Il partigiano Gilberto Malvestuto, cento anni compiuti lo scorso aprile

Dalla casa di riposo nella quale vive, si vede e incombe la Maiella, lì dove nacque la “Banda” diventata Brigata al fianco e davanti alle linee di combattimento per la Liberazione dell’Italia. La formazione della quale Gilberto Malvestuto, cento anni compiuti lo scorso 17 aprile, fu comandante del Gruppo artiglieri, insieme ai comandanti politico e militare Ettore e Domenico Troilo che, della Maiella, abitavano l’altro versante, quello a est.

A Sulmona, all’ombra di quella che negli Appennini è chiamata la “Montagna madre”, la Resistenza non è solo un racconto della Storia, perché ha un carattere quasi genetico.

Gilberto Malvestito in collegamento durante l’iniziativa

Qui, all’indomani dell’8 settembre 1943, la popolazione locale si rese protagonista di una “Resistenza umanitaria”: uomini e donne misero a repentaglio le loro vite per fare da messaggeri, informatori, aprendo le loro case per nascondere i prigionieri in fuga dal Campo 78, guidandoli lungo il “sentiero della libertà” che da Sulmona, passando per Campo di Giove e Guado di Coccia, arrivava fino a Casoli, prima porta della linea Gustav in mano agli alleati. Tra i fuggiaschi anche l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, venti anni fa, inaugurò il “Freedom trail”, e da allora centinaia di giovani ogni anno ripercorrono quel cammino tra memoria e storia.

Gilberto Malvestuto non era un “umanitario”, perché la Resistenza la fece con le armi in braccio, arruolandosi a Recanati, attraversando e liberando l’Appennino, da Brisighella fino a Bologna dove fu uno dei primi ad entrare il 21 aprile 1945.

Gilberto Malvestito in collegamento durante l’iniziativa

Quel carattere genetico, dei peligni e dei maiellini, è un tratto identitario ormai, un valore comune e condiviso, motivo di orgoglio e di comunanza. E su questo valore, che qui è rimasto assoluto, che Il Germe, una piccola ma importante testata giornalistica abruzzese, ha costruito l’evento del suo Annuario, presentato lo scorso 27 dicembre al cinema-teatro Pacifico di Sulmona.

Due ore di performance teatrali, musica, riflessioni giornalistiche, legate da un filo rosso che si è fatto trama di un disegno e di una visione: il tema della memoria e della comunità che si identifica e riconosce in valori condivisi.

Simbolo di questo percorso è stato, scelto come personaggio dell’anno, proprio Gilberto Malvestuto, motivo di spunto e riflessione, sul palco, per parlare della Resistenza, ma anche di libertà, Costituzione e nuovi fascismi.

Un dibattito interessante, al quale hanno partecipato il giornalista Rai Angelo Figorilli, il responsabile nazionale Anpi per il Mezzogiorno, Vincenzo Calò, e la presidente dell’associazione “Sentiero della libertà”, Maria Rosaria La Morgia.

«Noi come Anpi abbiamo pensato che attraverso la continuità dei valori dovessimo chiedere alla comunità la difesa della Costituzione che è il frutto prezioso che la Resistenza ci ha lasciato – ha detto Calò – però poi abbiamo capito che oltre a difenderla bisognava chiedere la piena attuazione della Costituzione. Oggi l’egoismo, l’intolleranza, la mancanza di cultura dell’accoglienza sono il nuovo fascismo. Il senso di comunità che guida questa serata – ha proseguito il responsabile Anpi per il Mezzogiorno –  è lo stesso che spinse i partigiani a non fermarsi, a combattere per liberare anche i territori del nord. E questo senso di comunità dobbiamo conservare e recuperare per fermare il fascismo sommerso, quello che non deve avere diritto di asilo in nome della libertà. Perché una cosa è la destra moderata che rispetta la Costituzione, altra sono le degenerazioni che cavalcano i nuovi fascisti e che hanno portato a fenomeni come Capitol Hill».

Foto di gruppo con gli studenti dei licei Fermi e Vico, questi ultimi preparati, in un percorso formativo, dal professor Edoardo Puglielli, responsabile Anpi per la Valle Peligna

Alla serata de Il Germe hanno partecipato anche gli studenti del liceo Fermi e quelli del Vico, questi ultimi preparati, in un percorso formativo sull’argomento, dal professor Edoardo Puglielli, responsabile Anpi per la Valle Peligna. «Un grande risultato – ha sottolineato Maria Rosaria La Morgia – perché è ai giovani che dobbiamo trasmettere questi valori e la storia di persone come Malvestuto».

Lui, il partigiano centenario, ringrazia e sorride: era questa l’Italia per la quale ha combattuto.

Patrizio Iavarone, direttore de Il Germe