«C’è allarme democratico, perché si sta perdendo la memoria storica della Resistenza: e adesso tocca a noi, siamo noi che dobbiamo trasmettere la memoria, essere partigiani dei partigiani: perché senza memoria non c’è democrazia. E partire dalle biografie di persone come Felice Cascione è fondamentale per trasmettere questa memoria in un momento di crisi culturale come quella che stiamo vivendo». Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi, ha detto così tra gli applausi dei partecipanti al tradizionale raduno partigiano interregionale che si svolge la prima domenica di agosto ad Alto, il piccolo centro del Cuneese ma a 25 chilometri da Albenga, quindi a cavallo tra Liguria e Piemonte, in memoria di Felice Cascione, “u Megu”, il comandante partigiano imperiese autore della canzone “Fischia il vento”, caduto proprio sui monti di Alto il 27 gennaio del 1944.

E ricordando Cascione, di cui si ricorda quest’anno il centenario della nascita, Carla Nespolo, che ha tenuto l’orazione ufficiale, ha fatto riferimento alle polemiche seguite alla dichiarazione del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, secondo il quale va abolita la legge Mancino, che punisce e sanziona ogni atto di intolleranza razziale e ogni richiamo a neofascismo e neonazismo. «Un ministro come Fontana non è degno di essere tale – ha attaccato la presidente dell’Anpi – ma è anche intollerabile che si registrino continuamente atti di violenza contro persone che hanno un diverso colore della pelle senza che il ministro dell’Interno non le condanni. Dobbiamo opporci con la forza della vita, della ragione, della volontà a tutto questo: ecco perché, insieme a don Ciotti, abbiamo promosso la manifestazione delle Magliette Rosse, e tante altre iniziative; ecco perché parleremo del nostro no all’intolleranza anche alla marcia della Pace Perugia-Assisi».

Ma soprattutto, ha aggiunto, «dobbiamo dire no all’indifferenza nata dalla crisi sociale che non abbiamo saputo affrontare adeguatamente in materia di lavoro, scuola, ambiente: affrontare questi temi, il sociale e la democrazia, è difficile, ma bisogna farlo. A chi insiste per bloccare le migrazioni dicendo ‘aiutiamoli a casa loro’, rispondo: allora non portiamo via loro le materie prime, non vendiamo loro armi, non portiamo guerre nei loro Paesi».

Poi riguardo alla crescita dei sentimenti antieuropeisti, ha concluso: «L’Europa, dobbiamo dircelo, non è quella che sognava Spinelli. Ma non accettiamo che sia solo quella della finanza e dei mercati, raccontando che il nemico che dobbiamo affrontare è chi è più povero di noi».

Un impegno forte di testimonianza, quindi, ma anche di mobilitazione attiva, partendo da un piccolo paese come Alto, che Carla Nespolo ha definito «prezioso», ringraziando il sindaco Renato Sicca per l’organizzazione degli eventi, «perché sa vivere dentro la propria memoria storica, viva anche nel presente». Quel presente in cui si deve far vivere la storia, «attraverso i libri, gli storici, le mostre, le iniziative: anche questo è frutto della lotta partigiana che era anche desiderio di vivere in pace dei giovani, scegliere la propria vita, ascoltare le proprie canzoni: come fu “Fischia il vento”».

All’incontro di Alto, insieme a sindaci liguri e piemontesi e numerose rappresentanze Anpi, ha partecipato il presidente del consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione Antonino Boeti, che ha citato tra gli altri Nelson Mandela e l’istituzione dei Tribunali del Perdono che cancellassero le intenzioni di rivalsa dopo la fine dell’apartheid; ma anche Franklin Delano Roosevelt, quando ha detto che se ci sono Paesi in cui la libertà è osteggiata, dobbiamo far sì che nel nostro non accada mai.

Donatella Alfonso, giornalista di Repubblica e scrittrice