Sandro Pertini

Il politico ligure più illustre, l’antifascista e il partigiano, il giurista e il socialista, o semplicemente “Sandro”. Perché Sandro Pertini, capo dello Stato dal 1978 al 1985, ha incarnato tutte queste figure ed è ancora un punto di riferimento, tanto più in Liguria, la sua terra, dov’è nato e dov’è sepolto, a Stella San Giovanni in provincia di Savona.

Sandro Pertini e la moglie Carla Stella risposano nella tomba di famiglia a San Giovanni (SV)

Per tutte queste ragioni è importante che, dopo una lunga attesa, si sia deciso di intitolargli l’Aula del Consiglio regionale della Liguria: una proposta che l’Anpi aveva avanzato nel novembre del 2019.

Raccogliendo un primo invito di Piero Randazzo, già presidente del Municipio Valpolcevera, un territorio in cui sono ben radicati i valori antifascisti, e che era stata sostenuta da diversi gruppi consiliari di opposizione (Pd, Italia viva, Linea condivisa) e accolta anche dalla maggioranza di centrodestra guidata da Giovanni Toti con voto unanime nel luglio 2020.

L’Aula del Consiglio regionale della Liguria (regione.liguria.it)

Ci sono voluti più di due anni, insomma, ma martedì 22 febbraio, quasi nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Pertini, morto a Roma il 24 febbraio 1990, l’Aula consiliare ligure sarà finalmente l’Aula Pertini.

Grande la soddisfazione dell’Anpi locale che, in una nota, sottolineando ancora la figura del “presidente partigiano”, ricorda come oggi questa intitolazione assuma “ancora più valore per i ripetuti tentativi di riscrivere la storia, di mortificarla, stravolgerla o negarla, se addirittura cè chi siede tra quei banchi e ha affermato di avere come mentore un noto fucilatore di partigiani e ‘difensore della razza’”.

Il famoso manifesto firmato da Giorgio Almirante con cui si minacciavano di morte, fucilati alle spalle come segno di infamia, “sbandati” e partigiani

La frase fa riferimento alla polemica dello scorso giugno quando il capogruppo della lista “Cambiamo!”, Angelo Vaccarezza, fedelissimo di Toti, aveva diffuso una nota per ricordare il compleanno dell’ex leader missino Giorgio Almirante, a cui riconosceva “valori di etica, coerenza, lealtà e determinazione che sono imprescindibili dalla sua figura e rappresentano la mia formazione e il mio percorso”.

Frasi inaccettabili, alle quali aveva risposto l’Anpi per prima, insieme a forze politiche, sindacali e a tanti cittadini. Con in più la ricorrenza, negli stessi giorni, del ricordo per le manifestazioni del 30 giugno 1960, con le quali Genova impedì il congresso del Msi, di fatto innescando la crisi che portò alle dimissioni del governo Tambroni sostenuto proprio dal partito della fiamma.

Pertini a Genova il 28 giugno 1960

Non a caso, chiude la nota dei resistenti genovesi, “Fare ascoltare il discorso di Pertini del 28 giugno 1960 forse servirebbe come ripasso a ricordare cosa cera in gioco allora e oggi e aiuterebbe anche oggi a capire”. Quel discorso tenuto in piazza della Vittoria davanti a migliaia di persone è ancora ricordato come il discorso du brichettu, cioè del fiammifero, per la capacità che ebbe di infiammare i genovesi.

La casa-museo di Pertini a Stella (comunestella.it)

E mentre altre forze politiche come Linea condivisa ricordavano la polemica augurandosi che finalmente l’intero Consiglio avesse deciso di stare dalla parte degli antifascisti, dalla maggioranza di centrodestra è arrivata la precisazione che proprio nel mandato di Giovanni Toti sono stati portati a termine i lavori della casa-museo di Pertini a Strella e che lo stesso presidente ligure aveva chiarito come “restaurare questa casa vuol dire anche restaurare la memoria di un Presidente di svolta come Pertini”.

Difficile pensare che la memoria di Pertini abbia bisogno di “restauri”, ma è importante che la casa-museo, dedicata proprio a colui che si definì e fu per davvero il Presidente di tutti gli italiani, abbia visto lavori importanti di manutenzione, così come meriterebbe maggiore notorietà e più visite.

C’è da augurarsi ora che l’aula consiliare intitolata a Sandro Pertini sia capace di ispirare davvero la buona politica, cancellando nostalgie, quelle sì inaccettabili e divisive.