Come ogni anno, anche questo settembre si è svolta la consueta manifestazione che rende omaggio ai caduti della Divisione garibaldina “Nino Nannetti” e ricorda il rastrellamento operato 78 anni fa dalle truppe nazifasciste sull’altopiano del Cansiglio, a cavallo tra le province venete di Treviso e Belluno e quella friulana di Pordenone, per colpire i partigiani che lì si erano acquartierati. Fortunatamente il grosso della formazione riuscì a sganciarsi e a sottrarsi a quella azione che, se portata a termine, sarebbe stata un massacro e una grave sconfitta per la Resistenza. Diversamente purtroppo andarono le cose sul non lontano massiccio del Grappa, dove un analogo rastrellamento causò molte vittime.
La manifestazione ha un cerimoniale consolidato: in località Col del Dar si riuniscono i rappresentanti delle istituzioni e delle sezioni partigiane del territorio con i labari e i medaglieri. Accompagnati da un picchetto militare, da una banda comunale e da un coro sempre del territorio, i partecipanti formano un corteo che percorre la strada fino al monumento in memoria dei 480 caduti della Nannetti. Sfilano anche i presidenti dei comitati Anpi delle tre province organizzatrici, Belluno, Treviso e Pordenone, l’oratore incaricato della commemorazione ufficiale e, ovviamente, chi porta la corona (quest’anno due donne).
Negli anni si sono alternati nel discorso ufficiale amministratori locali, uomini e donne della politica o delle associazioni partigiane o sindacali, presidenti dei comitati Anpi. Ricordo in particolare gli interventi di don Luigi Ciotti, Carla Nespolo, allora eletta da meno di un anno presidente nazionale dell’Anpi, Susanna Camusso e, l’anno scorso, il discorso dell’attuale presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo.
L’Altopiano è una zona di rara bellezza, le caratteristiche particolarità ambientali e climatiche hanno impedito la formazione di centri abitati, data la temperatura gelida che si raggiunge in inverno. Ci sono perciò solo malghe, agriturismi e strutture sportive (campi da golf e impianti di risalita), i boschi circondano in quota le rade costruzioni e l’aspetto è di una grande estensione prativa.
Favoriti dal bel tempo, domenica 11 settembre sono affluiti in tantissimi dal Veneto e dal Friuli. È mancata la presenza degli sloveni (dal momento che sull’altopiano combatterono partigiani sloveni) a causa della pandemia non ancora scongiurata e delle conseguenti difficoltà di spostamento; in compenso, era presente un loro striscione ed è stato letto un loro messaggio.
Hanno fatto gli onori di casa i presidenti dei comitati provinciali Anpi di Treviso e Pordenone. Da alcuni anni, assieme ai capoluoghi di provincia già citati e alla città di Vittorio Veneto, anche il Comune di Padova concede il patrocinio alla celebrazione, in considerazione della presenza di partigiani padovani sul Cansiglio. Perciò anch’io ho porto un breve messaggio di saluto (la rappresentanza di padovani iscritti all’Anpi era particolarmente numerosa).
Il discorso ufficiale è stato tenuto da Gino Sperandio, presidente del comitato Anpi di Belluno, che ha esordito su temi generali di attualità, parlando della guerra in Ucraina, della crisi climatica, del problema energetico, per poi concentrarsi sulla vicina scadenza elettorale. Ha ricordato che l’Anpi non entra nella propaganda elettorale: non è un partito e vuole mantenere la sua natura e il suo ruolo, ma proprio per questo avverte dei pericoli che corre la democrazia.
È perciò assolutamente legittimo che l’Anpi si preoccupi per i programmi di chi vuole trasformare la nostra Repubblica, parlamentare, in presidenziale, per i progetti di autonomia differenziata che non rispettano gli artt. 2 e 3 della nostra Costituzione, per una legge elettorale che non dà al cittadino la possibilità di esprimere le proprie scelte, per la mancata attuazione di molte parti del testo costituzionale.
L’invito finale è stato perciò di ispirarsi sempre ai valori e ai principi della Resistenza, chiarendo che parlare di fascismo e antifascismo non è una nostra mania, come se fossimo ossessionati dall’idea del ritorno di Mussolini, ma è aderire in modo consapevole e responsabile al testo della Costituzione e allo spirito che lo innerva.
La cerimonia si è conclusa, come era iniziata, con i canti intonati dal Coro della Filarmonica di Azzano Decimo (PN), che ha intonato, tra le altre, la bellissima canzone Oltre il ponte sul testo di Italo Calvino, e poi Fischia il vento, E io ero Sandokan, musicata da Armando Trovajoli e Bella ciao.
Negli anni scorsi si attrezzava un capannone per un pranzo collettivo, ma questo punto del programma è stato rinviato a tempi più sicuri dal punto di vista della salute. Ci siamo perciò dati appuntamento all’anno prossimo, sperando in una situazione migliore, ma ben consapevoli delle difficoltà del momento presente e dell’impegno che noi dell’Anpi dobbiamo portare avanti nel difendere i valori fondativi della nostra Repubblica.
Floriana Rizzetto, presidente comitato provinciale Anpi Padova e componente del comitato nazionale Anpi
Pubblicato mercoledì 14 Settembre 2022
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