Da Milano ad Ascoli Piceno, da Brescia e Avellino, passando per Roma a Cagliari, Varese, Bolzano, Udine, fino a L’Aquila ad altre città del Paese. Striscioni con la scritta “Antifascismo = mafia” affissi all’esterno di licei, all’interno delle aule e dei laboratori scolastici. Di fronte a questo si sono trovati insegnanti e presidi, sgomenti e preoccupati. E poi sui social foto di studenti protetti da effetti pixel. Tutto firmato Blocco Studentesco, l’associazione giovanile vicina a CasaPound.
Un’azione evidentemente concertata nonostante Meta, per quel che riguarda i post, se provi a digitare il nome del movimento ti avvisa che “è associato ad attività di persone e organizzazioni pericolose, che non sono consentite”. Né su Facebook né su Instagram. Le immagini rimbalzano da ieri in rete eppure ancora sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito non c’è alcun comunicato, niente notizia e nemmeno una condanna.
Invece a formulare una nota oggi, 28 febbraio, è proprio Blocco Studentesco, rivendicando la “dimostrazione pratica” di un’Italia dove “c’è effettivamente una ‘cupola’ di antifascismo”, e gongolando per giornalisti, politici, sindacati, e collettivi e l’Anpi che per esempio da Bolzano ha parlato di un’offesa inaccettabile alla memoria della Resistenza. Lo sgomento è corale per un’equivalenza che offende i principi fondamentali della Repubblica, le tante vittime dei clan, e viola un presidio di democrazia, come dovrebbe essere la scuola.
Pubblicato venerdì 28 Febbraio 2025
Stampato il 28/03/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/irruzione-nelle-scuole-e-sui-social-di-blocco-studentesco-e-il-ministero-tace/