Walchiria Terradura, partigiana Walchiria, 2007
Walkiria Terradura, nome di battaglia Walkiria. Partigiana italiana

Il 25 ottobre, in palazzo Gopcevich a Trieste, è stata inaugurata la mostra fotografica di Danilo De Marco “Partigiani di un’altra Europa” che raccoglie un lavoro di ricerca decennale e che propone una selezione di 55 immagini fotografiche, scelte tra oltre un migliaio, degli ultimi partigiani viventi. Si succedono ritratti di partigiani e partigiane italiani, francesi, polacchi, sloveni, armeni, greci, albanesi, austriaci, slovacchi, serbi, spagnoli, tedeschi, nazionalità che nelle foto non si distinguono, volontariamente mescolate. L’impatto è potente, toglie il fiato.

Lo stesso artista cerca di interpretare la mostra con queste parole: «Nessuna volontà, quindi, di cristallizzare il reale per come si presenta, ma piuttosto il tentativo di estrarre/attrarre una luce mostrativa e pensante, tutta rivolta alla sensazione (parola intensamente cézanniana): un isolare la figura, ma solo in apparenza, che tira a sé i tratti per poi esprimerli. Con un gioco di parole tra concetto e fotografia potrei definirla un’esposizione dell’esistenza».

Volti immensi solcati dall’aratro del tempo. Facce smisurate con sguardi rivolti al visitatore. Severi ed inquietanti. Anziani dalle pupille splendenti ancora in grado di comunicare. Colpisce il bagliore luccicante degli occhi. Su carta fotografica di grandi dimensioni si susseguono visi in bianco e nero, disegnati dalle ombre, avulsi da ogni poetica rassicurante e che ricordano, invece, foto segnaletiche.

Claude Rouland Souchet, nome di battaglia Pinson. Partigiano francese
Claude Rouland Souchet, nome di battaglia Pinson. Partigiano francese

Un nome, un cognome, uno pseudonimo, una nazionalità. Non sono immortalati gli anni fulgenti dei fazzoletti al collo e di un’arma imbracciata alla conquista della libertà, ma la più pacata senilità. Questi anziani fotografati sono i giovani che più di settant’anni fa hanno combattuto per un’Europa di pace e di uguaglianza. Quelle espressioni non raccontano solo della Resistenza, ma rappresentano l’evoluzione di un’intera vita, di una lotta che non si è fermata nel 1945. Quelle increspature ci restituiscono i conflitti politici, sociali, familiari di un’esistenza. Non si tratta di una mostra celebrativa, ma di un’esplorazione che ci impone di meditare e di uscirne un po’ sgomenti, mettendo in discussione noi stessi e il nostro agire grazie ai silenzi eloquenti di quegli sguardi. Non ci si aspetti, quindi, una rassegna storica, ma una galleria del pensiero o meglio, come è stata definita dall’antropologo Gian Paolo Gri, una provocazione, nessun ritorno al neorealismo, ma iperrealismo.

Lojza Bait, nome di battaglia Dorica. Partigiana slovena
Lojza Bait, nome di battaglia Dorica. Partigiana slovena

Gianni Torrenti, Assessore alla cultura, sport e solidarietà della Regione Friuli Venezia Giulia ha interpretato così il lavoro di De Marco: «L’artista in questi volti forse vuole raccontarci che la resistenza è anche un modo di vivere, un moto dell’animo che per sempre esisterà dentro a queste donne e a questi uomini. Donne e uomini che hanno saputo vivere la loro resistenza continua in una lotta che è sopravvissuta al dopoguerra.»

Per chi volesse serbarne un ricordo o per chi non riuscisse a visitare la mostra e ne fosse incuriosito, è da segnalare il catalogo che mantiene il titolo, pubblicato dall’editore Forum e da cui sono tratte le citazioni di questo articolo. Nel testo sono raccolti contributi di Danilo De Marco, Arturo Carlo Quintavalle, Gian Paolo Gri, Giovanni De Luna, Norman Manea, Erri De Luca, Annalisa Comuzzi, Pierluigi Cappello e Marco Cicala. Al volume è allegato il dvd Partigiano curato da Andrea Trangoni con le voci narranti di Aida Tagliente e di Massimo Somaglino che leggono il diario inedito del partigiano Sergio Cocetta, nome di battaglia Cid.

Trieste, palazzo Gopcevich
Trieste, palazzo Gopcevich

La mostra è stata realizzata dall’Anpi regionale Friuli Venezia Giulia con il sostegno della Regione Fvg e la co-organizzazione del Comune di Trieste. Rimarrà aperta fino all’8 dicembre, il mattino dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 16 alle 19, giorno di chiusura il lunedì (eccetto il 7 dicembre).

In concomitanza con l’esposizione si svolgono una serie di incontri culturali con la partecipazione di storici come Joze Pirjevec, Santo Peli, Roberto Spazzali e laboratori didattici per le scuole.

Il programma completo è pubblicato nel sito http://www.partigianidiunaltraeuropa.it/