Un consiglio: se qualcuno è alla ricerca di un comportamento da manuale della sudditanza politica, basta seguire le cronache relative alla presentazione e poi al ritiro della costituzione di parte civile da parte della giunta regionale calabrese guidata dal presidente Roberto Occhiuto, esponente di spicco di Forza Italia, nel nuovo troncone del processo per il naufragio di Cutro del febbraio 2023, e non resterà deluso.

L’occasione, per coloro che vivono lontano dalla Calabria, sarà anche utilissima per capire quanta improvvisazione c’è a certe latitudini nella gestione della cosa pubblica e nel confronto con l’attualità. In pratica, la Giunta regionale calabrese non aveva capito che gli indagati di questo nuovo processo non sono presunti scafisti ma esponenti delle Forze dell’Ordine (Guardie di Finanza e Guardie Costiere) e hanno ritirato la costituzione di parte civile.
Dietro questa inversione di marcia ci sarebbe stato il pressing del ministro Matteo Salvini. Il vicepremier avrebbe spiegato alla giunta Occhiuto che gli indagati non sono tutti uguali e che di alcuni occorre avere più rispetto. D’altronde, già nel romanzo “La Fattoria degli Animali”, George Orwell osserva “tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.
La decisione della Regione Calabria di costituirsi parte civile era stata annunciata una settimana fa, ed era apparsa a molti coraggiosa e autonoma rispetto alle politiche nazionali del centrodestra sull’immigrazione. Invece, no: la Giunta regionale ha preso la decisione più facile per allinearsi ai “desiderata” del governo anche a costo di fare una figura becera, piccina picciò: possibile che nessuno della Giunta, prima di deliberare su una tematica da più tempo sotto gli occhi dei mass media nazionali si fosse informato su chi erano gli indagati in questa fase del processo?

La conferma dell’intervento del ministro Salvini arriva da un comunicato stampa dell’Unione sindacale italiana Marina che prende atto “con soddisfazione della decisione della Regione Calabria di ritirare la costituzione di parte civile nei confronti degli appartenenti alla Guardia di Finanza e al Corpo delle Capitanerie di Porto, indagati nell’ambito del processo sul tragico naufragio di Cutro. Fondamentale – si spiega nella nota – è stato l’intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, senatore Matteo Salvini, informato sull’accaduto da parte del Segretario Nazionale dell’Usim, dott. Paolo Fedele”.

Fra le prime reazioni all’incresciosa situazione quella di Francesca Pesce, l’avvocata che ha presentato per Arci nazionale la richiesta di costituzione di parte civile contro gli indagati per la morte dei 94 naufraghi, a prescindere dal ruolo ricoperto o della divisa indossata. “Al netto della pessima figura sul piano amministrativo – si legge nella nota stampa – il passo indietro della Regione Calabria dimostra una visione della giustizia parziale in cui ci sono imputati di serie A e imputati di serie B. Secondo la Regione Calabria un appartenente alle Forze dell’Ordine accusato di un delitto non arreca danni alle istituzioni. Un povero migrante che per fuggire da povertà e morte conduce una barca, invece, merita tutta la veemenza punitiva. Una presa di posizione tipica delle destre ma inaccettabile per le istituzioni democratiche”.
Francesco Rizza, giornalista, iscritto all’Anpi di Petilia Policastro (Kr)
Pubblicato giovedì 15 Maggio 2025
Stampato il 15/05/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/processo-per-il-naufragio-di-cutro-la-calabria-parte-civile-salvini-si-arrabbia-e-la-regione-fa-dietrofront/