È la prima volta che, a Bari, le manifestazioni commemorative del 28 luglio si estendono a tutta la giornata e investono molti luoghi della memoria. Siamo al 78° anniversario della strage compiuta nel 1943 dall’esercito badogliano, che fece fuoco contro un corteo pacifico di giovani in festa per la caduta del fascismo avvenuta tre giorni prima, uccidendone 20 e ferendone 38 (questi i numeri accertati, ma il bilancio fu indubbiamente più grave).
Fra i Caduti, il diciottenne Graziano Fiore, che stava andando con tutto il corteo a reclamare la scarcerazione dei prigionieri politici antifascisti, uno dei quali era suo padre Tommaso Fiore, leader dell’antifascismo intellettuale pugliese.
La strage fu compiuta in via Niccolò dell’Arca, sotto i balconi della federazione barese del Fascio di cui i manifestanti chiedevano lo smantellamento. E avvenne quasi contemporaneamente all’eccidio di Reggio Emilia, nel quale perirono 9 operai fra cui una donna incinta, vittime di una scarica di fucileria dei militari, che qui come a Bari e in numerose altre città, obbedendo ciecamente alla famigerata circolare emanata dal capo di stato maggiore Roatta per volontà del capo del governo militare Badoglio (sparare per «colpire come in combattimento»), causarono molti morti fra i manifestanti (in totale almeno 65) oltre a un altissimo numero di feriti.
A Bari, in questo anniversario, l’omaggio ha inizio la mattina presso la targa stradale di via Caduti del 28 luglio 1943 e, a seguire, per la prima volta dopo molti anni, presso il Sacrario delle vittime della strage, che, proprio nel cuore del cimitero monumentale, custodisce le spoglie dei giovani uccisi.
A organizzare le cerimonie è il Comune con l’Anpi e il Coordinamento provinciale antifascista (di cui fanno parte, con l’associazione partigiana, Arci, Cgil, Libera, Link, Uds e circolo Zona Franka). Particolarmente significativa e toccante è, nel pomeriggio, la rievocazione che ripercorre idealmente i passi di quei giovani antifascisti, muovendo dal liceo Q. Orazio Flacco, cui faceva capo un gruppo di studenti e professori che furono tra i principali organizzatori del corteo, per fare tappa all’incrocio di corso Vittorio Emanuele II con via Sparano, dove il grosso del corteo prese l’avvio, sostare quindi in via Sparano nei pressi della libreria Laterza, che era con l’omonima casa editrice il centro animatore dell’antifascismo liberaldemocratico, e raggiungere infine lo spazio fra piazza Umberto I e via Niccolò dell’Arca, dove il corteo fu tragicamente interrotto e dove ora insistono, raccolte in un’aiuola attorno a un monumento, le epigrafi commemorative circondate dalle venti pietre d’inciampo che riportano i nomi di ciascun Caduto.
In ogni tappa è collocato un roll up che spiega e illustra il succedersi dei fatti, il cui testo viene letto al microfono subito dopo uno stacco musicale di canti partigiani eseguito al violino da Michele De Luisi.
I quattro roll up vengono riuniti nella manifestazione conclusiva; subito dopo vengono letti i nomi dei venti caduti mentre i presenti lucidano l’ottone delle pietre d’inciampo e depongono un fiore su ciascuna di esse.
Infine il sindaco Antonio Decaro, dopo aver deposto una corona al monumento, pronuncia un breve discorso, ringraziando in particolare i molti giovani presenti e garantendo l’impegno, nella progettata sistemazione di tutta piazza Umberto I, di dedicare speciale attenzione alla cura del memoriale per i Caduti della strage di via Niccolò dell’Arca.
Un ottimo auspicio per i prossimi anni e soprattutto per l’80° che cadrà nel 2023 e dovrà essere occasione di un ampio percorso memoriale, che si svolga per un anno e coinvolga in molte forme la cittadinanza e le scuole.
Pubblicato venerdì 30 Luglio 2021
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