
La leader birmana Aung Suu Kyi, 77 anni compiuti a giugno scorso, premio Nobel per la pace nel 1991, è stata condannata a «sei anni di reclusione per quattro accuse di corruzione», ha reso noto ieri una fonte che ha voluto mantenere l’anonimato.

Dalla società civile si è alzata la voce dell’Istituto Cervi con la presidente Albertina Soliani: «Il 15 agosto a Naypyidaw il Tribunale Militare ha condannato Aung San Suu Kyi ad altri 6 anni di carcere con accuse di corruzione. Si aggiungono a precedenti condanne per un totale di 11 anni.
Questo è il suo calvario oggi, insieme al suo popolo aggredito, bombardato, arrestato, torturato, condannato a morte. Lei è in stretto isolamento nel carcere di Naypyidaw. Il processo si svolge a porte chiuse, ai suoi avvocati è proibito parlare. Anche il processo del Tribunale Militare è parte della strategia della giunta militare che ha preso il potere in Myanmar e tiene prigioniero un popolo intero.
È accaduto nel giorno festa dell’Assunta nel mondo cristiano, il giorno del Magnificat. Aung San Suu Kyi lo conosce: “ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Saranno rovesciati, i potenti.

La vita di Aung San Suu Kyi e del suo popolo è nel cuore dell’umanità: essi camminano verso il futuro. Chi cammina con loro?
Ciascuno di noi, ciascuna di noi, parli per loro. Per la loro libertà. Parliamo per loro, oggi.
La nostra voce li raggiunge, parliamo per loro».
Pubblicato martedì 16 Agosto 2022
Stampato il 05/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/parliamo-per-aung-san-suu-kyi-e-per-il-suo-popolo/