Durante la campagna elettorale per le presidenziali del 1970, visto il clima politico che si respirava in Cile, si presentò la necessità di creare un’organizzazione che difendesse Salvador Allende da possibili attentati. Beatriz “Tati”, la sua seconda figlia, era la più interessata a vedere materializzarsi questo gruppo, poiché viaggiando all’Avana aveva constatato l’efficienza che avevano i cubani in ulnacional de Bolivia (Eln-B) creato dal comandante Ernesto “Che” Guevara il 25 marzo 1967 che venne creata la “sezione cilena” dell’Eln-B.
“Fernando” (Francisco Gómez), “Kique” (Enrique Huerta Corvalán), “Carlos Álamos” (Jaime Sotelo), “Luisito” (Félix Vargas Fernández), “Bruno” (Domingo Blanco Tarres), “Manuel” (Enrique Ramos) erano tutti legati al Eln-B.
Le menti del GAP erano, oltre alla figlia del presidente (Tati), “Coco” Paredes, “Agustín” e Rolando Calderón.
Il termine GAP nacque da un’intervista a Salvador Allende in cui gli venne chiesto chi fossero queste persone che lo accompagnavano in ogni apparizione, è un «gruppo di amici», rispose il presidente. Le prime attività di custodia furono gli accerchiamenti per evitare che il candidato dell’Unidad Popular venisse aggredito in qualche tumulto, oppure il controllo del cibo e delle bevande consumate. All’indomani della vittoria elettorale il Gap venne integrato con i militanti del Movimiento de izquierda revolucionaria (Mir). Con la morte del comandante in capo dell’Esercito, il generale René Schneider, avvenuta il 23 ottobre 1970 a causa di un attentato eversivo di estrema destra per impedire ad Allende di assumere la carica di presidente della Repubblica, si costituì formalmente il Grupo de Amigos Personales (GAP). In origine era composto da una ventina di giovani socialisti e miristi che, addestrati per lo più all’Avana, si muovevano nella segretezza, gli uni non conoscevano i veri nomi degli altri, né la loro provenienza.
Ogni due mesi, una ventina di giovani provenienti da tutto il Paese cercavano di superare le rigide selezioni per unirsi al gruppo: dovevano essere iscritti al partito socialista e segnalati da qualche dirigente, essere militanti convinti, possedere le condizioni fisiche necessarie. La selezione veniva svolta a El Cañaveral, talvolta con la presenza di Allende. Una volta reclutati, venivano inviati in una delle tre sezioni dell’organizzazione.
Il GAP era un’organizzazione rivoluzionaria, che nessun presidente del Cile aveva mai avuto, e, inoltre, non aveva alcun riconoscimento nella legislazione allora vigente. La legittimità del gruppo proveniva soltanto dall’appoggio che di fatto gli conferiva il presidente della Repubblica.
Fin dall’inizio l’organizzazione venne strutturata in tre sezioni specifiche: la “Scorta”, il “Gruppo avanzato” e la “Guarnigione”.
La “Scorta presidenziale” era la più grande e importante. Era composta da circa venti uomini, quasi la metà di tutti i membri del GAP e si muoveva con vetture Fiat per lo più di colore blu. La missione specifica era quella di proteggere e accompagnare il presidente Allende nei luoghi in cui svolgeva la sua attività. Una volta partita, la Scorta era composta generalmente da tre vetture, più alcune auto di pattuglia dei Carabineros. A volte si aggiungeva una quarta auto di colore diverso, il cui compito era distrarre i potenziali aggressori. Nella Fiat contrassegnata con il numero “1” viaggiava il presidente; era accompagnato dal capo della scorta e dall’aiutante di campo militare di turno armati che rimanevano sempre vicino ad Allende, non se ne separavano mai; e in caso di attacco, quest’ultimo doveva interporre il suo corpo per ricevere il primo colpo e consentire la reazione degli uomini della sicurezza.
Il “Gruppo avanzato” era la sezione più sconosciuta del GAP. Questa piccola divisione, sotto il comando di “Mariano” (Francisco Argandoña), aveva la missione di visionare tutti i luoghi che avrebbe visitato il presidente Salvador Allende; inoltre doveva coordinare con la Polizia e i servizi investigativi in tutte le iniziative necessarie per mettere in sicurezza l’area.
La terza sezione era conosciuta come la “Guarnigione”. Era divisa in diversi gruppi di non più di sei persone. Ciascuna delle unità aveva il proprio responsabile. Questo dipendeva direttamente dal comando centrale del GAP. La loro missione era quella di fornire servizi di guardia e protezione alle residenze di Tomás Moro, El Cañaveral e il Palazzo de la Moneda, dove sorvegliavano gli uffici della Presidenza della Repubblica.
Un aspetto centrale dell’organismo di sicurezza era la compartimentazione. Quando i giovani aderivano al GAP, ricevevano un riconoscimento dalla Presidenza della Repubblica con la loro nuova identità e lo pseudonimo con cui sarebbero stati designati nel gruppo. Ricevevano istruzioni precise di non incontrare i compagni di classe, di non frequentare le loro case e i propri parenti. L’idea era che avessero meno contatti possibile tra loro, perché in questo modo presentavano meno punti deboli.
Il combattimento dell’11 settembre
Alle 7,35 del mattino dell’11 settembre 1973, le tre vetture Fiat blu che trasportavano il presidente della Repubblica Salvador Allende e una parte della sezione “Scorta” del GAP si precipitarono davanti alla porta principale della Moneda.
Verso le 8 si avvicinarono al palazzo presidenziale i gruppi del GAP provenienti da El Cañaveral e Tomás Moro, ma all’improvviso, diversi poliziotti puntarono contro le armi e li bloccarono. Il presidente Allende ordinò quindi al direttore generale dei carabineros, José María Sepúlveda Galindo, di rilasciarli, ma l’ufficiale traditore non obbedì.
Alla stessa ora, attraverso una catena volontaria di stazioni, capeggiate dalle radio Agricoltura e Miniera, precedute da marce militari e canti nazionali, la Giunta militare trasmise il Bando n. 1, con il quale deponeva il governo costituzionale dell’Unidad Popular. A questo punto il presidente non ebbe più dubbi, si trattava di un golpe di tutte le Forze Armate insieme ai Carabineros.
Nonostante le forze impari, il compañero Presidente decise di combattere, coerentemente con le dichiarazioni dei mesi scorsi. Allende lasciò libero chiunque volesse ritirarsi, ma quella mattina nessun membro del GAP abbandonò il suo posto di combattimento.
Poco prima delle 14:00 di martedì 11 settembre 1973, Salvador Allende, saputo che i militari, comandati dal generale Palacios, avevano occupato il primo piano del palazzo presidenziale, ordinò ai suoi uomini di arrendersi; lui sarebbe uscito per ultimo. Gli ultimi a scendere le scale udirono due spari e poi il grido di “Kique”: «Allende è morto! Viva il Cile!».
I membri del gruppo del GAP, “Carlos Álamos”, “Aníbal” e “Kique” con sedici compagni furono condotti al quartier generale del reggimento Tacna. Qui iniziò il loro calvario. Il ventunenne Oscar Lago Ríos, ferito alla Moneda, venne brutalmente torturato dalla soldataglia insieme ad altri membri del GAP. Avevano le mani legate con filo spinato, sopportarono gli interrogatori più disumani, ma nessuno parlò, consegnò o tradì chi ancora resisteva.
Il generale Augusto Pinochet osservò le torture e ordinò: «Sparate a tutti questi stronzi».
Quasi tutti i membri del GAP furono catturati nelle settimane successive e assassinati. Alcuni sono tuttora desaparecidos.
Andrea Mulas, storico Fondazione Basso, in occasione del 50° del golpe, ha pubblicato “L’altro settembre. La via cilena al socialismo da Allende a Pinochet”, Bordeaux Edizioni, 2023
Pubblicato lunedì 11 Settembre 2023
Stampato il 13/10/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/11-settembre-1973-in-memoria-di-salvador-allende-e-del-sacrificio-dei-gap/