Hanno scritto qualificandosi per ciò che sono, delegati di un partito, Fratelli d’Italia, e se non bastasse su carta intestata con il logo del partito di Meloni. E lo hanno fatto in una lettera indirizzata alla mail ufficiale della preside di un liceo. Hanno voluto prima richiamare alcuni articoli del codice civile e del codice penale, in particolare quelli di falsità ideologica e sostituzione di persona, per poi precisare che la “falsità ideologica”, se commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbe perseguibile.

La dirigente scolastica è Maria Rosa Cesari e l’istituto è il Marco Polo di Venezia, dove  nel 2021 si è scelto di introdurre per il triennio 2022-2025, il progetto “Carriera Alias”, la facoltà per gli studenti transgender di cambiare il nome anagrafico in quello del genere in cui ci si riconosce. Un progetto concordato dopo aver sentito il consiglio di istituto, il collegio docenti, e i genitori.

Scrivono gli esponenti del partito, Anita Menegatto e Andrea Barbini, che si occupano l’una di “Istruzione” e l’altro di “Famiglia e valori non negoziabili”: «inopportuno che la scuola si faccia carico di inserire la carriera alias nel Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF), un progetto puramente ideologico che non ha scopo di inclusione bensì porterebbe solamente ad ulteriore confusione nei ragazzi e negli istituti».  E «sollecitano i dirigenti scolastici a interrompere il progetto» perché secondo i due esponenti del partito «inopportuno» e «ideologico».

E se la mail, almeno nel territorio provinciale veneziano è arrivata ad altri tre istituti,  gli insegnanti e i genitori del Marco Polo hanno mostrato vicinanza alla preside e al corpo docente. Per la preside si tratta di una lettera “irricevibile”, un partito politico “non può permettersi di dire una cosa del genere in una scuola pubblica”.

“Ingerenza inaccettabile” anche per l’Anpi provinciale e la sezione di Venezia “Sette Martiri” , che “nel manifestare allarme per la nota di Fratelli d’Italia “esprimono piena solidarietà alla dirigente scolastica Maria Rosa Cesari”. Argomentano le ragioni della preoccupazione gli eredi provinciali dei partigiani con la presidente provinciale Maria Cristina Paoletti: “per il tono (intimidatorio), per il metodo (da quando un partito è legittimato a ‘richiamare all’ordine’ i dirigenti scolastici?), per l’impostazione di fondo (la visione di uno Stato etico cara al ventennio), per il contenuto (da cui traspare una netta chiusura e una sostanziale ignoranza su temi importanti legati all’identità di genere)”. Ricorda inoltre che i regolamenti “Carriera Alias” favoriscono l’inclusione e “l’accoglienza in attuazione dei principi costituzionali di cui agli articoli 3 e 34 (‘la scuola è aperta a tutti’)”.

(Marco Cremonesi per Imagoeconomica)

Il regolamento “Carriera Alias”, puntualizza Anpi provinciale è sul sito del liceo Marco Polo, consultabile da tutti. “Basta avere la volontà di leggerlo per rendersi conto che: la richiesta deve essere condivisa anche da chi ha la responsabilità genitoriale sul minore; il nome dell’identità elettiva avrà solo una valenza interna alla scuola; la modifica del nome costituisce eventuale anticipazione dei provvedimenti giurisdizionali che si renderanno necessari al termine del procedimento di transizione di genere; tutte le certificazioni a uso esterno dal Liceo alla persona richiedente faranno riferimento unicamente all’identità anagrafica; qualora prima del compimento degli studi non intervenga la sentenza del tribunale, tutti gli atti di carriera compreso il rilascio del testo finale, faranno riferimento ai dati anagrafici forniti dalla persona richiedente al momento dell’iscrizione”. Se ne deve concludere che “la ‘Carriera Alias’ è semplicemente uno strumento in più a disposizione degli insegnanti che favorisce rapporti interpersonali improntati alla correttezza e al reciproco rispetto delle libertà e all’inviolabilità della persona. Dunque, nessun falso ideologico e nessuna sostituzione di persona!”.

(Imagoeconomica)

Piuttosto “la nota di Fratelli d’Italia è gravemente lesiva dell’autonomia scolastica e dietro pretestuosi richiami di legge tradisce in realtà la sua impronta transfobica che si inserisce in una visione della società basata su pregiudizi e discriminazione nell’ambito di una omologante offensiva culturale e formativa delle giovani generazioni, oltre a tutto storicamente datata e lontana, come mostrano recenti studi statistici, dal sentire maggioritario del popolo italiano”.

E la sezione Anpi cittadina “Sette Martiri”con la presidente Enrica Berti oltre a comunicare alla preside “il sostegno a ogni iniziativa che il Suo Istituto vorrà intraprendere in risposta a questo sopruso e a chiarimento della funzione educativa e di conoscenza che la scuola in piena libertà deve svolgere”, offre “l’impegno a promuovere una mobilitazione locale di tutte le forze antifasciste della società veneziana”.