L’Europa sta prendendo una brutta piega: si è messa sulla strada del riarmo, non riesce a venir fuori dalle tormentate diseguaglianze, si sta facendo traviare da crescenti nazionalismi. Eppure i giovani mostrano di avere le idee chiare su come dovrebbe essere l’Unione europea: istruzione, protezione dell’ambiente, uguaglianza di diritti e opportunità per tutti i cittadini, inclusione, progresso e salute delle persone. Il Manifesto di Ventotene, che al confino nel 1941 scrissero gli antifascisti Spinelli, Rossi e Colorni, immaginando una unitaria federazione europea, parlava infatti di pace e libertà. Un’intera giornata di studi, il 14 novembre, è stata dedicata ai temi europei dall’Anpi di Messina, in collaborazione con l’Ateneo cittadino, l’Associazione culturale ARB, il Movimento federalista europeo e la Regione siciliana. Storia e destini dell’Europa Unita nell’Ottantesimo della Liberazione sono stati discussi e confrontati nella giornata dal titolo “L’Europa che vorremmo”.

Nell’Aula magna dell’Università si è andati subito ai “fondamentali”, alle ispirazioni dei lontani fondatori di una costruzione politica federalista, antinazionalista, antifascista, pacifista, per un’Europa che per secoli si era dilaniata in continue e sanguinose guerre e che, nel caso del Manifesto di Ventotene, continuava a farlo in un secondo conflitto mondiale, non fosse bastato il primo. Di scena dunque gli storici, moderati dal prorettore Antonio Saitta. Umberto Gentiloni ha spaziato dal Manifesto di Ventotene al Trattato di Roma; Santi Fedele si è soffermato su La Conferenza di Messina e il contesto internazionale e mediterraneo dei primi Anni 50; Giulia Vassallo ha portato un originale contributo sul Manifesto di Ventotene parlando delle nuove fonti d’archivio.
Una vera e propria lectio magistralis è stata tenuta da Gaetano Silvestri, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, che ha portato tutti a riflettere sul passaggio Dall’Europa dell’autorità all’Europa dei Valori. In cima a questi sta la dignità umana, da cui discendono libertà, democrazia, uguaglianza. Questi valori stanno adesso scritti in molti documenti dell’Unione europea. L’impegno ora è quello di farli materializzare nella vita quotidiana dei cittadini europei: così ha concluso alla fine della prima metà della Giornata il presidente provinciale dell’Anpi messinese, Giuseppe Martino.

Nella seconda metà della giornata il panorama si è fatto ancora più articolato, coordinato dalla sociologa Lidia Lo Schiavo. Immediatamente Raniero La Valle ha fatto entrare in scena un’Europa che va dall’Atlantico agli Urali, percorsa da spiriti bellicisti e disponibile a buttare al vento i pilastri della sua civiltà. L’intento allora è quello di Riparare l’Europa, salvare il mondo.

Altra tematica è quella del Lavoro: la grande trasformazione. L’impatto sociale del cambiamento del lavoro, di cui si è occupato il sociologo Enzo Mingione. La giurista Lina Panella, con grande competenza, ha portato tutti a riflettere su Diritti umani e legalità internazionale. Cercando di rispondere alle aspirazioni dei più giovani europei, Giordana Restifo, operatrice culturale, ha messo in luce l’esperienza della Generazione Erasmus. Michele Sabatino ha rappresentato nascita e sviluppo del Movimento federalista europeo, ponendo la questione su L’Europa al bivio: unità o disgregazione?
Ultimo intervento della giornata di studi è stato quello di Vincenzo Calò, dell’Anpi nazionale, su L’Europa che vorremmo, una visione per il futuro. L’Unione Europea, considerata il modello più sofisticato di democrazia sovranazionale a livello globale, si trova oggi davanti a un bivio decisivo: diventare un attore di peso sulla scena mondiale o rischiare di scivolare nell’irrilevanza. In un panorama internazionale contraddistinto da tensioni globali, problematiche economiche e sociali e un’accentuata polarizzazione politica, il progetto europeo deve affrontare una riflessione profonda e attuare una revisione significativa per equipaggiarsi alle sfide attuali e future. Lo spirito originario di Ventotene, che ha mostrato la strada verso l’integrazione europea, continua a essere un’importante guida per proseguire sul percorso.
Valori come l’antifascismo e l’antinazionalismo, che si trovano alla base del Manifesto di Ventotene, rappresentano le fondamenta storiche e politiche su cui si regge l’Unione Europea. Mettere da parte questi principi significa minare l’essenza stessa del progetto europeo; avvalorarli, invece, è una via per predisporre riforme democratiche e sociali in grado di rispondere alle necessità delle persone e alle pressanti questioni globali. L’Unione Europea ha davanti a sé una sfida storica: rilanciare il progetto europeo in un momento di crisi globale e interna. Questo richiede coraggio politico, visione strategica e un impegno collettivo da parte dei governi, delle istituzioni europee e della società civile.
Solo attraverso una riforma democratica profonda, un contrasto efficace alle forze reazionarie e una politica sociale inclusiva si potrà costruire l’Europa che vorremmo: un continente accogliente, pacifico e orientato verso il benessere dei suoi cittadini. Il cammino è complesso, ma necessario per garantire un futuro di pace, sviluppo e cooperazione per le generazioni presenti e future.
Giuseppe Restifo, vicepresidente Anpi provinciale Messina
Pubblicato martedì 9 Dicembre 2025
Stampato il 09/12/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/questa-e-leuropa-che-vorremmo/



