Nel cortile di palazzo Ghilini, ad Alessandria, la commozione era palpabile, graffiava i cuori anche pochi metri più in là con le decine di stendardi, le bandiere, di labari, di mazzi di fiori e di corone appoggiati alle mura dell’edificio monumentale sede della prefettura e nell’antistante piazza della Libertà con le centinaia e centinaia di persone a testimoniare con la loro presenza lo straordinario affetto per Carla Nespolo nel giorno dell’addio alla presidente nazionale Anpi.

L’ingresso alla camera ardente e poi per l’orazione funebre era contingentato dalle misure anticovid. Eppure nonostante il nuovo record di contagi, in ogni regione del Paese, che ha impedito a molti iscritti e dirigenti nazionali e provinciali dell’associazione dei partigiani di affrontare il lungo viaggio per il Piemonte, quanti hanno avuto la possibilità di spostarsi nel rispetto delle norme di sicurezza, c’erano. E hanno rappresentato la bellezza, la compostezza, la caratura del grande popolo dell’Anpi e della grande famiglia antifascista che Carla aveva saputo conquistare, che l’apprezzava e le voleva bene.

La solennità della cerimonia per un lutto corale (vi abbiamo dato conto, seppur solo in parte, della marea di messaggi di cordoglio pervenuti nella sede nazionale dell’Anpi da alte cariche dello Stato, ministri, sindaci, segretari di partito e dei sindacati, dalle associazioni democratiche e della Resistenza italiane ed estere, dagli Istituti storici e singoli cittadini) ha plasticamente mostrato la stima di cui godeva la presidente nazionale Anpi e reso evidente come oggi l’associazione sia un punto di riferimento imprescindibile nella società civile del nostro tempo.

Era tutto tangibile e nitido fin dall’arrivo del feretro a palazzo Ghilini, sede della prefettura di Alessandria, poi con l’alternarsi dei picchetti (un cambio ogni 5 minuti per quasi 5 ore onde evitare il rischio epidemico) intorno alla bara coperta dai fiori rossi del cuscino del comitato nazionale e dalla bandiera dell’Anpi sui quali campeggiava il medagliere nazionale partigiano; con l’arrivo della corona inviata dal Presidente della Repubblica portata da due carabinieri in alta uniforme.

Alle 15, l’orazione funebre. Seguita in diretta dalla pagina facebook dell’Anpi e in simultanea da quella del nostro giornale. Vi invitiamo a vederla se non avete avuto l’opportunità di farlo finora. Perché è davvero molto raro che in simili dolorose occasioni alla retorica non sia concesso il minimo spazio. Neanche una frase scontata negli interventi tenuti alla presenza della vice presidente del Senato, in rappresentanza le massime Istituzioni italiane, Anna Rossomando.

Nessuna ridondanza neppure nei saluti ufficiali affidati al presidente della provincia e al sindaco di Alessandria, e nell’intervento del presidente Anpi provinciale Roberto Rossi. A nome dei familiari ha preso la parola l’artista Ugo Nespolo; poi è stata la volta dei compagni di impegno di Carla: Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci; don Luigi Ciotti, fondatore di Libera; Maurizio Landini, segretario generale Cgil; Carlo Smuraglia, presidente nazionale emerito dell’Anpi.

Fuori una piazza sempre più colma di persone, tutti indossavano le mascherine sul viso ma non potevano nascondere gli occhi lucidi mentre gli altoparlanti spandevano le parole pronunciate a palazzo Ghilini. E l’applauso e Bella ciao per salutare l’ultima volta Carla, prima di accompagnarla all’ultima dimora.

Le foto sono di Valentina Giunta