Il risveglio domenicale di questo 19 luglio duemilaventi è stato per i toscani decisamente brusco e dal sapore acre. Acre come il fumo che ha annerito la lastra di marmo, offuscandone e deturpandone l’iscrizione, posta a ricordo delle vite immolate dai difensori del capoluogo maremmano alla causa della libertà nella decisiva giornata del 15 giugno del 1944.
“Questa mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor”, questo è stato il primo pensiero dell’Anpi, del Comitato Provinciale “Norma Parenti” e della Sezione comunale dedicata alla figura di Elvio Palazzoli, proprio uno dei partigiani che persero la vita a Porta Vecchia, ucciso ad appena ventidue anni dai soldati nazisti in ritirata dopo la liberazione della città avvenuta il giorno precedente.
Ignoti, durante la nottata, avevano deciso di rivolgere le proprie attenzioni alla corona deposta lo scorso 15 giugno, gesto rinnovato ogni anno, per commemorare i Caduti che intendevano restituire Grosseto alla libertà e alla vita democratica.
Per quella corona arsa dal fuoco, in un’azione turpe quanto sconsiderata, rimangono ignoti anche i moventi che, premeditati o meno, non potranno essere derubricati come atto vandalico o semplice “ragazzata”. Qualora il gesto fosse riconducibile ad un tale contesto, rappresenterebbe il segno di un imbarbarimento interno alla comunità grossetana verso un’involuzione culturale e civica senza precedenti che, a maggior ragione, dovrà necessariamente far maturare una risposta collettiva in grado di rivendicare, con forza e con spirito unitario, i valori antifascisti della Costituzione quale patrimonio dell’intera cittadinanza.
Occorre segnalare che unanime, per una volta, è stata la ferma condanna del gesto da parte della politica, il tutto nonostante la presenza, pervasiva e a tratti aspra, della campagna elettorale. Quasi tutti i candidati alla Presidenza della Regione Toscana hanno infatti espresso il proprio sdegno per la grave offesa perpetrata alla storia dei grossetani, e del medesimo tenore sono state le parole del Presidente uscente, Enrico Rossi, che ha parlato di “oltraggio alla memoria di chi si è battuto per garantire a tutti noi la libertà”.
Corale è stata anche la risposta della società civile, con una mobilitazione spontanea della cittadinanza che da subito, appresa all’alba la notizia, ha iniziato un pellegrinaggio laico presso la lapide di Porta Vecchia; oltre ai moltissimi fiori adagiati lungo la parete dello storico varco cittadino, lacrime di commozione hanno rigato i volti di giovani ed anziani accorsi, ancora increduli, durante l’intera giornata di un’afosa domenica di luglio normalmente deputata al mare e al riposo.
La presidenza del Comitato provinciale Anpi “Norma Parenti” ha ricevuto inoltre un tempestivo riscontro da parte del primo cittadino, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che ha definito l’atto compiuto nottetempo “un gesto deplorevole e vile”, assicurando la disponibilità dell’amministrazione comunale a riparare il danno e mettendo celermente a disposizione degli inquirenti le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza del comune di Grosseto, con telecamere ad alta risoluzione distanti pochi metri dal luogo del misfatto.
In aggiunta alle centinaia di testimonianze di partecipazione giunte dall’associazionismo e dalla società civile, la lapide posta a Porta Vecchia dall’Anpi ha ricevuto nel pomeriggio di domenica anche la significativa visita del dottor Fabio Marsilio, Prefetto di Grosseto, già allievo e collaboratore del professor Tullio De Mauro, che ha voluto porre l’accento sul ruolo fondamentale delle istituzioni, a partire da quelle scolastiche, per programmare insieme un percorso di valorizzazione e di riscoperta delle radici democratiche della Repubblica Italiana.
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, a difesa dei valori antifascisti della Costituzione come parte della storia e della memoria attiva della città di Grosseto, ha indetto per la serata un presidio a Porta Vecchia che, in forma rispettosa e compatibile con le raccomandazioni anti-contagio, ha visto la sentita adesione della cittadinanza in segno di solidarietà e vicinanza con i partigiani caduti e con le loro famiglie.
Nelle medesime ore in cui veniva incendiata la lapide di Grosseto, sempre in Toscana ma questa volta nel capoluogo di regione, a Firenze, si consumava anche un altro sfregio alla memoria della Resistenza; in una terra che conta oltre ottocento stragi naziste e fasciste, nella città Medaglia d’oro al valor militare nella Guerra di Liberazione, sconosciuti hanno imbrattato mediante della vernice bianca il murale dedicato al partigiano Silvano Sarti, nome di battaglia “Pillo”, uno dei simboli della resistenza fiorentina venuto a mancare poco più di anno fa.
Immediata la denuncia del fatto da parte dell’Anpi e della Cgil, organizzazioni alle quali “Pillo” era da sempre legato, e altrettanto rapida la presa di posizione del sindaco Dario Nardella che ha chiesto alle forze dell’ordine di procedere speditamente con l’identificazione dei responsabili, definendo Sarti uno “spirito libero” i cui “grandi valori non meritano certe vigliaccate”.
Anche per il murale dedicato al partigiano Sarti, come per l’episodio di Grosseto, al momento non è possibile avere contezza relativamente al fatto che il gesto possa essere figlio dell’ignoranza di chi non conosce neanche la propria storia oppure, peggio ancora, possa essere frutto di una strategia premeditata e coordinata da parte di organizzazioni che ricollegano apertamente al fascismo la propria azione. Rimane comunque l’amarezza e lo sgomento di due città che, in un fine settimana di un luglio distante quasi otto decenni dalla dolorosa Guerra di Liberazione che ha affrancato l’Italia dall’occupazione nazifascista, sono costrette ancora oggi a risvegliarsi ferite nell’animo e nei luoghi della propria memoria.
Luciano Calì, direttore di Maremma Tv, vicepresidente provinciale Anpi Grosseto
Atto vile e spregevole
La dichiarazione di Bruno Possenti, coordinatore regionale Anpi Toscana
“Nei giorni scorsi, a Grosseto è stata oltraggiata una lapide a ricordo di sei partigiani uccisi il 15 giugno 1944 dai tedeschi in ritirata. A Firenze è stato imbrattato il murale in ricordo di Silvano Sarti, il partigiano “Pillo”.
Sono gesti spregevoli, di oltraggio alla memoria di uomini che hanno lottato ed hanno dato la vita per liberare l’Italia dalla occupazione nazista e dalla dittatura fascista. Per dare al Paese libertà e democrazia. Hanno ferito profondamente la coscienza di tutti i democratici. La risposta delle istituzioni e dell’associazionismo delle due città e di tutta la Toscana è stata unanime.
Il coordinamento regionale Anpi condanna con fermezza questi tristi episodi ed auspica che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Fa appello ai cittadini a vigilare ed a segnalare alle autorità di polizia ed all’osservatorio della Regione Toscana qualsiasi comportamento offensivo dei valori della Resistenza”.
Pubblicato martedì 21 Luglio 2020
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