Andare in visita a Correggio in casa di Germano Nicolini, come ho avuto l’onore di fare insieme al presidente dell’Anpi di Reggio Emilia, Ermete Fiaccadori, significava davvero incontrare la storia migliore di questo Paese. Non a caso il libro curato da Laura Gnocchi e dal sottoscritto nell’ambito del progetto “Noi, Partigiani”, si apre con la sua testimonianza.

La vicenda del Comandante Diavolo unisce al tempo stesso eroismo, cultura democratica e spirito di Resistenza. Nella guerra partigiana e nel che stravolgevano l’ispirazione unitaria del Cln. Lui ne era ben cosciente. Finché ha potuto, quando non era più in grado di uscire di casa, riceveva i giovani e non smetteva di raccontare.

Gli dava forza l’affetto dei concittadini, mai venuto meno neanche nei lunghi anni della denigrazione. Sapeva bene quanto significasse la sua vicenda in un Paese dove l’antifascismo resta oggetto di controversia. E il risarcimento morale a lui è stato tributato con grave ritardo. Conoscerlo è stato un grande onore perché Germano Nicolini è e resta un vero maestro di vita.