Franco Martelli, il comandante “Ferrini”, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria

Il prefetto di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino, già responsabile della sicurezza di Papa Francesco I, è intervenuta alla cerimonia dell’Anpi, alle “Casermette” di via Molinari, per ricordare il comandante partigiano Franco Martelli “Ferrini”, 33 anni, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, 74 anni dopo la sua fucilazione per mano dei nazifascisti.

«Martelli (…) ci ha lasciato in eredità un patrimonio inestimabile – ha affermato il prefetto – un patrimonio di regole, principi, valori e ideali, che la città di Pordenone ha raccolto, custodisce, tiene vivo, alimentando il suo ricordo e perpetuandolo con costanza negli anni».

Franco Martelli “Ferrini”, già maggiore dei “Cavalleggieri di Saluzzo” e già insignito di Medaglia di Bronzo al VM, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 sceglie di farla finita con la guerra nazifascista, entrando nella Resistenza pordenonese con le formazioni “Osoppo – Friuli”, adottando come nome di battaglia “Ferrini”, in omaggio al giurista cattolico Contardo Ferrini.

Un momento della commemorazione alle “Casermette”

Nell’estate ‘44, quando i partigiani garibaldini e osovani del territorio si uniscono, dando vita alle Brigate Unificate Ippolito Nievo di Montagna e di Pianura. “Ferrini” diventa Capo di stato maggiore della Nievo di Pianura che nomina i garibaldini Rino Favot “Sergio”, comandante, e Ardito Fornsir “Ario”, commissario politico.

Franco Martelli “Ferrini”, su delazione, verrà catturato il 25 novembre 1944 nella sua casa di piazza XX Settembre a Pordenone, da esponenti, in borghese, della brigata nera e delle SS naziste.

I nazifascisti lo fucilano il 27 novembre 1944, dopo averlo interrogato e incarcerato nelle “Casermette” di via Molinari, sede della brigata nera, luogo di sevizie e torture di partigiani e patrioti della Resistenza.

La cerimonia

Il prefetto di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino, durante l’intervento. Nella foto il rappresentante del Comune, l’assessore Loperfido, e accanto il preidente dell’Anpi Pordenone, Loris Parpinel

Alla cerimonia dell’Anpi promossa con Comune di Pordenone, Apo, Aned, Nastro Azzurro, ex appartenenti alla Cavalleria e ad altre associazioni d’arma hanno partecipato i sindaci di Pordenone, Sacile, Azzano Decimo, San Vito al Tagliamento, Maniago e Prata, al governo di giunte sia di centro-destra sia di centro-sinistra, amministratori comunali e molti antifascisti pordenonesi.

Alle “Casermette”, trasformate con bandiere italiane, europee e della pace, da posto di torture e orrori, in luogo della memoria della Resistenza partigiana, Ludovica Martelli e Paola Pascatti Sbrojavacca, parenti di Franco Martelli, hanno deposto la corona dell’Anpi davanti alla cella dove i fascisti imprigionarono “Ferrini”.

Il prefetto Maria Rosaria Maiorino, ha inoltre sottolineato che “Quanto accaduto allora dimostra che la guerra, qualsiasi guerra, è sempre da evitare, perché con il suo carico di morte, distruzione, lutti e dolore, è sempre ingiusta, è sempre crudele”.

Il prefetto Maiorino ha poi osservato: “La cerimonia odierna ci impone di riflettere anche sui concetti di libertà, democrazia, uguaglianza, che, talora, in particolare ai giorni nostri, vengono intesi, interpretati e vissuti come qualcosa di ben diverso e più comodo, come assenza di regole o come libertà slegata da responsabilità, spesso degradata ad arbitrio anziché come partecipazione e condivisione di percorsi finalizzati tutti al perseguimento del bene comune”.

Le nipoti di “Ferrini” depongono la corona dell’Anpi. Da sinistra: Paola Pascatti Sbrojavacca e Ludovica Martelli Galati

Emanuele Loperfido, assessore di Pordenone con delega alla protezione civile e sicurezza ha richiamato i luoghi – Casermette, vie e monumenti – che ricordano il sacrificio di Martelli evocato dalla nipote Ludovica, da Riccardo Tomè dell’Apo e Ilvano Bet per l’associazione di Cavalleria.

 Europa e Pietre d’Inciampo

Flavia Berti del Movimento Federalista Europeo ha ricordato come, in piena guerra, al confino fascista di Ventotene, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni (martire della Resistenza, insignito di Medaglia d’Oro al V.M.) furono autori del “Manifesto di Ventotene” per un’Europa unita nella pace e nella collaborazione fra i popoli. Sottolineate le tragiche sorti, analoghe, per Franco Martelli ed Eugenio Colorni. Il protagonista del “Manifesto di Ventotene”, Eugenio Colorni, pochi giorni prima della liberazione di Roma, viene assassinato dai fascisti della banda di torturatori, comandata da Pietro Koch. Franco Martelli “Ferrini” è stato catturato, interrogato, imprigionato e fucilato dalla brigata nera fascista, comandata a Pordenone dal torturatore e assassino Angelo Leschiutta.

Il presidente Anpi Loris Parpinel dona al prefetto Maiorino il saggio di Angelillo-Cescut “I luoghi delle pietre e della memoria”

Silvia Pettarin, docente del liceo Leopardi–Majorana, ha attualizzato la Resistenza illustrando il progetto scolastico delle “Pietre d’Inciampo” per deportati e partigiani. “Si tratta di un lavoro lungo, di ricerca e di organizzazione – ha affermato Pettarin – che abbiamo deciso di lasciare quasi completamente agli studenti, sostenuti e coadiuvati dai docenti del Leopardi-Majorana, dall’Archivio Storico Comunale di Pordenone, dall’Anpi e dal Circolo della Stampa. Saranno gli studenti a effettuare la ricerca – ha concluso la prof. –, a preparare la documentazione, a presentare i nominativi al sito ufficiale delle pietre d’inciampo dell’artista Gunter Demnig, a seguire tutti gli aspetti organizzativi della posa delle pietre, che speriamo possa avvenire nel gennaio del 2020”.

Martelli, Ambrosoli, Falcone e Borsellino

Nella sua orazione ufficiale, il presidente dell’Anpi provinciale, Loris Parpinel, ripercorrendo la vita di Martelli e il suo contributo straordinario alla lotta di Liberazione ha indicato nel sacrificio estremo di Franco Martelli “Ferrini” un esempio di amore per l’Italia, la libertà e la democrazia, testimoniato dalle lettere scritte alla moglie Elena Stefani ¹ e ai quattro figli ancora bambini ², la notte prima di essere fucilato. “Esempio – ha affermato Loris Parpinel – successivamente raccolto da altri, recenti martiri per la libertà e la democrazia: l’avvocato Giorgio Ambrosoli, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tanti magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, delle istituzioni e molti cittadini vittime di mafie e terrorismo”.

Sigfrido Cescut, Anpi Pordenone


Vi proponiamo le due lettere del comandante “Ferrini” scritte a poche ore dalla fucilazione.

¹ La lettera scritta da Franco Martelli “Ferrini” alla moglie Elena Stefani, anche lei esponente della lotta partigiana, insignita di Croce di Guerra al V.M.

Pordenone, 26 novembre 1944. Elena adorata, perdonami il grande dolore che ti do e la disperazione che cadrà su te e i nostri poveri adorati figli. Non maledire niente e nessuno, mia adorata! Sii forte come hai sempre dimostrato nella tua travagliata vita. Ho chiesto di poter rivedere te ed i piccoli e spero che mi sia concesso! Prega tanto il signore per me, come io pregherò per te e per i nostri piccoli Carlo, Maurizio, Maria e Gabriele! Vi stringo tutti al mio seno in un abbraccio che vi dice tutto il mio amore e vi bacio. Tuo Franco.

² La lettera scritta da Franco Martelli ai figli

Caro Carlo, sii buono e non fare arrabbiare la Mamma. Studia perché devi diventare un bravo Italiano. Ama sempre i tuoi fratellini e bacali per me. Vi voglio tanto, tanto bene! Tanti baci a te, Maurizio, Maria e al mio Gabriele piccinino del vostro papà.


Ed ecco nella galleria fotografica altri scatti della celebrazione per il 74° anniversario della morte di Franco Martelli “Ferrini”. Clicca sulle immagini per ingrandire e leggere le didascalie