
“All’erta Compagni! Non è il tempo di riprendere in mano un’arma ma di non disarmare il cervello sì, e l’arma della ragione è più difficile da usare che non la violenza”. La lettera di Mario Rigoni Stern inviata qualche anno fa all’Anpi ci invita a stare attenti, a guardarci attorno e opporci a una deriva autoritaria che ha lo scopo di stravolgere il sistema democratico come lo abbiamo conosciuto fino ad ora.
Ed è declinando ognuno per come meglio ha ritenuto quell’allerta che è stato organizzato l’appuntamento del 2 giugno all’Horcynus Orca di Capo Peloro, a Messina, nel corso del quale si è tenuto anche il concerto per la Festa della Repubblica democratica fondata sul lavoro. Un appuntamento musicale che inizialmente avrebbe dovuto tenersi il 25 aprile, Festa della Liberazione, ma che poi era stato rinviato per il lutto per la morte di Papa Francesco.
Anpi, Cgil, Emergency, Uil, Arb, Italia Nostra, Tenda della Pace, Fiab e tante altre sigle di associazioni presenti sul territorio hanno reso possibile un evento che ormai è entrato nel cuore dei messinesi prima che nelle loro abitudini. Numerosi gli artisti che hanno raccolto l’invito di mettersi a disposizione e donare al numeroso pubblico presente la loro musica. Così come numerosi sono stati gli interventi nel corso dei quali sono stati affrontati i temi più caldi e delicati di questa brutta fase storica.

Merita qualche parola in più il luogo dove si è tenuto questo appuntamento: Capo Peloro, proprio all’imboccatura dello Stretto, uno dei luoghi più belli del mondo, purtroppo diventato un luogo nel quale si sta per consumare un delitto che non è solo economico, ma soprattutto paesaggistico e politico, a causa di un’opera, quale sarebbe il ponte, inutile e dannosa, che distruggerebbe un ecosistema tra i più preziosi esistenti nel mondo.
Quindi, il tema del Ponte, come quello della guerra in Ucraina, così come il massacro in essere dei palestinesi a Gaza, ma anche la politica interna italiana, con la deriva autonomistica e autoritaria che questo governo vuole imprimere, e i temi scottanti del lavoro, della sanità e dell’imbarbarimento della vita sociale sono stati i temi che hanno separato i vari intervalli musicali.
È stata una manifestazione di gioia e consapevolezza, un momento di riflessione sui vari temi che chiamano e coinvolgono i nuovi partigiani perché vigilino affinché i fantasmi del passato non prendano il sopravvento.
Marcello Mento, giornalista
Pubblicato sabato 21 Giugno 2025
Stampato il 21/06/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/un-concerto-a-capo-peloro-condannato-allo-scempio-dal-ponte-di-messina/