22 marzo 2020, l’arrivo a Malpensa dei medici cubani in soccorso dell’Italia nella lotta al covid

Il Consiglio per i diritti umani è un’articolazione dell’Onu, formato da 47 Paesi eletti ogni anno e ciascuno in carica per tre anni, secondo una precisa mappatura geografica (tanti all’Asia, tanti, all’Europa, tanti all’Africa…). Il 23 marzo il Consiglio ha approvato trenta risoluzioni tra le quali una dal seguente titolo: “Impatto negativo delle misure unilaterali coercitive sul godimento dei diritti umani”. Nell’argot diplomatico si chiamano “unilateral coercive measures”, ma in italiano corrente si può dire “sanzioni”. È stata approvata con 30 voti a favore, 15 contrari e 2 astenuti. Tra i contrari, l’Italia.

Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha sede a Ginevra

Nessuna grande agenzia di stampa occidentale ha riportato l’esito del voto e meno che mai il dibattito. Lo hanno fatto invece la Xinhua, la maggiore agenzia di Stato cinese, la Tass, la cubana Prensa Latina…. Ed è forse questo il motivo per cui in Europa se ne sono accorte solo una o due sensibili pubblicazioni online – negli Stati Uniti invece ne hanno parlato eccome: il Miami Herald, potente quotidiano della Florida che sostiene i cubani anticastristi, ha subito pubblicato un equilibrato editoriale dal titolo: “Non badate all’ipocrita risoluzione delle Nazioni Unite che Venezuela e Cuba spacciano come una vittoria”.

Marzo 2020, i medici cubani all’ospedale da campo di Crema (Imagoeconomica)

Del niet italiano scrive oggi il manifesto in una corrispondenza da Cuba che ricorda l’aiuto dei medici cubani in Lombardia durante l’emergenza Covid, e provoca reazioni. Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni su Facebook descrive “incomprensibile” il voto dell’Italia: “Incredibile che l’Italia abbia votato contro una risoluzione che condannava l’impatto sui diritti umani di sanzioni economiche unilaterali”. Da parte sua, Alessandro Di Battista scrive “Bisognerebbe mostrare un po’ di gratitudine per quei medici e infermieri che hanno contribuito a salvare la vita di molti cittadini italiani”.

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Come spesso accade nei documenti dell’Onu, non si fanno nomi ma si descrivono circostanze. E il documento sulle sanzioni, presentato da Cina, Azerbaigian (a nome dei cosiddetti Non Allineati) e Palestina (che esiste solo negli organismi Onu) non fa eccezione: lo Human Rights Council (Hrc) raccomanda agli Stati di interrompere ogni sanzione unilaterale e di non promuoverne altre, soprattutto quelle coercitive e extraterritoriali che bloccano gli scambi e impediscono quindi la piena realizzazione dei diritti umani (cose come nutrirsi, curarsi, spostarsi…).

Alena Douhan, relatrice speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani e gli effetti delle sanzioni coercitive e unilaterali sulla popolazione

I nomi però ci sono. Sono contenuti nel rapporto del “braccio armato” del Consiglio per i diritti umani, Alena Douhan. Bielorussa, docente di diritto internazionale, Douhan è l’inviata speciale dell’Hrc sull’“impatto delle sanzioni sui diritti umani”. Nell’anno del Covid la signora Douhan ha studiato l’impatto delle sanzioni unilaterali sui Paesi colpiti, ne ha visitati alcuni e ha pubblicato un rapporto da brivido sul Paese che più di tutti ha applicato “misure coercitive unilaterali”, cioè sanzioni: naturalmente, gli Stati uniti d’America.

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Gli Usa applicano due leggi nazionali, il National emergency act (Nea) e l’International emergency economic powers act (Ieepa), che negli anni 70 sostituirono la “Legge sul commercio col nemico” del 1917 – in piena prima guerra mondiale. Da allora il nemico è stato aggiornato. Per settanta volte. Sono infatti 70 le “emergenze nazionali” che vari presidenti americani hanno ritenuto di dover punire con sanzioni unilaterali, rinnovate anno dopo anno. La sanzione più lunga, contro l’Iran, dura da 40 anni. Contro la Siria, da 16 anni. Ma le emergenze sono temporanee per definizione. Quando diventano permanenti, sono certamente illegali.

Secondo la special rapporteur Alena Douhan, il nuovi nemici degli Usa sono Cuba, Venezuela, Iran e Siria – anche se vengono citati anche Cina, Haiti, Nicaragua, Russia, Zimbabwe “ed altri Paesi”. Queste quattro nazioni sono largamente le più colpite dalle sanzioni unilaterali americane, che hanno creato danni gravissimi agli abitanti (molto più che ai governi) dei Paesi colpiti, in molti casi riducendoli alla fame, alla morte per malattie provocate dalla mancanza di farmaci, all’impossibilità di ricostruire quanto distrutto – le sanzioni americane colpiscono anche chi aiuta i Paesi bersagliati.

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E l’Italia? L’Italia ha votato contro la risoluzione che condanna le sanzioni. In compagnia di Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia, ossia tutti e sette i Paesi europei nel Consiglio per i diritti umani. Contrari anche il Brasile di Bolsonaro, il Giappone e altri allineati a Washington. Un voto atlantico e pavido come spesso accade alla diplomazia tricolore.

Un voto che disprezza la solidarietà di Cuba, che ha spedito medici in Lombardia durante l’emergenza Covid. L’Avana esporta medici (e ottimi medici) in mezzo mondo, a volte riceve in cambio forniture di materie prime, a volte niente – e con l’Italia peggio che niente. Ma i medici cubani curano tutti, indipendentemente dalla politica.

Nell’8 ottobre 1967, a La Higuera, Ernesto Che Guevara venne ferito e catturato da un reparto antiguerriglia dell’esercito boliviano assistito da forze speciali statunitensi

Curarono persino Mario Teran, il sergente dell’esercito boliviano che sparò la raffica di mitra che uccise Ernesto Che Guevara prigioniero a La Higuera, e che era andato a invecchiare a Santa Cruz de la Sierra, nella Bolivia tropicale, povero e accecato dal glaucoma che nel 2006 i cubani rimossero pur sapendo perfettamente chi era.

Il voto italiano disprezza le sofferenze del Venezuela, che le ha provate davvero tutte per superare l’embargo americano ma è stato bloccato di recente anche al Wto (motivo ufficiale: il presidente Maduro non sarebbe il legale rappresentante del Paese, l’autoproclamato leader Guaidò ne discute la legittimità, se la Banca d’Inghilterra può trattenere le tonnellate d’oro della riserva aurea venezuelana allora il Wto può trattenere i contratti per i farmaci e il cibo).

L’Italia ha votato contro anche alla risoluzione che ingiunge a Israele di liberare i prigionieri del Golan siriano, contenuta nello stesso pacchetto che comprendeva il documento contro le sanzioni, e in compagnia dei soliti noti dell’Occidente allineato.

L’ex presidente Usa Donald Trump e l’attuale inquilino della Casa Bianca Joe Biden

Gli Stati Uniti non fanno parte del Consiglio per i diritti umani. Ne volle uscire Donald Trump nel giugno del 2018, il presidente inviò l’ambasciatrice all’Onu Nikki Haley a comunicare l’addio e il massimo disprezzo per “quel pozzo nero di ipocrisia politica”. Ma con alleati così fedeli, che bisogno c’è di sporcarsi le mani?