La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

E adesso chi glielo dice alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “donna, mamma, cristiana”, che in Calabria ci sono dei vescovi contrari all’autonomia differenziata? Nella Regione più meridionale dello Stivale, dove Fratelli d’Italia miete consensi insieme a Forza Italia, che ha in Roberto Occhiuto uno dei suoi presidenti più votati, e la Lega di Salvini ha un proprio sindaco a Cerenzia, paese della Presila di circa 2.000 abitanti, l’autonomia differenziata, che negli scorsi giorni ha avuto la prima approvazione in Senato, continua a essere criticata da monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza e Bisignano.

Monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza e Bisignano

Lo stesso prelato, lo scorso 10 giugno, aveva già espresso la propria presa di posizione contro la proposta di legge partecipando a una manifestazione che a Cosenza era stata organizzata dalla Cgil. “Durante il corteo – aveva affermato fra l’altro –  ho letto uno striscione bellissimo. Diceva che di differenziata ci piace soltanto quella della spazzatura”. Ritornando sul tema, l’arcivescovo cosentino ha spiegato il suo pensiero con un post su “X”,  la piattaforma che ha recentemente sostituito “Twitter”, e così ha scritto: “che  tristezza l’approvazione dell’autonomia differenziata in Senato. Ma i cristiani presenti e votanti in Senato hanno dimenticato la Scrittura, i Padri della Chiesa? Stanno dalla parte dei ricchi in maniera pregiudiziale?”.  Checchinato aggiunge di essere “seriamente preoccupato per il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Se dovesse passare questa legge, diventeremo ancora più poveri. E l’ora di non fare silenzio, è l’ora di osare. È l’ora del popolo delle beatitudini. Popolo basta con la paura”.

S.Em. Rev.ma il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano con il presidente Mattarella (Imagoeconomica, Francesco Ammendola)

La pensa quasi allo stesso modo monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, convinto che l’autonomia differenziata impoverirà l’Italia, e non è solo. Negli scorsi giorni, infatti, il Corriere della Sera aveva riportato un virgolettato del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. “Vale la pena percorrere questa strada? – si era domandato Parolin –. È un modo perché l’Italia possa diventare più solidale? Perché ci si possa aiutare  reciprocamente, sapendo anche del grande divario che c’è tra una parte e l’altra del Paese?”.

Manifestazione a Cosenza contro l’autonomia differenziata

E fortemente critico è, per esempio, il sindaco Nicola Fiorita, primo cittadino di Catanzaro, da vari mesi “in trincea” e primo firmatario di un documento sottoscritto da oltre 200 sindaci del Sud.

Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro (Imagoeconomica)

“L’approvazione in Senato dell’autonomia differenziata – sostiene – è sicuramente una pagina triste per il Sud, per la Calabria, ma direi per l’intero Paese. D’altra parte, il giorno del voto è stato embematico perché chi stava con l’Italia in Aula ha esposto il tricolore, la bandiera simbolo dei valori dell’unità, della solidarietà, dell’uguaglianza della nostra Costituzione repubblicana”.

23 gennaio 2024, voto finale del ddl Autonomia nell’Aula di Palazzo Madama (Imagoeconomica)

Evidenzia il sindaco del capoluogo di Regione: “Chi invece sta con l’autonomia differenziata ha esposto la bandiera con il leone di San Marco, bandiera bellissima, storica, ma che viene agitata come bandiera di una parte del Paese, la più ricca, quella che oggi fa vincere l’egoismo sulla solidarietà”. A sua detta, comunque, “questa è soltanto una tappa, quindi da oggi nasce un impegno che ci deve vedere tutti insieme per far vincere gli interessi del Paese in quanto è unito, in quanto pensa anche alle regioni del Sud e a ridurre le diseguaglianze e a non congelarle per sempre. Ci sono molti strumenti per contrastare questa riforma, dovranno essere agiti tutti e immediatamente, in un percorso che dovrà mettere chiaramente le cose in chiaro”.

(Imagoeconomica, Saverio De Giglio)

Quindi: “C’è chi starà con la Calabria – conclude il sindaco di Catanzaro –, c’è chi starà con la Costituzione Repubblicana e c’è chi sta contro la Calabria, contro il Sud e contro la Costituzione Repubblicana. Io, noi, siamo per l’Italia”.

In Calabria, per fortuna, la fronda contro l’autonomia differenziata è ormai tema di scontro importante in ambito politico, anche se la delegazione parlamentare del centro-destra fa finta di non rendersene conto. Se per il parlamentare cosentino di FdI Alfredo Antoniozzi quella del Pd non solo in Calabria è soltanto una posizione politica, almeno sino a qualche settimana fa non la pensava allo stesso modo il presidente forzista della Regione, Roberto Occhiuto, che ai giornali aveva dichiarato: “Il percorso che Calderoli propone per l’autonomia differenziata non è quello che avevamo pattuito. Il ministro leghista vorrebbe prima approvare la legge sull’autonomia, poi garantire le risorse per finanziare i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), ma è un approccio sbagliato.

Le due cose devono viaggiare insieme, altrimenti – dice il presidente azzurro – per il Sud l’autonomia rischia di diventare una trappola. Temo che il primo vagone del treno, quello con la legge sull’autonomia, arrivi puntuale in stazione mentre gli altri vagoni, che contengono il finanziamento dei Lep e il meccanismo di perequazione, finiscano su un binario morto. Senza il finanziamento dei Lep e senza il fondo perequativo i vantaggi per il Mezzogiorno sarebbero pochi”.

Peccato che, come si osserva in Consiglio regionale, evidentemente per una questione di “real politik” si registra una sorta di arretramento del presidente Occhiuto.

Francesco Rizza, giornalista, iscritto Anpi – sezione di Petilia Policastro (KR)