Trequanda, terza Festa della Costituzione, foto © Carlo Pellegrini

Nella piccola piazza Garibaldi di un paese quasi da fiaba si respira l’aria delle grandi occasioni, o meglio delle grandi opportunità. Oltre il magnifico torrione medievale ti accoglie un’Italia che “(R)esiste ed esiste”, come recita lo striscione che domina la piazzetta. Su una panchina di marmo discute un gruppetto di persone, un altro ai tavolini di un bar commenta i ragionamenti di un dibattitto in corso di fronte. Intorno visi giovani e giovanissimi, intelligenti, sorridenti e attenti, pass al collo: Manlio, Gianpiero (sì, con la enne), Michela, Chiara, Ilaria, Alessandra, alcuni tra coloro che ho conosciuto meglio, tutti dirigenti e iscritti Anpi.

© Carlo Pellegrini

Benvenuti a Trequanda, sulle dolci colline senesi, alla 3ª edizione della Festa della Costituzione, kermesse itinerante nella Valdichiana, un passato resistente da leggenda e un futuro che sembra passare proprio da qui. La Festa è nata nel 2018 grazie all’impegno delle 10 Anpi locali, con il patrocinio dell’Unione dei sindaci e della Regione Toscana. Quattro anni fa, a Monticchiello, Pienza, dove settanta partigiani vinsero una memorabile battaglia contro duecento ben armati militi nazifascisti, sulla Costituzione vi aveva tenuto «una meravigliosa lectio magistralis» Carlo Smuraglia. Anche in questo luogo incantevole ci si abbraccia nel ricordo del presidente emerito dell’Anpi scomparso il 30 maggio. Molte delle persone che dal 3 al 5 giugno si sono trovate alla tre giorni erano a Milano per i funerali.

Foto © Carlo Pellegrini

Se il filo conduttore di ogni edizione è nel “palindromo” Costituzione-Resistenza-Antifascismo, lo spirito che muove la manifestazione è semplice e formidabile al contempo: dedicare ogni anno all’approfondimento del testo della nostra Carta, in cui nella perfetta architettura ideata ed elaborata dalle madri e dai padri fondatori della Repubblica ogni articolo ne richiama un altro, l’art 11, l’art 3, il 41 e via elencando. Perché quel sommo testo è evergreen e, ancora neppure pienamente attuato, da quasi 75 anni continua a disegnare il futuro, a indicare la strada per tutelare diritti faticosamente conquistati e costruirne di nuovi rispondendo alle necessità del presente, ad affermare principi di giustizia sociale e di eguaglianza, sostegno ai più deboli, pari opportunità per tutti, parlando a ciascuno di noi.

Foto © Carlo Pellegrini

Ed ecco allora in questo 2022 le sollecitazioni dell’art. 32, perché l’emergenza covid ha messo in evidenza disparità e iniquità divenute voragini, e dell’art 49 per rilanciare il prendersi “cura” della res pubblica e della partecipazione più allargata possibile in un momento delicatissimo per l’Italia, in un mondo provato da due anni di covid e ora anche dalla guerra in Europa. Protagonista, in altre parole, è stata la politica. Ma quella della passione civile, del Paese migliore, dell’Italia che c’è, il contrario di quella litigiosa e bisbetica di partiti scarichi, esausti, ormai da lustri intossicati dalle divisioni, in apparenza destinati alla sconfitta e intanto ad avanzare sembra soltanto la destra, populista e nazionalista.

© Carlo Pellegrini

Un bel parterre per un programma fitto di dibattiti: da Rosy Bindi, Flick, Caselli, Agnoletto, Mina Welby, Simona Gola di Emergency, Francesca Re David della Cgil ad Anna Falcone, Civati, Fiano, Eric Gobetti, Francesco Filippi, Marcello Flores, solo per citare qualcuna delle personalità della politica e della società civile intervenute. Un intero fine settimana con anteprima il 2 giugno a Castelmuzio, dove nel giorno della Festa della Repubblica i sindaci hanno distribuito copia della Costituzione alle ragazze e ai ragazzi divenuti maggiorenni. Proprio alle nuove generazioni e ai loro linguaggi è stato inoltre riservato nella Festa uno spazio artistico sul fumetto, «una forma di Resistenza», realizzato con le scuole di Torrita e Trequanda in collaborazione con il Comune ospite, disegnatori, autori di graphic novel, e docenti. E ancora spettacoli con Emergency e concerti di studenti e band del territorio dedicati alla pace.

Silvia Folchi, presidente comitato provinciale Anpi Siena e componente del comitato nazionale dell’associazione dei partigiani. © Carlo Pellegrini

«Indispensabile è il sostegno di tutti i sindaci della Valdichiana proprio perché ci ritroviamo nel segno della Costituzione – ha detto nel saluto conclusivo la presidente del comitato provinciale Anpi Siena e componente del comitato nazionale, Silvia Folchi –. Quest’anno la presenza del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, del vicepresidente nazionale Emilio Ricci, l’avvocato che si sta occupando di una nuova legge per il contrasto ai neofascismi, e di Natalia Marino, direttrice di Patria Indipendente, il giornale dell’associazione, ha dato di fatto alla Festa una connotazione nazionale». E interpretando il sentire diffuso che ha pervaso l’appuntamento: «Credo sia stata una tre giorni importante di incontri, confronti e ascolto di cui tutti avevamo un grande bisogno».

Per esempio, nell’idea ‘ostinata’, fermamente coltivata da queste parti, che la democrazia si fa dal basso e anche l’organizzazione costruisce pensiero e rete: “Una grande alleanza democratica per difendere la Costituzione e la memoria” era il titolo dell’incontro con Gianfranco Pagliarulo, l’avvocata e attivista referendaria Anna Falcone, il presidente nazionale Arci Daniele Lorenzi, il presidente della casa editrice People, Pippo Civati, coordinati dalla giornalista del Tg1 Maria Grazia Mazzola.

Nessuno tra i moderatori e i relatori è stato scelto a caso: Mazzola per esempio è stata vittima della violenza mafiosa mentre stava realizzando un’inchiesta e ha inoltre una genealogia familiare antifascista di tutto rispetto.

© Carlo Pellegrini

Impossibile dare conto della vastità e della profondità degli argomenti affrontati, a cominciare da quelli suggeriti e analizzati dal presidente nazionale Anpi, più volte applaudito, che dopo aver ricordato l’impegno continuo, la missione dell’Anpi per la Costituzione, con Smuraglia e anche con Carla Nespolo che gli seguì alla guida dell’associazione, ha spaziato dalla storia del nostro Paese all’attualità più stretta, politica, sociale ed economica. Prendiamone atto, nel vacuum lasciato dai partiti di massa, dai “corpi intermedi” di una volta, è grande la responsabilità delle associazioni, dalla società civile.

Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi, durante il dibattito alla Festa © Carlo Pellegrini

Dunque critiche, certo, ma pure risposte grazie alla straordinaria capacità dell’Anpi di leggere oltre la contingenza, di mobilitarsi con le realtà virtuose che animano il Paese, di proporre nuove visioni (non erano visionari anche i partigiani?). Ne è riprova il documento-appello “Uniamoci per salvare l’Italia” elaborato addirittura prima che la pandemia rendesse palesi disuguaglianze antiche, vecchie povertà e ne producesse di nuove, mostrasse una rappresentanza politica a mezz’asta e il rapporto abissale tra i luoghi dove si decide il destino dei cittadini e le persone in carne ed ossa.

© Carlo Pellegrini

«Ora c’è la guerra – ha detto Pagliarulo – ma non partivamo da zero rilanciando un impegno centrato su “Persona-Lavoro-Socialità” dell’alleanza, tre parole mai state così drammaticamente attuali. Abbiamo però una grande forza: quella dell’associazionismo. Questo mondo comunitario si trova con la responsabilità, per quanto possibile, di tenere assieme il Paese, di fare lobbying presso i partiti, dove siamo la lobby del popolo, di parare il potenziale scivolamento a destra, di proporre e praticare una sorta di didattica costituzionale, avanzare una visione e praticare un’utopia. Alcuni dicono che un’utopia è ciò che non si potrà mai realizzare e invece l’utopia è semplicemente ciò che non si è ancora realizzato. E la nostra utopia è far realizzare pienamente la Costituzione». Come una qualsiasi altra invenzione umana, in effetti.

Infine citando il musicista Gustav Mahler, il presidente nazionale Anpi ha concluso: «non dobbiamo essere adoratori delle ceneri ma custodi del fuoco, questo siamo come Anpi, questo è il nostro dovere di eredi della Resistenza».

Nella foto Anna Falcone, al centro, e la giornalista © Carlo Pellegrini

Ha spronato a percorrere il cammino dell’alleanza il presidente nazionale Arci Daniele Lorenzi; suggestivi l’invito a non confondere la parola resilienza con Resistenza e i «compiti a casa» di Pippo Civati, presidente della casa editrice People, rammentando che il prossimo anno si voterà per le politiche e la legge elettorale vigente «è un obbrobrio assoluto» ed è necessario coinvolgere tutti i grandi soggetti sociali, associazioni e sindacati; contagiosa la passione civile dell’avvocata Anna Falcone, allieva di Rodotà.

Un altrettanto comun denominatore della Festa, coagulante e collante attualissimo e insieme memoria di lotta democratica unitaria, è stato l’antifascismo. Più incontri sul tema hanno scandito la Festa. Ad “Antifascismo militante e Resistenza” abbiamo ragionato con i giovani e brillanti storici Francesco Filippi ed Eric Gobetti, autori anche a Patria Indipendente.

© Carlo Pellegrini

Con loro abbiamo capito, allargando lo sguardo all’Europa e al Parlamento Ue, che paradossalmente nel nostro Paese «il neofascismo non esiste» poiché ci sono fascisti e basta: se con Mussolini è finita la parabola del fascismo storico, a un secolo dalla marcia su Roma, rappresentano ben l’80 per cento della destra. Abbiamo appreso dei rischi nel dibattito pubblico di scivolare su un terreno congeniale ai nostalgici del ventennio: basti pensare che il termine totalitarismo tanto abusato oggi è stato coniato dall’uomo “nuovo” di Predappio.

© Carlo Pellegrini

Chi scrive ha recuperato gli spunti di riflessione degli altri incontri dalle registrazioni pubblicate sulla pagina Facebook di Anpi Sinalunga, che invitiamo a vedere. A “L’antifascismo alla prova dei fatti: sciogliere ogni organizzazione fascista” ha preso parte tra gli altri – coordinati dal direttore di Globalist, Gianni Cipriani, colui che rivelò l’esistenza di Gladio – l’avvocato e vicepresidente nazionale Anpi Emilio Ricci. Legale nei processi dove l’associazione dei partigiani è stata o è parte civile, Ricci ha sottolineato l’importanza della conoscenza della legge, della storia e della Costituzione sia nell’applicazione degli strumenti normativi esistenti, sia nel metterne a punto di nuovi, efficaci nel contrasto alle formazioni nere. Urgenti, dopo l’assalto alla sede nazionale Cgil e a un pronto soccorso dello scorso ottobre, e dopo la vicenda del monumento al criminale Rodolfo Graziani eretto con denaro pubblico, dei cittadini.

Emilio Ricci, vicepresidente nazionale Anpi,; Emanuele Fiano, deputato Pd, il direttore di Globalist, Gianni Cipriani; Maurizio Verona, sindaco di Stazzema

Argomenti che si sono intrecciati in “La crisi della democrazia e l’avanzata dei populismi. La Costituzione come argine alla democrazia” con Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale e affezionato della Festa, lo storico Marcello Flores, il magistrato Giancarlo Caselli, la segretaria nazionale Cgil Francesca Re David, moderati da Luca Frati del Consiglio nazionale  dell’Ordine dei Giornalisti.

© Carlo Pellegrini

Toccante e commovente la testimonianza di Mina Welby, co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, che insieme a Vittorio Agnoletto e alla consigliera della Regione Toscana Anna Paris era “Ai confini della Salute: le questioni ancora aperte per una sanità equa” con la moderatrice, giornalista e insegnante Simona Pacini.

© Carlo Pellegrini

Molto apprezzato – poteva essere altrimenti? – lo spazio dedicato a “Salute: un diritto universale ancora da realizzare” con Rosy Bindi, qui di casa da iscritta alla sezione Anpi di Sinalunga, Simonetta Gola di Emergency, la vedova di Gino Strada, la docente dell’università di Tor Vergata Donatella Morana, coordinati dal medico e presidente della Fimmgi senese, Maurizio Pozzi.

Ogni incontro è stato seguito con attenzione e partecipazione, e sì anche divertimento nel senso etimologico di interessare piacevolmente, nonostante il caldo torrido inclemente.

Sarà perché non è un appuntamento di partito, qui le salsicce sono buonissime (e lo afferma una quasi vegana) e pure il vino, rigorosamente rosso (non per scelta ideologica ma per i vitigni locali) la politica bella, tanto ambita, la voglia di confronto ci hanno accompagnato anche a tavola.

Lasciamo i volti stanchi ma soddisfatti del responsabile della programmazione della Festa, Manlio Beligni, presidente di Anpi Sinalunga, una delle sezioni promotrici, che già pensa al domani e anticipa: «Da settembre si ricomincia a lavorare, i risultati sono frutto di tanto lavoro, la prossima edizione sarà a Sinalunga», e di Gianpiero Giglioni, dell’Anpi Chianciano Terme, che ha organizzato una squadra di lavoro eccezionale per efficienza, disponibilità e generosità, mette in rilievo: «È stata indispensabile per l’apporto logistico anche la cooperazione delle associazioni a noi vicine».

© Carlo Pellegrini

Non ci siamo sentiti affatto in una riserva indiana: la possibilità per chiunque di fare domande, garbatamente, senza strategie della menzogna, senza dover chiedere umilmente parola ma con la possibilità di poter porre interrogativi, ha fatto dell’occasione non un ennesimo laboratorio o cantiere ma un mattone solido per ricominciare insieme da una piattaforma comune, cioè “costituzionale”.

Ecco: a distinguere la Festa che abbiamo seguito da altre iniziative è stata la capacità di divenire un’occasione corale di formazione civile e politica, senza maestri e discepoli. O meglio con un’unica grande maestra: la Costituzione, nata dalla Resistenza. Cioè da una vittoria di popolo, dall’unità di donne e uomini di ogni ceto e tradizione democratica. Non dimentichiamolo mai.