Santo Santino e Ottavio Terranova in un incontro a Gratteri nel 2016

Aveva quasi cento anni il comandante partigiano Santo Santino. Se n’è andato a Livorno, dove viveva da tempo, il 28 maggio scorso. La notizia è subito arrivata fino in Sicilia perché “Ciclone”, questo il nome di battaglia dettato dal temperamento che lo caratterizzava, era nato a Gratteri, Madonie, Palermo, il 3 marzo 1922.

Tornava spesso nella sua regione di origine, teneva incontri e continuava a testimoniare l’esperienza della lotta di Liberazione. Lo voglio ricordare come si raccontava lui: “Sono sempre stato sulla linea di Pertini, le parole convincono, le azioni trascinano. So che è difficile realizzare il socialismo, ma il principio è semplice: ogni essere vivente deve vivere e deve avere il minimo vitale per vivere”. E  amava ripetere: “La dignità è la prima cosa. Guai a perdere la dignità di uomini!”.

Quanto fosse importante la dignità lo aveva capito quando aveva vent’anni Santo Santino. Nel ’43 era imbarcato sull’incrociatore Arborea, nel porto di Durazzo al momento dell’armistizio, e subito insieme ad altri marinai decise di percorrere la strada della Resistenza.

Partigiano delle Brigate Matteotti, operò principalmente sul Grappa e nella pianura verso Montebelluna fino al Montello; divenne comandante del battaglione “Tonino Boschieri”,  amico e compagno di lotta barbaramente ucciso durante il terribile, grande rastrellamento del settembre ’44.

Santo Santino e, a destra della foto, Giusy Vacca dell’Anpi di Palermo

La brigata era una spina nel fianco degli occupanti nazifascisti per le clamorose azioni di sabotaggio messe a segno, di una parlò addirittura Radio Londra quando, vicino ad Assago, “Ciclone” e il suo gruppo assalirono un camion tedesco e liberarono dei prigionieri italiani destinati ai lager nazisti.

E ancora le battaglie, una dopo l’altra, fino alla liberazione di Maser, territorio di Treviso, nell’aprile 1945.

Qui una testimonianza che ho registrato in occasione di una delle permanenze di Santo Santino a Gratteri.

Per la sua scomparsa ho letto tantissimi messaggi con il cordoglio di rappresentanti delle istituzioni locali e delle Anpi locali.

Durante un’iniziativa a Livorno con il presidente dell’Anpi provinciale, Gino Niccolai (a destra dello scatto)

Desidero riportare l’addio del presidente provinciale dell’Anpi livornese e componente del comitato nazionale dei partigiani, Gino Niccolai “Ci mancheranno le tue visite all’Anpi, le discussioni, a volte accese, ma che ci facevano apprezzare la tua capacità di analisi, la lucidità del pensiero, la voglia di combattere e di essere sempre il partigiano Ciclone, che con umiltà e fermezza esprimeva sempre liberamente il suo pensiero. Mancherai a quei bambini, a quei ragazzi a cui hai raccontato le tue esperienze di vita con leggerezza e con al fondo il rispetto per le persone, anche se nemici. Fai buon viaggio Santino, comandante Ciclone”.

Santo Santino e Ottavio Terranova a Gratteri nel 2016

Dopo i funerali, che si terranno a Livorno, aspettiamo Santo Santino a Gratteri, dove “Ciclone” ha scelto di riposare per sempre.

Non ti dimenticheremo comandante, nella vita non ha mai smesso di seminare la speranza e la grande fraternità coltivata nei mesi della montagna e noi, in questa amata terra di Sicilia, continueremo a trasmettere la tua memoria alle nuove generazioni.

Ottavio Terranova, presidente provinciale Anpi Palermo,  coordinatore Sicilia, vicepresidente nazionale Anpi