
L’attenzione è alta mostrano i volti collegati nel video-incontro. Il presidente nazionale dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo illustra la sua relazione, Carlo Ghezzi, vicepresidente nazionale vicario e presidente della riunione, gli siede accanto nella sala riunioni della sede centrale a Roma.

Il resoconto di Pagliarulo è a tambur battente, concentra in poco meno di 1.500 parole l’analisi della situazione politica italiana, “il deserto di relazioni sociali che ci circonda”, inquadra le tensioni internazionali in un mondo interconnesso. Bandito ogni allarmismo ma pure ogni sottovalutazione a fronte di tante incognite, il presidente affronta la responsabilità a cui è chiamata l’Anpi. Perché se molte altre volte nei 77 anni della sua storia il sodalizio resistente è stato essenziale nella dinamica democratica del Paese, la pandemia ha marcato una linea di non ritorno rispetto al passato, portando a galla nodi e guasti antichi.

Cita Meneghello, il presidente Pagliarulo per introdurre i temi cruciali al centro della riunione: il percorso congressuale, l’assise nazionale e il documento che li accompagnerà: “Che cos’è una patria se non un ambiente culturale? Cioè conoscere e capire le cose?”.
Il 2021 è l’anno del 17° Congresso nazionale dell’associazione, da tenersi in autunno. Tuttavia prevedibilmente, lo svolgimento sarà condizionato dal rischio contagi e dalla campagna vaccinale. Il momento collegiale è infatti preceduto dai consessi nei territori, dove si fanno bilanci, si rinnovano i gruppi dirigenti locali e si eleggono i delegati all’assemblea generale. Ed è impensabile affrontare una simile importante fase con incontri online, che mai potrebbero coinvolgere tutti gli iscritti, e tutto potrebbe slittare di mesi. Bocce ferme, allora? Niente affatto.

L’idea avanzata dal presidente nazionale e, lo anticipiamo, accolta dal gruppo dirigente centrale dei partigiani, è di avviare da maggio un percorso “precongressuale” in videoconferenza con dirigenti nazionali, regionali, provinciali e di sezione.
Tutto ruoterà intorno al documento congressuale, il manifesto programmatico che scandirà le linee guida dell’impegno associativo dei successivi cinque anni. È compito del presidente nazionale stenderne la bozza, ma non è il frutto di un uomo solo al comando, non funziona così all’Anpi. Il testo provvisorio è già stato discusso in numerose riunioni con i vicepresidenti e il presidente emerito Carlo Smuraglia, poi ha superato due passaggi in Segreteria nazionale. Ne è stata curata la forma grazie al vicepresidente Ferdinando Pappalardo, insigne italianista, ed era stato inviato in visione ai componenti del Comitato nazionale per esaminarlo, dibatterne in riunione, ed eventualmente emendarlo. Il voto finale è previsto nella prossima riunione del Comitato nazionale.

Il contenuto, riassume Pagliarulo, si apre con un ricordo di Carla Nespolo, poi si articola in tre parti: “Uniamoci per salvare l’Italia”, premessa e al contempo sintesi dell’intero documento; “Il mondo visto dall’Anpi”; “L’Anpi e la sfida del presente” con proposte, prospettive e compiti dell’associazione, in particolare sul tema delle radici, della grande alleanza, dell’antifascismo e dell’antirazzismo del nostro tempo, di una nuova statualità, della condizione giovanile e delle donne. La parte finale del manifesto programmatico è dedicata all’organizzazione, rilevando per esempio la necessità di dar vita a nuove sezioni nei luoghi di lavoro e di studio, e di sdoppiare le più numerose.

Un altro aspetto in evidenza nel documento è il rapporto con le altre associazioni resistenziali. C’è una lunga e sofferta storia dietro l’attuale arcipelago delle altre piccole e piccolissime associazioni della Resistenza. L’Anpi in origine raccoglieva tutti i partigiani. Un’unione spezzata nel 1948 dalla guerra fredda con la fuoriuscita prima di cattolici e autonomi che costituirono la Fivl, e l’anno successivo delle componenti azioniste, raccoltesi nella Fiap. Non mancarono i tentativi di evitare la scissione e poi di ricomporla, molto si spese Boldrini proponendo il Consiglio federativo della Resistenza al congresso di Torino, presieduto da Ferruccio Parri, e ancora durante il governo Tambroni. “Ma quel mondo non esiste più da tempo”, ricorda Pagliarulo. E se fu anche l’afflato unitario del Consiglio federativo della Resistenza a essere punto di riferimento del moto antifascista nel luglio 1960 “quel patrimonio non può andare disperso” e dunque “con la dovuta gradualità e prudenza” l’invito è ad avanzare “passi unitari”.
La fase precongressuale, altra novità, si potrà avvalere del primo titolo della nuova linea editoriale dell’Anpi I libri di Bulow dedicato alla storia dell’associazione e alle sue regole.

Una è stata realizzata il 12 marzo con l’ascolto, puro e assoluto, di alcune personalità della cultura italiana, che positivamente stupite di un incontro tanto atipico, con punti di vista diversi, hanno tutte sottolineato la fiducia riposta nell’Anpi, condiviso preoccupazioni sul futuro del Paese e dell’Europa, e la strada dell’alleanza lanciata con l’appello dello scorso gennaio.

Nel corso dell’anno a rovesciare superate visioni, pur di un’associazione combattentistica, ha contribuito una terza gamba: il rapporto inaugurato con lo Stato maggiore dell’esercito grazie al convegno online sulla dichiarazione di guerra dell’Italia nel giugno 1940, filmato e messo a disposizione di tutti i Comitati provinciali e sezioni che ne hanno fatto richiesta.
Ma c’è un altro fronte di operazioni per l’Anpi. Antico, attualissimo e preoccupante insieme: il contrasto ai neofascismi in uno scenario politico caratterizzato dalla crescita della forza elettorale di Fratelli d’Italia e Lega che mira “gratta gratta” a colpire la Costituzione.
Saranno materia del 17° Congresso, perché dovrà ratificarle, anche le modifiche allo Statuto dell’Anpi, necessarie per armonizzarlo alle norme del Terzo settore. Anche il nuovo testo statutario è stato inviato al Comitato nazionale che ha approvato all’unanimità alcuni cambiamenti in vista di una successiva iscrizione al Runts, il registro degli enti con finalità civiche o utilità sociale. La riunione di interrompe brevemente per permettere al notaio di provvedere all’atto di legge.
Il parlamento Anpi ha approvato all’unanimità la relazione del presidente nazionale Pagliarulo e un Odg da lui proposto sul quale non ci soffermiamo perché è già stato diffuso e la stampa nazionale ne ha dato conto. Così pure per le iniziative del 25 aprile.
Di certo all’associazione dei partigiani nel prossimo futuro aspetta un gran lavoro ma gli eredi della Resistenza hanno in dote molte bussole per orientarsi ad ogni bivio e superare ogni ostacolo: la memoria della lotta di Liberazione e i valori sanciti nella Costituzione.
Pubblicato lunedì 5 Aprile 2021
Stampato il 07/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/primo-piano/anpi-quando-la-democrazia-si-organizza/