La Divisione d’assalto “Garibaldi Natisone”, formazione partigiana operante nel nord est d’Italia che annovera 5.500 partigiani e quasi 1.500 caduti, a seguito delle pesanti offensive nazi-fasciste e del Proclama Alexander, si trova costretta, sul finire del 1944, pena la propria sopravvivenza, a trasferirsi dal Friuli orientale al territorio attualmente parte della Repubblica di Slovenia.
In queste terre, nell’arco del ventennio di dominio del Regno d’Italia e del fascismo, si era attuata una pesante politica di snazionalizzazione e di repressione che si accentua con l’aggressione dell’Italia al Regno di Jugoslavia e poi con l’armistizio del settembre 1943. Le tre brigate della Divisione (“Buozzi”, “Picelli” e “Gramsci”) vengono accolte fraternamente dalla popolazione locale e dai partigiani sloveni dell’O.F. (Osvobodilna Fronta) nonostante indossino il tricolore italiano, grazie agli ottimi e consolidati rapporti esistenti tra le formazioni garibaldine e i compagni sloveni.
Il comando della divisione s’insedia nel paesino di Zakriž dal gennaio al marzo 1945, periodo in cui l’evoluzione del fronte di guerra nei Balcani induce i nazi-fascisti (tedeschi e forze collaborazioniste italiane e jugoslave) a una pesantissima offensiva per garantirsi una via di fuga in difesa del Reich germanico.
I mesi di permanenza in questi territori sono costellati da tragici episodi costati durissimi sacrifici alla popolazione civile e alle formazioni partigiane delle due nazionalità. In particolare le Brigate della “Garibaldi-Natisone” subiscono spesso l’attacco del Reggimento collaborazionista “alpini Tagliamento” (che di alpino non ha nulla, trattandosi di una formazione militare di polizia al soldo dell’occupante nazista!).
Ricordiamo che queste zone, dopo il settembre del 1943, vengono inglobate nella Ozak (Operationszone Adriatisches Küstenland), sottoposta alla diretta amministrazione militare tedesca.
I partigiani della “Garibaldi-Natisone” combattevano ancora quando nella penisola italiana la guerra era già finita: il 6 maggio sono a Lubiana, il 18 maggio raggiungono Opicina alle porte di Trieste, il 23 maggio 1945 un attentato a villa Segrè a Trieste (le cui dinamiche e responsabilità non sono mai state accertate) costa la vita a quattro partigiani, probabilmente proprio gli ultimi caduti sul territorio italiano, e il 24 giugno 1945 la “Garibaldi-Natisone” smobilita in piazza 1° maggio a Udine.
Il territorio è costellato di monumenti che testimoniano il sacrificio di civili e partigiani, come nelle località di Bača pri Modreju, Sebrelje, Pecine, Bukovo, monte Blegoš, Ponikve, Cerkno…
Sabato 28 maggio 2022 una delegazione dell’Anpi di Cividale del Friuli ha presenziato alla cerimonia promossa dal Comune sloveno di Škofja Loka a ricordo dei caduti dello Škofieloški Odred e della Brigata “Gramsci” della Divisione d’assalto “Garibaldi-Natisone“, tra i quali la Medaglia d’Oro al V.M. Manfredi Mazzocca “Tordo”.
Il benvenuto alla cerimonia è stato affidato al sindaco della città, Tine Radinja, al quale ha fatto seguito un breve discorso del presidente della sezione Anpi di Cividale del Friuli, Luciano Marcolini Provenza, che ha ricordato il percorso per arrivare sul Monte Blegoš, sottolineandone il valore di pellegrinaggio nella memoria civile.
Domenica 5 giugno, nel bel villaggio immerso nel verde di Zakriž si è svolta la cerimonia di re-inaugurazione della lapide che ricorda la sede del comando della Divisione d’assalto e della stampa della prima copia, il 26 novembre 1943, del Partizanski Dnevnik, il giornale partigiano che raggiunse la consistente tiratura di 5.000 copie e venne stampato in varie località tra cui la tipografia partigiana “Slovenija”. Proprio quest’ultima risulta un locale particolarmente emblematico per la circolazione delle notizie e per le attività di stampa resistente: collocata in un luogo difficile da raggiungere, posizionato sull’altipiano di Vojsko a 1.000 metri di quota, la tipografia si trova (tuttora è operativa e visitabile) nel bosco e lungo un torrente che consentiva anche la produzione autonoma dell’elettricità necessaria per alimentare la grande macchina da stampa.
I collaboratori della tipografia partigiana acquistarono a Milano una grande e moderna macchina da stampa elettrica ad alta velocità, la trasportarono, con molte difficoltà, attraverso il territorio controllato dal nemico fino a Vojsko, e poi la trasferirono pezzo per pezzo fino alla baracca dedicata a stamperia. La tipografia “Slovenija” entrò in funzione il 17 settembre 1944 e già il mattino seguente corrieri speciali iniziarono la distribuzione di ben 4.000 copie del Partizanski Dnevnik. Mentre è dal 13 maggio 1945 che la pubblicazione non si è mai interrotta e prosegue tuttora.
Alla cerimonia sono intervenuti il vice-sindaco di Cerkno, Domen Uršič, e per l’Anpi il presidente e coordinatore regioni nord est, Dino Spanghero. Entrambi hanno ricordato i sentimenti di amicizia che ci legano e la volontà di far prevalere la pace nei tormentati tempi attuali. La giornata è stata allietata dalle canzoni della cantautrice Marjetka Popovski e da un rinfresco offerto dalla comunità locale. Delle iniziative che non fanno altro che rimarcare la vicinanza e rinsaldano il rapporto di collaborazione fraterna tra l’Anpi e i compagni della Zzb-Nob Slovenja.
Luciano Marcolini Provenza, Anpi Cividale del Friuli
Pubblicato giovedì 9 Giugno 2022
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