Un cammin capendo natalizio e per il nuovo anno. Un augurio davvero di cuore per una stagione di speciali rivoluzioni. Buona musica, buone letture, un ritorno a se stessi costellato da desideri realizzati di quiete intelligente, di occhi dedicati alla bellezza, di un quadro civile e sociale cui dare una mano con entusiasmo e passione in ripartenza. Passatemi l’espressione, una Resistenza della civiltà interiore.
Abbiamo esattamente davanti certi panorami di degrado morale, certi abbandoni della ragione, certe arroganze e povertà politiche e culturali. Abbiamo davanti, senza sosta, un film dannatamente reale di un esistere verticistico cieco e senza memoria. È venuta voglia spesso di mollare tutto e rintanarsi in un antro insonorizzato, ventilato dal tentativo folle di azzerare il mondo. Ma la sveglia della responsabilità era sempre lì a disturbare e a riportare il cuore nel mezzo del fare. Il 2016 segnala quanto dobbiamo esserci ancora, partecipare a raddrizzare la barra della conduzione del nostro incerto e irrisolto Paese. Il miracolo della politica sana e della convivenza depurate da disprezzo e risse. Un atto umanamente e socialmente poeticissimo e liberatorio. Il verso del sogno che cammina e si fa pelle. Auguri a tutti noi. Ne abbiamo un gran bisogno.