In occasione del 16° congresso ANPI riunito a Rimini, vi proponiamo una passeggiata nella città Medaglia d’Oro al Merito civile per la Resistenza. Dotati di smartphone o tablet potrete ripercorrere, direttamente nei luoghi dove sono accaduti, gli eventi più significativi della Lotta di Liberazione e della Seconda guerra mondiale.
A guidarvi sarà una web-app gratuita che, oltre a fornire cartine urbane, tracciati e distanze per raggiungere strade, piazze e monumenti, racconterà fatti e vicende. Con un tocco sullo schermo del vostro dispositivo, potrete anche visionare documenti d’archivio, fotografie, filmati e ascoltare sonori e testimonianze, d’epoca e recenti. Tutto grazie al portale Resistenza mappe, frutto del lavoro degli Istituti storici della Resistenza dell’Emilia Romagna in Rete, in collaborazione con le ANPI, altri enti e associazioni del territorio. Dallo scorso anno, in ogni capoluogo della regione, la piattaforma offre app specifiche continuamente aggiornate con le quali studenti, turisti e residenti possono passeggiare alla scoperta degli anni 1943-1945.
Tra le nove città capoluogo, Rimini è stata la prima a sbarcare on-line con due itinerari personalizzabili da percorrere a piedi nel centro storico – “Tra Linea Gotica e bombardamenti, la Resistenza” e “La distruzione che viene dal cielo, i segni della guerra” – e uno extraurbano, “Come le staffette, percorso ciclabile”. Per cominciare la visita, basta un clic a www.resistenzamappe.it
Segnaliamo alcune delle tappe di “Tra Linea Gotica e bombardamenti, la Resistenza”. Sia per la vicinanza con la Linea Gotica, sia perché porta d’ingresso alla Pianura padana, Rimini è travolta dalla battaglia, la lotta partigiana e la repressione nazista e fascista acquisiscono caratteristiche uniche. L’itinerario completo è di 3,6 km, percorribile agevolmente a piedi in circa 45 minuti.
Integriamo con alcune soste da “La distruzione che viene dal cielo, i segni della guerra”. Più breve dell’altro, copre una distanza di 3 km con un tempo di percorrenza stimato in 30 minuti.
Piazzale Arco d’Augusto. Il 10 maggio 1944, vicino l’Arco d’Augusto, i gappisti Ivo Lotti e Silvio Cenci sono sorpresi da Furio Floridan e Antonio Domeniconi, repubblichini del secondo battaglione M “Venezia Giulia”. I due partigiani riescono a estrarre le armi e a colpire a morte Florian, provando poi a fuggire. A Cenci però rimane incastrato l’orlo dei pantaloni nella catena della bicicletta. Domenicani lo fulmina con il mitra.
L’episodio darà il via ad arresti e rappresaglie nei confronti degli antifascisti riminesi.
Piazza Tre Martiri – Impiccagione di tre partigiani.
Il 16 agosto 1944 Adelio Pagliarani (19 anni), Mario Capelli (23) e Luigi Nicolò (22), arrestati due giorni prima in via Ducale (v. avanti) e torturati sono giustiziati per impiccagione nell’allora Piazza Giulio Cesare.
Il comando tedesco ordina che i corpi appesi al capestro rimangano esposti per tre giorni come monito per la cittadinanza, ma il commissario prefettizio Ugo Ughi la sera del 17 fa deporre le salme nelle bare per trasportarle al cimitero, dove saranno sepolte il 18.
Via Lavatoio, 4 – Casa delle staffette. Residenza di Attilio Venturi, uno dei responsabili militari dei partigiani è considerata la “casa delle staffette”. Vi si riuniscono e partono per i Comuni del circondario le staffette organizzate da Rosina Donini (Margherita), moglie di Venturi.
Piazza Cavour: Albergo Cavour e Vecchia pescheria – Sede CLN
Pur già in attività, il Comitato di Liberazione Nazionale riminese, guidato da Decio Mercanti, nasce ufficialmente agli inizi di marzo del ’44 a Villa Verucchio nella casa del fornaio Luigi Fiorani. A causa degli enormi sconvolgimenti della città, sarà impossibile per i dirigenti partigiani dotarsi di una sede fissa fino a Liberazione avvenuta. La prima sede stabile del Comitato di Liberazione Nazionale di Rimini è in Piazza Cavour: all’Albergo Cavour e successivamente nei locali del ristorante situato dirimpetto, il “Leon d’oro” in Via Pescheria. Nella sede della Vecchia Pescheria, il 24 marzo 1921, si era costituito il fascio riminese.
Via Cairoli angolo C.so d’Augusto – Uccisione di Igino Chesi ed Enrico Battarra.
Il 24 agosto 1944, solo 8 giorni dopo l’assassinio dei Tre Martiri, non lontano dalla piazza, in Via Cairoli vicino all’angolo con il Corso d’Augusto vengono uccisi due gappisti, Igino Chesi e Enrico Battarra.
Via Trai, 1 – Sede dei partigiani. Residenza di Giovanni Grossi, socialista, tra i partecipanti al Comitato del Fronte Nazionale Antifascista riminese (antesignano del CLN, si costituì nel giugno ’43 e fu attivo fino a settembre dello stesso anno). La casa venne utilizzata come base per le riunioni del CLN, gli incontri dei partigiani e come luogo sicuro per nascondersi. In alcuni memoriali si racconta che nella casa ebbe luogo una riunione tra la dirigenza nazionale del CLN Alta Italia e il CLN locale.
Rocca Malatestiana – Carceri comunali. La Rocca viene bombardata il 28 dicembre 1943, colpita in maniera leggera, ma i resti del cassero e dell’antica “domus magna” ne risentono profondamente. Nello scoppio viene scardinato il portone principale e dalla breccia scappano alcuni prigionieri, catturati dopo l’8 settembre. In particolare 6 ebrei (una famiglia ferrarese e tre donne – nonna, madre e figlia – originarie di Trieste), riusciranno a trovare rifugio in case private e in istituti religiosi. Dopo questo episodio le carceri sono spostate al Convento delle Grazie, futura sede dell’Arma dei Carabinieri. Già nel 1945 la Rocca tornerà a essere utilizzata come prigione.
Vicolo San Bernardino – Rifugio antiaereo. Nei sotterranei della chiesa di San Bernardino viene allestito uno dei rifugi antiaerei cittadini: «Era un rifugio paraschegge che era servito per la I Guerra Mondiale – ricordano testimoni – praticamente ci si poteva conservare le bottiglie in fresco, lì, e basta […]».
Stazione ferroviaria – Piazzale C. Battisti. I ferrovieri riminesi e gli operai dell’Officina Grandi Riparazioni offrirono un grande contributo alla lotta antifascista. Rimini subisce dal 1° novembre 1943 al settembre del 1944 quasi 400 bombardamenti, dal mare, dal cielo e da terra; le case distrutte sono l’82%. La stazione viene rasa al suolo. Dopo la Liberazione, utilizzando i fondi del Piano Marshall saranno proprio gli operai, riunitisi nel GRIVOFER (Gruppo Ricostruttori Volontari della Ferrovia) a rimettere in piedi le officine per ricominciare a lavorare il prima possibile.
Pubblicato mercoledì 11 Maggio 2016
Stampato il 11/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/itinerari-della-resistenza/in-visita-a-rimini-con-lapp-della-resistenza/