Da tre anni è stato attivato all’Università Magna Graecia di Catanzaro il corso di sociologia della sopravvivenza presso il corso di laurea in sociologia. Si tratta di un corso esclusivo che per la prima volta viene attivato in un ateneo italiano. La sociologia della sopravvivenza è la disciplina che studia l’agire sociale orientato alla sopravvivenza (psicologica, culturale, materiale), in condizioni di vita difficili ed estreme.

Fin dalle sue origini il programma del corso ha incluso il tema della Resistenza che risulta trasversale a tutti gli ambiti di sopravvivenza (psicologico, materiale, culturale) e di fondamentale importanza per le tematiche trattate. Resistenza è intesa come l’azione di chi si oppone a un sopruso, a una serie di richieste non ricevibili, fatte da una classe o da un gruppo di dominanti, nei confronti di un gruppo sottoposto.

La resistenza di tipo psicologico è in genere riferita a tutte le azioni sociali messe in atto per proteggersi e “resistere” da un punto di vista emotivo. Le tecniche per il controllo e la gestione delle emozioni diventano, infatti, particolarmente importanti nelle pratiche di resistenza psicologica.

Resistenza, da un punto di vista materiale, si riferisce a tutte quelle azioni volte alla resistenza materiale (sia violente che non violente) nei confronti del gruppo dominante. Talvolta tutta questa serie di azioni, tecniche, regole di comportamento, che vengono seguite per la resistenza (materiale e psicologica), diventano una vera e propria cultura di riferimento per la popolazione che resiste. Nel caso della Resistenza dei partigiani, sono tante le azioni “normalmente straordinarie” (quotidiane ed eccezionali per l’impatto che hanno avuto sulle persone che le praticavano e sul conflitto armato) che venivano compiute da chi si opponeva al nazifascismo. Si trattava spesso di azioni eccezionali e quotidiane che venivano guidate da valori di riferimento importanti e significativi come la libertà, la lotta per l’uguaglianza e la giustizia sociale. Erano, cioè, azioni guidate da un sistema normativo e valoriale che si opponeva in modo radicale alla violenza e alla oppressione dei regimi nazifascisti.

Il carcere di Siano a Catanzaro (da https://i.ytimg.com/vi/yySafYXODro/maxresdefault.jpg)

A Catanzaro la collaborazione tra il Corso di laurea in Sociologia e l’Anpi ha consentito, il primo anno di corso, di ascoltare e interloquire con il partigiano Carlo Manente e il presidente del Comitato provinciale. Il secondo anno, è stata la volta del partigiano Mario Sirianni, accompagnato dal presidente provinciale Anpi.

Quest’anno la lezione di “Sociologia della sopravvivenza” si è tenuta in una sede particolare: il carcere di Siano nella città di Catanzaro. La lezione sulla Resistenza si è inserita, infatti, in un progetto didattico che prevede lo svolgimento all’interno del carcere di alcune lezioni del corso di laurea in Sociologia.

L’incontro con i detenuti si è rivelato particolarmente interessante. Non era scontato inserire il tema della Resistenza in un luogo dove ancora tante sono le problematiche a cui resistere. Eppure non deve stupire se diciamo di aver trovato una sensibilità tra le persone recluse non comune in tante situazioni e contesti esterni. Il richiamo appassionato fatto un po’ da tutti alla Costituzione, all’articolo 3 in particolare; all’articolo 27, sul carcere inteso come luogo non di vendetta ma di rieducazione; alla parte riguardante la scuola, il diritto allo studio, la possibilità dell’istruzione, con gli articoli 33 e 34.

Gli interventi del docente di riferimento e del presidente del Comitato provinciale Anpi hanno coinvolto in maniera davvero inaspettata i detenuti che con le domande e i loro interventi hanno motivato l’apprezzamento per il ruolo dei partigiani nella lotta di Liberazione. Strette di mano e calorosi saluti infine con l’invito di ritornare; continuare a vedersi per parlare di questa bella pagina di storia. La lezione è stata seguita in collegamento streaming nella sede di Sociologia da tutti gli altri studenti. Disponibilità a continuare la collaborazione è stata manifestata dalla direttrice della Casa circondariale, Angela Paravati.

Charlie Barnao, sociologo UMG, ideatore e responsabile del corso

Mario Vallone, presidente Comitato provinciale Anpi Catanzaro e Comitato nazionale Anpi