Due momenti della cerimonia promossa dall’Anpi a Macerata al monumento ai Caduti nell’anniversario 2021 della Liberazione della città

“L’antifascismo deve essere il denominatore comune dell’agire politico, della vita delle Istituzioni democratiche nate dalla Resistenza. Al di là del confine dell’antifascismo non c’è alcuna zona neutra, c’è solo il fascismo”. È dura Lucrezia Boari, presidente della Sezione Anpi di Macerata, nel suo intervento alla manifestazione del 30 giugno promossa dai partigiani maceratesi per celebrare il 77° della Liberazione della città.

Una ricorrenza coperta quest’anno da un velo di grave sgradevolezza: all’Anpi infatti non è stato permesso di portare il saluto nella tradizionale cerimonia istituzionale.

Un corona di fiori in omaggio ai tanti partigiani che hanno sacrificato la vita nella lotta contro l’occupazione nazifascista

Il motivo è stato spiegato alla stampa dalla vice-sindaco della città Francesca d’Alessandro: “La celebrazione non deve avere connotazioni politiche”. Immemore l’amministrazione che il 30 giugno 1944 furono i partigiani del gruppo bande Nicolò i primi a entrare in città dopo la fuga dei tedeschi, dimentica del contributo determinante della Resistenza alla Liberazione sia in quelle terre, sia in tutto il Paese occupato.

E la risposta a questa forzatura tutta bassamente politica è stata data dalle centinaia di persone accorse in piazza Vittoria per partecipare alla manifestazione dell’Anpi.

Associazioni democratiche, sindacati e tanti cittadini a Macerata alla cerimonia dell’Anpi

“Dietro la scelta di non far parlare l’Anpi alla celebrazione istituzionale della Liberazione – ha commentato Mari Franceschini, componente del comitato nazionale dell’associazione, nel corso delle sue conclusioni – si nasconde una strategia che non è solo del Comune di Macerata ma si verifica in tutta Italia laddove governa il centrodestra o la destra. Una volontà precisa di tacitare alcune voci, di riscrivere la storia per un suo uso politico, di negare l’enorme contributo della Resistenza alla Liberazione dal nazifascismo. Non dobbiamo permetterlo. L’Anpi continuerà ad essere presente, a denunciare, a fare cultura, in particolare tra i giovani”.

La decisione della giunta di Macerata ricalca la fotografia di una massiccia ostilità nei confronti dell’associazione, e dunque dei valori e della storia di cui è portatrice attiva, che è quasi quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Mari Franceschini ha rilanciato l’allarme e Lorenzo Marconi, Presidente dell’Anpi provinciale ha raccomandato unità e intensificazione dell’attività antifascista.