Ottavio Terranova, dirigente nazionale e regionale dell’Anpi, non è nuovo al cimento letterario. Pubblichiamo una sua breve e attualissima poesia in dialetto siciliano. Parla di una donna e parla una donna: “Fimmina sugnu”. In pochi, scolpiti versi, la volontà di emancipazione e l’urgenza di cambiare la società.
FIMMINA SUGNU E A FIMMINA
VOGGHIU FARI,
FIMMINA SUGNU, NUN SULU
PI FIGGHIARI,
ORA TU, PARRA CU MIA,
FRENA LA TO LINGUA,
FRENA LI TO MANU, PARRA
CU MIA, SULU CHIANU, CHIANU,
PARRA CU MIA E APRI LU TO
CORI, PARRA CU MIA, NUN SULU
DU TO AMURI,
FIMMINA SUGNU E A FIMMINA
VOGGHIU FARI, FIMMINA SUGNU
NUN SULU PI FIGGHIARI,
VOGGHIU CU TIA CANCIAARI
CHISTA SOCIETA’,
VOGGHIU PURU IU GIUSTIZIA
RISPETTU E PARITA’
FIMMINA SUGNU E A FIMMINA
VOGGHIU FARI
NUN SULU PI FIGGHIARI
Ottavio Terranova, coordinatore Anpi in Sicilia e membro del Comitato nazionale Anpi
Pubblicato mercoledì 29 Aprile 2020
Stampato il 19/04/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/fimmina-sugnu/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Il regista Daniele Segre racconta com’è nata l’idea: un viaggio che passa per i GDD, sui quali si è svolto a Torino un convegno nazionale dell’ANPI, e narra una lotta per l’emancipazione femminile che continua anche oggi
La difficile vita di Ada Prospero Gobetti, vedova di Piero, assassinato dai fascisti. L’impegno combattente del suo unico figlio diciottenne. L’attesa di una svolta nella condizione della donna grazie alla Resistenza
Bloccata con la forza dalle autorità la tre giorni promossa per discutere del massacro in corso a Gaza e delle responsabilità nel fornire armi a Israele. A riunirsi professori universitari, medici, giornalisti, politici di fama internazionale, scrittori e ricercatori. Tra gli organizzatori anche l’associazione “Voce ebraica per una pace giusta in Medio Oriente”. La solidarietà delle sezioni tedesche dei partigiani, la condanna del massacro di civili, la richiesta di cessate il fuoco, della liberazione degli ostaggi e il riconoscimento dell’autodeterminazione dei popoli
Alcuni Stati di una parte della Terra si ritengono naturali eredi e depositari dei valori democratici, ma sulla base di quale criterio diamo la patente di democratico a chi non pratica quei principi politici e giuridici e invece riteniamo antidemocratico chi fa le stesse cose in un Paese diverso? Non ci sono scorciatoie per promuovere la convivenza tra popoli eppure una strada, per quanto difficile e faticosa, c’è
Le ultime elezioni amministrative hanno visto vincere in città Abdullah Zeydan, cinquantadue anni, di cui sei passati in carcere. Il governo di Ankara ha tentato di invalidare il voto, ma la grande maggioranza delle persone si è mobilitata riempiendo strade e piazze, e il “Sultano” ha dovuto fare marcia indietro. Zeydan è tornato a essere sindaco con la co-sindaca Neslihan Şedal. L'”Associazione Verso il Kurdistan”, che si batte da anni per il rinoscimento dei diritti degli ezidi e lavora in Turchia da più di vent’anni con progetti di sostegno alle famiglie dei detenuti politici, ha avuto modo di incontrare i nuovi eletti
A Paestum una tre giorni ricchissima di contributi e proposte concrete che hanno posto le basi di un balzo in avanti dell’associazione dei partigiani nei territori meridionali. Per lottare al passo delle realtà del Centro e del Nord, a cominciare dalla battaglia contro il progetto governativo di un nuovo Frankenstein istituzionale, rimpinzato di autonomia differenziata e premierato. Il programma c’è già, si chiama Costituzione e ha come motore inesauribile la memoria. Sono le bandiere che tutti innalzeremo al vento del 25 Aprile
Il componente della segreteria nazionale e responsabile di area dell’associazione sulla due giorni a Paestum dei prossimi 6 e 7 aprile: “Nel Meridione gli iscritti crescono e dagli incontri preparatori con i provinciali è emersa la grande qualità di attività, pensiero politico e capacità di fare rete di quei territori”. Siano le ricerche sui propri partigiani o le iniziative contro le guerre e le riforme del governo Meloni. “Ora si tratta di mettere a punto un’organizzazione all’altezza delle donne e degli uomini che ne fanno parte”
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