Salvo inauspicate intitolazioni dell’ultimo minuto e per quanto possibile verificare, in Italia, oggi, gli spazi pubblici che portano il nome di Giorgio Almirante sono 81.
È triste, inopportuno e vergognoso ma purtroppo non inaspettato, riguardo queste intitolazioni però fatti curiosi e inattesi non mancano.
Il primo: di questi 81 spazi pubblici — strade, piazze, giardini, talvolta addirittura monumenti — ben 76 si trovano nel Mezzogiorno.
Il 93% delle intitolazioni al repubblichino Almirante, nato in Emilia e vissuto tra Torino, Salò e Roma, avvengono nel centro-sud Italia.
In Puglia 25 spazi pubblici portano il suo nome. In Sicilia e nel Lazio 14, in Calabria 11, neanche uno in Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria o Trentino.
Tanto travolgente e incredibile è l’affetto dei sindaci meridionali di destra verso questa figura a fronte invece di un disinteresse di quelli settentrionali?
Il secondo fatto inatteso ci permette di cominciare a unire i puntini. Nella quasi totalità dei casi, questi luoghi si trovano in minuscoli centri urbani. Comuni o addirittura frazioni che non raggiungono i 50mila abitanti. Circa il 91% di questi luoghi si trova in piccoli centri e, come se non bastasse, il più delle volte, in luoghi periferici.
Le eccezioni sono Grosseto, Lecce e Bari; per il resto, nelle grandi città, non ci sono luoghi intitolati ad Almirante. Nonostante sforzi e tentativi. A Roma, nel giugno 2018, l’Assemblea capitolina approva una mozione sostenuta da Fratelli d’Italia e una parte del Movimento 5 stelle che prevede l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante. La notizia esce su tutti i giornali, lo sdegno e la mobilitazione della società civile e delle realtà antifasciste e democratiche impone la marcia indietro.
Sarà per questo che le intitolazioni avvengono quasi unicamente in piccoli Comuni del Mezzogiorno? Luoghi di sperimentazione dove si riesce, spesso nel disinteresse e nel silenzio generale, a fare quello che in altri luoghi diventa un caso nazionale.
E poi oltre al danno la beffa; anzi, la provocazione. Quasi come fosse una regola, una strategia premeditata (lo sarà?), le vie intitolate al leader del MSI affluiscono, confluiscono o si incrociano con strade dedicate a martiri o simboli della Resistenza e dell’Italia antifascista e democratica.
Il caso più eclatante è quello della città di Grosseto dove da “piazza della riconciliazione nazionale” partono due strade, via Almirante e via Berlinguer.
Ma alla memoria di Berlinguer stessa offesa è fatta in altri luoghi: a Castrolibero/Andreotta, in provincia di Cosenza, due strade senza uscita, via Almirante e via Berlinguer, confluiscono in un’unica strada che di lì a poco si biforca in via Nenni e via Pertini.
A Valenzano (Bari) e a Giarre (Catania) si è deciso di offendere la memoria di Antonio Gramsci; ucciso dal fascismo, la via dedicatagli si incrocia con quella che porta il nome di un criminale fascista; a Molfetta (Bari) quella di Saragat, a Mottola (Taranto) addirittura quella di Giacomo Matteotti.
La toponomastica contribuisce a equiparare vittime e carnefici, a Trani non c’è soluzione di continuità tra via Almirante e le vie intitolate a Giorgio Amendola e a Giuseppe di Vittorio, andando sempre dritto ci si trova improvvisamente in una o in un’altra.
A Ravanusa, Agrigento, si sono fatti prendere la mano: neanche i confini nazionali tengono più: ci si può dare appuntamento all’incrocio tra Via Giorgio Almirante e Via Salvatore Allende!
Infine, è allarmante l’incredibile vuoto di informazione riguardo queste intitolazioni.
In merito alle strade, sembra quasi impossibile capire con esattezza quante e dove siano, e allo stesso modo difficile è reperire informazioni riguardo da chi – quale giunta e quale sindaco – sono state intitolate e quando.
Quasi un centinaio di spazi pubblici esistenti sui quali non si riesce a rintracciare informazioni di nessun tipo, neanche tramite le banche dati presenti sui siti dei Comuni; quando sarebbe invece interessante avere una quadra di queste intitolazioni. Cercando informazioni si ha invece l’impressione che questi luoghi siano comparsi dal nulla.
Il primo sindaco a intitolare una strada a Giorgio Almirante è stato il socialista Costantino Belluscio, già deputato e sottosegretario. La sfortunata sorte toccò Altomonte, un piccolo paese in provincia di Cosenza, nel 1989: Almirante era morto da appena un anno e il MSI, guidato da Gianfranco Fini, ancora esisteva.
Ma tralasciando il caso Altomonte; riguardo le intitolazioni al collaborazionista Almirante ogni sindaco, con relativa giunta, fa ciò che crede, assumendosi la responsabilità politica delle proprie azioni davanti alla cittadinanza e all’opinione pubblica.
Affinché questo sia possibile è però necessario che le informazioni siano accessibili pubbliche e reperibili, e sullo strano proliferare di questi spazi pubblici troppe cose non si conoscono o non si riescono a motivare con la ragionevolezza.
Necessario è allora ricercare, indagare e far conoscere.
Patria invita i lettori a farci sapere se oltre alle vie e piazze indicate ce ne sono altre, scrivendo a redazione@patriaindipendente.it
Pubblicato mercoledì 31 Luglio 2024
Stampato il 04/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/lo-strano-caso-delle-vie-intitolate-ad-almirante/