Cominciamo dalla fine, alle 14, 05 l’Istituto tecnico economico statale Antonio Maria Jaci pubblica la circolare n. 234 con cui si comunica che l’incontro con l’autrice del libro “Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee” è cancellato. La firma è della dott.ssa Maria Rosaria Sgrò.
Il caso era scoppiato questa mattina, facendo sussultare in molti, docenti, studenti, genitori e l’Anpi, quando sul sito dell’Istituto è comparsa la circolare n. 233 (tuttora presente) con cui la stessa dirigente scolastica chiamava, per martedì 25 maggio alle ore 9, l’intera comunità scolastica a partecipare a un webinar con la leader di FdI. Un’occasione per presentare l’autobiografia di Meloni. E non una semplice sollecitazione perché è scritto chiaro che le 4 ore previste per la conferenza avrebbero dovuto essere conteggiate dai docenti nel monte ore di alternanza scuola-lavoro (percorso codice 50 “Progetto PTOF” – durata annuale; struttura codice 21 “FIDAPA”).
Lei Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, però non ne sapeva nulla. A comunicarlo una nota del partito con cui non solo si smentiva “categoricamente la partecipazione” ma si precisava che “il presidente Meloni non ha mai neanche ricevuto un invito all’iniziativa e non avrebbe in ogni caso accettato, ritenendo da sempre che la presenza degli esponenti politici nelle scuole non possa essere in alcun modo imposta agli studenti”.
Il calendario della presentazione dopo i saluti della dirigente Asgrò prevedeva gli interventi di alcune esponenti della Fidapa, di altri docenti dello Jaci e, oltre a Meloni, di un’altra parlamentare: “l’on. Ella Bucalo, Responsabile Scuola del Dipartimento Nazionale di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati”. La Fidapa si presenta come sodalizio che in Italia conta “circa 10.000 socie ed aderisce alla Federazione Internazionale IFBPW (International Federation of Business and Professional Women), articolata “in 300 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale” ha il fine “di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, autonomamente o in collaborazione con altri Enti, Associazioni ed altri soggetti”.
A indignarsi pubblicamente e denunciare immediatamente la vicenda sui social è stata la madre affidataria di un ragazzo egiziano, studente dell’Istituto tecnico . “È gravissimo – ha postato Dinah Caminiti – una campagna elettorale travestita da presentazione di un libro”. Precisando: “Mio figlio, 17 anni, egiziano, musulmano, arrivato sulle costa siciliana con il barcone, in affido da 6 anni ad una famiglia non tradizionale (io e il mio compagno non siamo sposati), ha l’OBBLIGO da parte della scuola superiore cittadina, che frequenta con ottimi risultati, di partecipare alla presentazione del libro della signora Meloni, pena assenza da giustificare”.
L’Anpi nazionale non appena appresa la notizia ha dichiarato con il presidente Gianfranco Pagliarulo: “Non può sfuggire la gravità e la sconcertante singolarità del fatto: è inammissibile che la leader nazionale di un partito, nonché parlamentare in carica, sia protagonista di un incontro con studenti e insegnanti; ciò produrrebbe un precedente didattico che va bloccato”. Perché continuava il presidente nazionale dei partigiani “Non esiste e non deve esistere alcun nesso tra la funzione formativa pubblica e l’esposizione di ragioni politiche e partitiche, ancorché dietro la copertura della presentazione di un’autobiografia, peraltro tutta politica”. L’Anpi, concludeva Pagliarulo, “fa un appello forte alle autorità competenti affinché l’iniziativa venga immediatamente sospesa”.
Di fatto Meloni si è tirata indietro ma non ha sciolto il mistero di un invito a sua insaputa. E non sappiamo come abbia preso la sconfessione la professoressa Agrò, certo sorprende sapere di un incontro promosso senza conoscere le disponibilità o i concorrenti impegni della numero uno del partito. Comunque ora la presentazione non si terrà.
Ma a chiedere chiarimenti sull’accaduto è la sezione dei partigiani di Messina “Aldo Natoli”. La presidente Patrizia Caminiti ricorda le vicissitudini della docente palermitana Rosa Maria Dell’Aria, denunciata e sospesa nel 2019, senza stipendio, per aver assegnato una ricerca sule leggi razziali del ’38 agli studenti che avevano autonomamente accostato la promulgazione della legislazione fascista ai decreti sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Salvini. La professoressa venne poi assolta in tribunale e reintegrata. Un caso ben diverso dai fatti dello Jaci: «Abbiamo subito informato la dirigenza dei partigiani a tutti i livelli – dice la presidente della “Aldo Natoli”, Caminiti – e ora, di concerto con il provinciale, stiamo valutando di intraprendere i dovuti passi perché a nostro avviso la dirigente scolastica ha dimostrato di non saper ricopre adeguatamente il suo ruolo in un incarico così importante e delicato per la formazione delle nuove generazioni». Per di più l’istituto tecnico non ha mai risposto alle lettere dell’Anpi con cui si chiedeva di avviare le iniziative previste dal protocollo formativo sottoscritto e ultimamente rinnovato con il ministero dell’Istruzione.
A intervenire nella vicenda dell’istituto tecnico messinese erano stati anche studenti e studentesse, associazioni e sindacati, che in preparazione di un esposto al provveditorato, chiedevano “un intervento deciso sulla vicenda” con una lettera, firmata tra gli altri da Liberazione Queer+ Messina, Rete degli Studenti Medi Messina, Udu Messina – Unione degli Universitari, Link Messina – Studenti Indipendenti, Circolo Arci Thomas Sankara, Arcigay “Makwan” Messina, CUB Messina, Rete 34+ e partiti democratici del territorio.
Tutto è bene quel che finisce bene? Nel nostro Paese a una dirigente scolastica non dovrebbe bastare l’aver annullato un’infelice iniziativa per mostrarsi all’altezza del suo compito.
L’on. Giorgia Meloni all’Itc “Jaci” di Messina
Comunicato dell’Anpi provinciale
La presentazione della autobiografia promozionale dell’on. Giorgia Meloni presso l’ITC A.M. Jaci di Messina, nonché la circolare della dirigente, Maria Rosaria Sgrò, che obbligava studenti e docenti a partecipare in orario scolastico al webinar, nonché la sua repentina cancellazione lascia sconcertati. Non solo per la grossolanità della iniziativa, che ignora gli elementari principi di opportunità e di equidistanza che la scuola di Stato deve mantenere nei confronti della politica attiva, ma soprattutto perché documenta da parte degli organizzatori (dirigente scolastica e FIDAPA) l’uso strumentale dell’istituzione pubblica per sostenere e imporre scelte che nulla hanno a che fare con la formazione della coscienza civile dei giovani cittadini.
Nessuno ignora infatti che l’on. Meloni e il partito di cui è a capo si sono da sempre schierati su posizioni coincidenti con quelle dei movimenti di chiara marca neofascista (xenofobe, islamofobe, antieuropeiste), mentre sono noti i rapporti consolidati con l’estrema destra europea e americana di Orban, di Kaczyński e di Trump (avversa a ogni riconoscimento dei diritti delle minoranze etniche, degli omosessuali, degli immigrati), nonché con i movimenti nazionalisti di Vox, del Movimento nazionale bulgaro, del polacco Diritto e giustizia e delle associazioni più rappresentative del cattolicesimo ultraconservatore e filofascista. La scelta del dirigente dello Jaci non può quindi essere camuffata da iniziativa rientrante tra i normali appuntamenti della didattica paracurricolare, se non altro per l’infelice inserimento tra le attività valide per la PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento): di fatto una chiara intimazione a studenti e docenti a presenziare all’incontro.
Ma, dopo corali proteste, l’evento è stato cancellato, in quanto l’on. Meloni ha dichiarato addirittura di non essere stata invitata e che comunque non avrebbe partecipato all’iniziativa in quanto inopportuna in una scuola pubblica.
La qualcosa sconcerta ancor di più. Perché:
- O l’on. Meloni sapeva dell’invito (e così anche la responsabile nazionale FDI per l’istruzione on. Ella Bucalo) ed ha fatto una clamorosa quanto indecorosa marcia indietro, scaricando sulla dirigente Sgrò la responsabilità della cosa;
- O la dirigente Sgrò ha organizzato l’incontro (con tanto di circolare in bacheca) senza invitare la Meloni e comunque senza la conferma della sua presenza, dimostrando come minimo sprovvedutezza ed inadeguatezza al ruolo.
In entrambi i casi, tuttavia, l’iniziativa va deplorata, anche per aver solo pensato di fare propaganda e/o promozione di un leader politico in una scuola pubblica. Soprattutto perché la responsabilità è ascrivibile a chi avrebbe il dovere di tutelarne, nella gestione quotidiana, i principi pedagogici e i fondamenti giuridici. Oltre al fatto che questo glorioso istituto ha avuto illustrissimi studenti di quali Salvatore Quasimodo, Salvatore Pugliatti, Giorgio La Pira e Antonio Giuffrè, e docenti tra cui Giuseppe Seguenza, naturalista di fama europea, Antonio Fulci, giurista illustre, non può venir meno alle sue tradizioni con una operazione di così bassa propaganda politica.
Il grave episodio documenta in ogni caso come la scuola pubblica continui ad essere al centro di attacchi, interessi e comportamenti tesi a stravolgere la sua natura democratica, laica e pluralista. L’Anpi Messina chiede che l’Amministrazione di competenza (a livello provinciale, regionale e di governo) commini esemplari sanzioni ai/alle responsabili, onde episodi di strumentalizzazione simili non si ripetano in futuro. Nell’attesa si invitano gli studenti, i genitori, i docenti e tutti i cittadini democratici alla massima vigilanza sulla scuola pubblica e sui tentativi di snaturarne il compito costituzionalmente stabilito.
Pubblicato venerdì 21 Maggio 2021
Stampato il 04/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/il-giallo-di-meloni-convitata-di-pietra-in-una-scuola/