Non è facile parlare di questo libro, forse la descrizione che più gli si addice è quella di “attrezzo culturale identificabile in forma di libro”. Non è solo storia infatti, non è solo guida escursionistica, non è solo rilettura individuale e contemporanea di fatti che hanno avuto luogo in passato, non è solo interpretare la storia per comprendere e agire nel presente. Meglio allora, per capire di che si tratta, partire dalla genesi.

L’idea del libro nasce in occasione della commemorazione al borgo di Palcoda in Val Tramontina, il luogo in cui furono uccisi, all’alba del 9 dicembre 1944, il comandante Giannino Bosi “Battisti”, la partigiana Jole De Cillia “Paola”, il partigiano Eugenio Candon “Sergio” e in cui furono catturati 10 partigiani, fucilati il giorno successivo lungo il muro del cimitero di Tramonti di Sotto dalla Decima Mas.

Camminando, specie in discesa, si parla, ci si confronta e nascono idee. Si racconta quanto è successo a partire dall’intuizione di Palcoda, che ha rappresentato non solo un modo diverso di commemorare, ripercorrendo collettivamente un sentiero partigiano nei giorni in cui si ricorda la “Meglio Gioventù”, ma anche di unire, attorno a un patrimonio storico condiviso, due Comuni, Tramonti di Sotto e Mereto di Tomba. Uno dei sindaci iniziatori del percorso, propone: perché non lo scrivete?

Idea presa, ma cosa scriviamo? Riproporre semplicemente la storia di Palcoda e dei suoi protagonisti non ha senso, stanno già in tanti libri di storia.

Ha senso invece descrivere quanto si è sviluppato a cascata attorno a quella storia e a quella iniziativa, le nuove modalità, i nuovi percorsi, le nuove relazioni che hanno provocato. Ha senso scrivere di come si è inteso raccogliere il testimone da chi ancora crede non sia lecito dire che “tanto il mondo va così”, quanti chiedono che la Costituzione venga applicata e non interpretata o peggio tradita, quanti ancora pensano che tutto possa ancora cambiare, partendo da sé e dal proprio vissuto. Con le armi della memoria, del pensiero, delle parole, della pratica politica. Per permetterlo, altri hanno dovuto imbracciare armi vere, e in troppi sono morti, facciamo non sia invano, ogni pagina di questo libro rivendica l’intento.

Nelle foto tratte dalla guida, in senso orario: il comandante Giannino Bosi “Battisti” MdO VM, Eugenio Candon “Sergio” MdO VM, Jole De Cillia “Paola” MdA VM, Virginia Toselli “Luisa” MdO VM. Battisti, Sergio e Paola uccisi a Palcoda il 6 dicembre ’44, Luisa bruciata viva alla Risiera di San Sabba il 29 settembre ’44

Loro però, le nostre partigiane e i nostri partigiani, non dovranno mancare. Rivendicavano pace, libertà, giustizia sociale. Tre medaglie d’oro e una d’argento al valor militare alla memoria saranno le guide che con le loro storie ci accompagneranno in cammino lungo i sentieri.

“La Meglio Gioventù” è un murale, opera collettiva sulla strada di Palcoda è nata per coprire scritte inneggianti alla XMas

Ci si riunisce, le due sezioni ANPI, Città di Udine e dello Spilimberghese, con il Coordinamento Zone Libere, si decidono forma e contenuti, si affida il ruolo di curatore a Gregorio Piccin, si pensa a chi curerà la grafica.

L’Anpi rende disponibili archivi fotografici, bibliografie, e coordinamento editoriale. Si annuncia ufficiosamente il progetto, e arrivano i primi contributi economici, anche a titolo personale.

Sarà poi l’Anpi regionale Friuli-Venezia Giulia a farsi complessivamente carico del finanziamento del progetto con i contributi della Regione.

In stretta e costante collaborazione, le parti del testo vengono via via scritte, condivise, pensate, modificate. Lavoro collettivo dunque, lungo e a volte difficoltoso, sempre nel rispetto della pluralità di idee come si addice a chi milita nell’Anpi, con l’obiettivo di trovare una soluzione comune.

Allora si inizia con la descrizione delle guide, i nostri Martiri, le nostre stelle partigiane: Sergio, Battisti, Paola e Virginia Tonelli “Luisa”.

Si va alla grande. C’è ampia biografia dalla quale attingere, basta controllare assieme fatti e date. E unificare i linguaggi, ovviamente.

Arriva poi la narrazione di singoli avvenimenti da collocare nei luoghi dove potrebbero essersi verificati, l’impresa già è più ardua. Su quegli avvenimenti abbiamo scarse o nulle verifiche, li possiamo solo immaginare. E ognuno immagina a modo suo, con il suo linguaggio, il suo vissuto e persino il suo genere. La differenza appare immediata ed evidente quando si scrive di donne, particolarmente oggetto di confronto saranno gli episodi nei quali sono coinvolte le donne stesse, siano una spia giustiziata sul Ciaurlec o partigiane cadute. La differenza di genere e la necessità di diventare complementari sono una ulteriore sfida, un altro traguardo da raggiungere. Si può fare e si fa, quando si è collettivo di lavoro.

Murale dedicato a Jole De Cillia

La terza parte della pubblicazione è dedicata alla contemporaneità, alle azioni di antifascismo militante che dall’esperienza del sentiero di Palcoda hanno preso avvio.

La parte del leone tocca al Coordinamento Zone Libere, organizzazione nata su chiamata di Gregorio Piccin. Si presenteranno a Tramonti sezioni Anpi, associazioni che si occupano di ambiente, cultura, e singoli individui. Pace, Ecologia, Sviluppo sostenibile, Solidarietà, Accoglienza sono i temi sul tavolo: minimo comun denominatore l’antifascismo, e la volontà di rimettere la Resistenza al centro della narrazione che deve o dovrebbe costituire la base del senso di cittadinanza e la spinta alla ribellione a quanto proprio non va.

Nel frattempo Palcoda ha ancora una volta rimesso in moto la miriade di antifasciste e antifascisti; tanti artisti rispondono all’appello per ricoprire le scritte inneggianti alla Decima Mas che sono apparse sul sentiero. Sarà una giornata di festa, tutti ci potranno lavorare e un murale, verrà terminato prima che cali il sole.

Davour La Mont, la casa di “Luisa” prima e dopo il recupero

A Davour La Mont, casa di Virginia e culla di Resistenza, si lavora sul recupero delle rovine, si connota il luogo e lo si rende di nuovo agibile, sarà un’altra componente di quel progetto di “museo diffuso” della Guerra di Liberazione che Palcoda già rappresenta.

Ogni componente del progetto apporta il suo contributo, le sue competenze. Arrivano altre associazioni, si cammina con Lega Ambiente, l’Eco Museo delle Dolomiti Friulane, singoli professionisti che condividono i loro saperi. Si intensifica la collaborazione con il sito Storia Storie di Pordenone, che funge da amplificatore all’iniziativa.

Storia, ambiente, criticità, problematiche, progetti di sviluppo, identità dei luoghi, tutto si mescola. In una parola si fa politica, restituendole il suo senso più alto.

Alla fine la Guida diventa effettivamente una guida escursionistica, ci sono i sentieri suggeriti, la loro descrizione. Si va dal Ciaurlec a Palcoda, viatici per un buon cammino, quattro sentieri escursionistici che raccontano di valli, grotte, doline, casere e che ci conducono alla scoperta della Val Tramontina.

La guida partigiana, per come è stata pensata e realizzata, va infine al di là dei contenuti stessi. Vi si legge amicizia, conoscenza dell’altro, solidarietà, collaborazione, rinuncia a considerare l’unico giusto il proprio punto di vista.

Sperando di avervi incuriosito e avervi invogliato a visitare le nostre zone, concludiamo con le parole del curatore Gregorio Piccin: “Questa è una guida escursionistica forse un po’ insolita, che vi accompagnerà per un territorio meraviglioso, selvaggio, quasi completamente abbandonato dall’uomo e perciò parecchio incontaminato. Camminare per le prealpi friulane è già di per sé un atto anticonformista. Non ci sono qui le spettacolari vette delle vicine Dolomiti che verranno devastate dal cemento olimpionico, le architetture mozzafiato delle cime famosissime, i rifugi blasonati d’alta quota, le calche griffate. Questa è un’altra montagna, sta per i fatti suoi, non vi cerca… Ciaurlec, Davour la Mont, Cor, Palcoda, Chiarzò, Ru Neri, Campone. Toponimi ignoti, quasi buffi, con un piglio esotico”.

Bianca Minigutti, presidente sezione Anpi Spilimberghese (PN), e Antonella Lestani, presidente sezione Anpi città di Udine (UD)