
“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”, recita la nostra Costituzione. Il Primo Maggio è la Festa dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche a questo proposito dobbiamo registrare una scarsa attenzione “filatelica” da parte dell’Amministrazione Postale. Facciamo qualche passo indietro nella storia delle emissioni filateliche.


Fra le prime serie della Repubblica Italiana, negli anni Cinquanta, esattamente dal 1950 al 1958, possiamo registrare una serie intitolata “Italia al lavoro” in cui ogni regione era rappresentata con un’attività rappresentando un’Italia in prevalenza contadina o artigiana: la Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo (negli Stati Uniti d’America e Canada nel primo lunedì di settembre), per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, battaglie originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa.
Nel 1866, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un’importante manifestazione, che vide la partecipazione di almeno diecimila lavoratori e cittadini. Il 1º maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell’entrata in vigore della legge dell’Illinois sulle otto ore lavorative, fu indicato dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l’astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza.

Quel giorno anche Chicago partecipò allo sciopero generale, in particolare la fabbrica di mietitrici McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine, i sindacalisti e gruppi di anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket Square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio, quando da una traversa fu lanciata una bomba che provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di una cinquantina. A quel punto la polizia cominciò a sparare alla cieca sui manifestanti. Nessuno ha mai saputo né il numero preciso delle vittime né chi sia stato a lanciare la bomba. Quello che è certo è che fu il primo attentato alla dinamite nella storia degli Stati Uniti. Il 20 agosto 1887 fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte (in seguito a pressioni internazionali la condanna a morte di Fielden e Schwab fu commutata in ergastolo; il cancelliere Otto von Bismarck proibì tutte le manifestazioni in favore degli accusati di Haymarket); Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Furono condannati come anarchici otto uomini, sette dei quali a morte, senza avere prove della loro colpevolezza.

In Italia, non appena si diffuse la notizia dell’esecuzione degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della stessa città, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Nel 1919 la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, riuscì a firmare con la Confederazione degli industriali un accordo per la riduzione d’orario a otto ore giornaliere e 48 settimanali (l’accordo prevedeva, tra l’altro, il riconoscimento delle Commissioni interne e la loro istituzione in ogni fabbrica; la nomina di una Commissione per il miglioramento della legislazione sociale e di un’altra per studiare la riforma delle paghe e del carovita).

La decisione stabilita in Europa in merito alla festività del 1º maggio, venne ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889, ma fu ratificata in Italia soltanto due anni dopo. Il primo francobollo italiano che celebra la Festa del lavoro appare alla vigilia del 1° maggio 1983 con un valore da 1200 lire che riproduce un cantiere navale.

Successivamente nel 1990, venne prodotta un’emissione che celebrava il centenario dell’istituzione della Festa con un francobollo, da 600 lire, che riprendeva un particolare del famoso quadro di Pelizza da Volpedo “Il Quarto Stato”. La celebrazione della Festività dei Lavoratori è stata molto presente nella filatelia dei paesi socialisti che annualmente la ricordavano. Ma anche senza scomodare i Paesi dell’est europeo anche in occidente la festività è stata ricordata. E non solo in Europa ma anche in alcuni paesi africani, (Algeria e Tunisia per esempio).
Nel programma delle emissioni filateliche di quest’anno, elaborato del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, era prevista una serie tematica “I valori sociali” che riservava 4 francobolli ordinari ai sindacati dei lavoratori; fino ad ora sono stati emessi tre francobolli dedicati ai sindacati: uno alla Uil (5 marzo 2025), uno all’Ugl (24 marzo 2025). Un terzo francobollo è stato dedicato alla Cisl (30 aprile).
Dall’ultimo aggiornamento del programma, che non si capisce perché venga aggiornato praticamente ogni 15 giorni (o forse lo si può capire), è sparito invece il francobollo dedicato al primo sindacato (e non solo in ordine cronologico): la Cgil.

Eppure nel 1984 venne emesso un francobollo dedicato al Trattato di Roma, che sancì la prima forma di unità sindacale e che riportava, stilizzati, i volti dei tre sindacalisti Giuseppe Di Vittorio, Bruno Buozzi e Achille Grandi. Ci auguriamo che, come suol dirsi, ”la notte porti consiglio”.
Valerio Benelli, (CIFR- Centro Italiano filatelia e Storia Contemporanea)
Pubblicato mercoledì 30 Aprile 2025
Stampato il 30/04/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/storia-del-primo-maggio-attraverso-i-francobolli-con-qualche-omissione/