Un momento dei funerali pubblici di Rosario Curcio

C’è davvero tanto bisogno di legalità nel Marchesato Crotonese se le Istituzioni non sentono la necessità di bloccare attestati di stima popolare nei confronti della ’ndrangheta ma, addirittura, se ne rendono partecipi. È l’indignazione il sentimento prevalente ad accompagnare a livello nazionale i fastosi funerali svoltasi a Camellino, frazione montana di Petilia Policastro, nel Marchesato Crotonese per l’ergastolano Rosario Curcio, quarantasettenne suicidatosi nel carcere milanese “Opera”.

Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa a Milano nel 2009

La vicenda giudiziaria a cui Curcio, anche secondo la Cassazione, ha partecipato attivamente è l’efferato omicidio della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo ammazzata nel novembre 2009 a Milano dal marito e alcuni suoi aiutanti per essersi ribellata, dopo l’uccisione del padre e del fratello, alla ’ndrina di cui faceva parte. Erano quegli gli anni in cui a Pagliarelle, altra frazione montana di Petilia Policastro, si stava completando una feroce faida fra le famiglie Garofalo e Mirabelli, collegata anche allo smercio di sostanze stupefacenti.

A detta degli inquirenti era toccato proprio a Rosario Curcio sciogliere nell’acido il corpo della trentacinquenne, arrivando a spezzarle le gambe che uscivano dal bidone in cui aveva posto il cadavere. Ecco perché, fra le altre cose non è chiaro come siano stati autorizzati i funerali pubblici, ma a far rabbrividire la coscienza civile è stata la decisione dell’Amministrazione comunale del giovane sindaco Simone Saporito di esprimere con un manifesto pubblico la solidarietà alla famiglia del defunto. Per Wanda Ferro (FdI), sottosegretario all’Interno, il manifesto comunale è stato un vero e proprio “inchino” alla malavita ( la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà alla commmorazione di Borsellino e degli uomini della scorta ma non sarà alla manifestazione tradizionale della destra per l’anniversario) e le federazioni provinciali del PD guidato da Leo Barberio e di Fratelli d’Italia del coordinatore Michele De Simone si sono trovate d’accordo nel chiedere le dimissioni del giovane primo cittadino che da circa due anni guida il Comune policastrese.

Mentre sulla vicenda è alta l’attenzione dell’ufficio provinciale del governo guidato dalla prefetto Franca Ferrara, dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e del Comando provinciale crotonese dei carabinieri, a stigmatizzare il manifesto del sindaco, anche il comitato provinciale dell’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia con la presidente Giusy Acri che, in un comunicato stampa, scrive “in merito alla vicenda relativa al manifesto di cordoglio rivolto a Rosario Cucio, condannato in via definitiva per l’omicidio di Lea Garofalo, morto in carcere a Milano, la figura del Sindaco e di tutta la giunta appaiono inermi e prive di alcuna autorevolezza istituzionale. Questo è quanto emerge proprio dalle interviste rilasciate dal sindaco Saporito in questi giorni. Dunque, tutto sarebbe accaduto in virtù di un “automatismo” (in base a quanto dichiarato dal primo cittadino), il che lascia già perplessi quanti sono usi commissionare e retribuire un tale tipo di servizio. E quand’anche fosse, è anche in virtù di questi “automatismi”, là dove non venissero scardinati, che si consolidano malcostume e cultura mafiosa; in barba ad iniziative di “legalità” rivendicate sempre in occasione di un’intervista rilasciata dallo stesso sindaco Saporito. Pertanto, appare come un tardivo e maldestro intervento, volto ad allontanare discredito dalla figura del Sindaco e della stessa giunta, quanto sta accadendo attraverso dette interviste. Questa nostra Repubblica – aggiunge Giusy Acri – nata sulle ceneri del fascismo sconfitto assieme al nazismo nella Seconda Guerra Mondiale, grazie al sacrificio di tanti giovani, donne, civili e militari, grazie alle scelte di chi decise di opporsi al regime in qualità di antifascista e partigiano, ha bisogno di radicarsi ancora e sempre sui valori della legalità e della lotta alla mafia, che con il suo agire invece ne indebolisce il valore politico democratico e il senso di Stato di diritto. Indicazioni queste custodite e sancite dalla nostra Carta costituzionale, che bilancia diritti e doveri e garantisce equità, contro sopraffazione e legge del più forte, elementi fondanti agire e consuetudini di stampo mafioso”.

Palermo, via d’Amelio, ceppo in memoria dei giudici Falcone e Borsellino e dei componenti delle loro scorte uccisi negli agguati di mafia (Imagoecnomomica, Marco Cremonesi)

Quasi sulla stessa scia, il comunicato stampa di Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del sindacato Fsp, polizia di Stato, per il quale “il manifesto funebre per uno dei killer di Lea Garofalo con lo stemma del Comune di Petilia Policastro rappresenta un oltraggio a Lea e a tutte le vittime di mafia, soprattutto a pochi giorni dal 31° anniversario della strage di via d’Amelio. Occorre cancellare quest’onta, l’Amministrazione comunale rassegni immediatamente le dimissioni e chieda scusa alle vittime e allo Stato. Non avremmo mai potuto immaginare – aggiunge Brugnano – che un killer che ha partecipato a un delitto così efferato potesse avere, con il suo decesso, gli onori e il rispetto delle istituzioni locali, compreso il via libera a un funerale in grande stile”.

Il giornalista Andrea Purgatori scomparso all’età di 70 anni, il 19 luglio 2023 (Imagoeconomica, Andrea Giannetti)

Negli scorsi anni, la precedente Amministrazione comunale guidata da Amedeo Nicolazzi aveva tentato di rompere il “muro di gomma” (rendiamo omaggio al giornalista Andrea Purgatori, scomparso il 19 luglio, colui che inventò la locuzione per denunciare i depistaggi sulla strage di Ustica) che nella cittadina dell’Alto Marchesato Crotonese copre la vicenda di Lea di cui, particolarmente nella frazione di Pagliarelle, è ancora oggi difficile parlare.

È andata in questa direzione l’organizzazione per sette anni consecutivi della “Giornata del Coraggio Femminile” con cui a partire da Marisa, sorella di Lea, sono state premiate altre sei donne che con la loro vita hanno dato esempi di impegno nella società, nelle arti, nella cultura e nelle Istituzioni. In un territorio caratterizzato dalle sue mille contraddizioni, non solo la “Giornata del Coraggio Femminile” è stata abolita dai nuovi amministratori, ma ancora a distanza di qualche giorno il manifesto comunale di solidarietà non è stato oscurato nelle strade cittadine.

Francesco Rizza, giornalista, Anpi di Petilia Policastro (KR)