tutto è giustificabile ex-post grazie alla cripticità di Q, sono coesi e senza limiti verso gli avversari – in fondo quale punizione può essere sufficiente per dei satanisti pedofili e cannibali?

Non sappiamo se la parabola di QAnon sia prossima ad una fase discendente, ma di fronte alle difficili sfide globali del presente e del futuro non possiamo scordare che movimenti irrazionali, violenti e manichei sono esplosi più e più volte nel nostro passato. Di alcuni di questi ancora portiamo le cicatrici.

Il complottismo, che con le nuove tecnologie di comunicazione e relazione sociale ha conosciuto in questi anni una diffusione crescente, scava crepe nel tessuto sociale rendendo impossibile il confronto fra le diverse visioni. Rifiutando la fattualità distrugge ogni terreno comune di discussione. È necessario trattarlo per quello che è, ovvero un desiderio di autoritarismo, una minaccia per la democrazia.


Nota sul metodo

La selezione degli account Twitter da includere per la nostra ricerca è stata fatta sul criterio dell’autorappresentazione, ovvero sono stati considerati solamente quegli account che si autodefiniscono come seguaci di Q. Nella pratica abbiamo selezionato chi nel nome, nello screen name, nella descrizione, nella foto del profilo o in quella di testa oppure nel pinned tweet menzionino Q, QAnon, QNN, QArmy, 17Anon, WWG1WGA o termini espliciti analoghi ed inequivocabili. È stata fatta una revisione manuale per escludere account parodici o falsi positivi.

Abbiamo scelto di non usare altri termini comunemente collegati a QAnon (come la tripla stella in onore del Generale Flynn, “The storm is incoming” e molti altri) poiché in vari casi questi, pur essendo nati o fortemente diffusi in quell’ambito, non gli sono — o non gli sono più — esclusivi. Siamo al corrente che questo ci ha impedito di includere alcuni attori del QAnon italiano, che comunque monitoriamo.
Abbiamo escluso tutti gli account che negli ultimi 3000 tweet non usassero in maniera significativa la lingua italiana, ovvero quelli che fra tweet e retweet non usassero l’italiano almeno nel 10% dei casi. Il 10% è una percentuale comunque rilevante in un ambiente in cui la quasi totalità del materiale nasce ed è fruita in lingua inglese. Sono altresì esclusi gli account privati, ovvero quelli che mostrano contenuti solo ai propri follower.

Si noti che in particolare non abbiamo indagato chi semplicemente condivide — magari anche a ritmi notevoli — i materiali riferibili a QAnon ma solo chi si autodefinisce esplicitamente suo seguace: una scelta obbligata per lavorare con criteri semplici, ragionevoli ed ottenere risultati consistenti e riproducibili, seppur ovviamente questo fotografi soltanto parte della questione e non tutta la sua estensione.

A partire da un primo insieme di account italiani collegati a QAnon abbiamo esplorato la relazione di “following” e di “retweet” individuando così gli account seguiti e quelli da cui venivano condivisi materiali. Abbiamo poi selezionato fra questi nuovi account solo quelli di promotori di QAnon in italiano, con i criteri prima esposti. Il procedimento è stato iterato fino a completezza.

Tutti i dati qui analizzati sono pubblicamente accessibili e sono stati raccolti in conformità alle policy della piattaforma che li ospita. I dati sono stati raccolti durante i mesi di ottobre e novembre 2020 e sono aggiornati al 23 novembre.