“Nell’imponente silenzio pieno di dolore e dignità, di eroismo, valore e memoria, tra le intense emozioni e i brividi che questo posto provoca, davanti a tutte quelle tombe, con il cuore e la mente muti, una domanda: cosa resterà tra cent’anni della Resistenza?”. Se lo chiede Luca Lisei, co-autore di Marche, nascita di una democrazia davanti al monumento dedicato ai martiri di Montalto nel cimitero di Tolentino, in provincia di Macerata. Come lui stesso spiega nell’introduzione, quella domanda, insieme alla curiosità di conoscere le storie dietro quei nomi scolpiti nella pietra, inizia una ricerca durata sette anni.

Monumento dedicato ai martiri di Montalto nel cimitero di Tolentino

E il frutto di questa lunga, minuziosa e appassionata ricerca è un libro che racconta la Resistenza in una delle regioni in cui il movimento partigiano tra il settembre del 1943 e il settembre del 1944 fu tra i più attivi d’Italia con all’attivo circa cinquemila resistenti, più del doppio della media nazionale.

Un lavoro unico nel suo genere, sembra quasi un almanacco con circa ottocento storie e arricchito da quattrocento foto, scandito da nomi, date e fatti più o meno noti sulla Resistenza marchigiana. Per citarne alcuni, troviamo Sandro Pertini e la moglie Carla Voltolina, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ed Enrico Mattei, che in un modo o nell’altro si ritrovarono protagonisti delle vicende belliche della regione.

Nelle Marche lungo quasi ogni strada c’è un monumento in memoria dei Caduti della Resistenza

Ma questi sono solo alcuni dei personaggi poi divenuti famosi: insieme a loro ci sono centinaia di nomi e storie incredibili che raccontano il vero volto della Resistenza, formata da uomini e donne così distanti per ragioni anagrafiche, sociali, religiose, politiche, ed economiche e per provenienza, che spontaneamente decisero di unire le forze per perseguire un unico scopo: cacciare l’occupante nazifascista e combattere per la libertà.

“Battaglione Mario”, la formazione partigiana operante nel maceratese, guidata da Mario Depangher

A questo proposito vale la pena citare un particolare che mi ha colpito molto sulla banda Mario Depangher, uno dei battaglioni più multietnici della regione, nelle cui file militavano partigiani provenienti addirittura dall’Africa. Come scrive Paolo Battisti, l’altro co-autore del libro nell’introduzione, circa un mese prima dell’ingresso in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, a Napoli si svolse l’esposizione Triennale delle Terre d’Oltremare in cui vennero fatti arrivare dalle colonie circa settanta tra somali, eritrei, etiopi e libici.

Lapide alla memoria e Loggia Baldini

Con lo scoppio della guerra si videro impossibilitati a tornare nelle loro terre di origine, così vennero trasferiti in una località in provincia di Macerata dove, a seguito di un’azione dei partigiani del battaglione Depangher, vennero liberati e alcuni di loro decisero di unirsi alla Resistenza.

A Staffolo (AN)

Nel libro oltre ai nomi e alle storie dei partigiani sono raccontate anche le tristi vicende dei rastrellamenti e le deportazioni nei campi di concentramento che le truppe di occupazione perpetrarono ai danni della popolazione civile. E proprio nelle Marche, una tra le regioni più attive nella lotta di Liberazione, le rappresaglie furono particolarmente violente ed eseguite in modo del tutto arbitrario.

In molte foto del libro infatti sono raffigurati monumenti, lapidi, targhe commemorative e cippi ai bordi di sconosciute strade di campagna, per ricordare quelle vite barbaramente interrotte dalla furia nazifascista e sacrificate per la libertà del nostro Paese.

Il volume inoltre contiene le prefazioni di Claudio Maderloni, ex deputato e dirigente dell’Anpi nazionale, e del partigiano Paolo Orlandini, che il caso ha voluto venisse a mancare pochi giorni dopo la stesura finale del libro. Questa è una lettura consigliata a chiunque, sia per il suo valore storico, in quanto risultato di una lunga e accurata ricerca, sia per la sua profonda valenza memoriale, perché è un tassello fondamentale per la conservazione di ricordi individuali e di intere comunità.

Matteo Ziccardi