Idea presa, ma cosa scriviamo? Riproporre semplicemente la storia di Palcoda e dei suoi protagonisti non ha senso, stanno già in tanti libri di storia.
Ha senso invece descrivere quanto si è sviluppato a cascata attorno a quella storia e a quella iniziativa, le nuove modalità, i nuovi percorsi, le nuove relazioni che hanno provocato. Ha senso scrivere di come si è inteso raccogliere il testimone da chi ancora crede non sia lecito dire che “tanto il mondo va così”, quanti chiedono che la Costituzione venga applicata e non interpretata o peggio tradita, quanti ancora pensano che tutto possa ancora cambiare, partendo da sé e dal proprio vissuto. Con le armi della memoria, del pensiero, delle parole, della pratica politica. Per permetterlo, altri hanno dovuto imbracciare armi vere, e in troppi sono morti, facciamo non sia invano, ogni pagina di questo libro rivendica l’intento.

Loro però, le nostre partigiane e i nostri partigiani, non dovranno mancare. Rivendicavano pace, libertà, giustizia sociale. Tre medaglie d’oro e una d’argento al valor militare alla memoria saranno le guide che con le loro storie ci accompagneranno in cammino lungo i sentieri.

Ci si riunisce, le due sezioni ANPI, Città di Udine e dello Spilimberghese, con il Coordinamento Zone Libere, si decidono forma e contenuti, si affida il ruolo di curatore a Gregorio Piccin, si pensa a chi curerà la grafica.
L’Anpi rende disponibili archivi fotografici, bibliografie, e coordinamento editoriale. Si annuncia ufficiosamente il progetto, e arrivano i primi contributi economici, anche a titolo personale.
Sarà poi l’Anpi regionale Friuli-Venezia Giulia a farsi complessivamente carico del finanziamento del progetto con i contributi della Regione.
In stretta e costante collaborazione, le parti del testo vengono via via scritte, condivise, pensate, modificate. Lavoro collettivo dunque, lungo e a volte difficoltoso, sempre nel rispetto della pluralità di idee come si addice a chi milita nell’Anpi, con l’obiettivo di trovare una soluzione comune.
Allora si inizia con la descrizione delle guide, i nostri Martiri, le nostre stelle partigiane: Sergio, Battisti, Paola e Virginia Tonelli “Luisa”.
Si va alla grande. C’è ampia biografia dalla quale attingere, basta controllare assieme fatti e date. E unificare i linguaggi, ovviamente.
Arriva poi la narrazione di singoli avvenimenti da collocare nei luoghi dove potrebbero essersi verificati, l’impresa già è più ardua. Su quegli avvenimenti abbiamo scarse o nulle verifiche, li possiamo solo immaginare. E ognuno immagina a modo suo, con il suo linguaggio, il suo vissuto e persino il suo genere. La differenza appare immediata ed evidente quando si scrive di donne, particolarmente oggetto di confronto saranno gli episodi nei quali sono coinvolte le donne stesse, siano una spia giustiziata sul Ciaurlec o partigiane cadute. La differenza di genere e la necessità di diventare complementari sono una ulteriore sfida, un altro traguardo da raggiungere. Si può fare e si fa, quando si è collettivo di lavoro.

La terza parte della pubblicazione è dedicata alla contemporaneità, alle azioni di antifascismo militante che dall’esperienza del sentiero di Palcoda hanno preso avvio.
La parte del leone tocca al Coordinamento Zone Libere, organizzazione nata su chiamata di Gregorio Piccin. Si presenteranno a Tramonti sezioni Anpi, associazioni che si occupano di ambiente, cultura, e singoli individui. Pace, Ecologia, Sviluppo sostenibile, Solidarietà, Accoglienza sono i temi sul tavolo: minimo comun denominatore l’antifascismo, e la volontà di rimettere la Resistenza al centro della narrazione che deve o dovrebbe costituire la base del senso di cittadinanza e la spinta alla ribellione a quanto proprio non va.
Nel frattempo Palcoda ha ancora una volta rimesso in moto la miriade di antifasciste e antifascisti; tanti artisti rispondono all’appello per ricoprire le scritte inneggianti alla Decima Mas che sono apparse sul sentiero. Sarà una giornata di festa, tutti ci potranno lavorare e un murale, verrà terminato prima che cali il sole.

A Davour La Mont, casa di Virginia e culla di Resistenza, si lavora sul recupero delle rovine, si connota il luogo e lo si rende di nuovo agibile, sarà un’altra componente di quel progetto di “museo diffuso” della Guerra di Liberazione che Palcoda già rappresenta.
Ogni componente del progetto apporta il suo contributo, le sue competenze. Arrivano altre associazioni, si cammina con Lega Ambiente, l’Eco Museo delle Dolomiti Friulane, singoli professionisti che condividono i loro saperi. Si intensifica la collaborazione con il sito Storia Storie di Pordenone, che funge da amplificatore all’iniziativa.
Storia, ambiente, criticità, problematiche, progetti di sviluppo, identità dei luoghi, tutto si mescola. In una parola si fa politica, restituendole il suo senso più alto.
La guida partigiana, per come è stata pensata e realizzata, va infine al di là dei contenuti stessi. Vi si legge amicizia, conoscenza dell’altro, solidarietà, collaborazione, rinuncia a considerare l’unico giusto il proprio punto di vista.
Bianca Minigutti, presidente sezione Anpi Spilimberghese (PN), e Antonella Lestani, presidente sezione Anpi città di Udine (UD)
Pubblicato martedì 14 Febbraio 2023
Stampato il 26/09/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/dove-anche-le-foglie-resistevano/