Il 14 febbraio, giorno di festa per la città di Terni, ci ha lasciato all’età di 101 anni, la nostra compagna Renata Stefanini Salvati, la partigiana “Ersilia”. Una donna speciale, coraggiosa, moderna, colta. Nata nel capoluogo umbro il 19 ottobre 1920, la sua figura ben si rispecchia nella frase più emblematica con cui sintetizzava la sua vita, nonché titolo del libro che pubblicò quasi vent’anni fa: “Sono stata una rivoluzionaria di professione”.
Le radici antifasciste, raccontate nell’intervista realizzata per Noi partigiani.it, il memoriale della Resistenza italiana promosso dall’Anpi nazionale, affondano in un episodio dell’adolescenza. Frequentava il ginnasio, quando un professore invitò la classe alla riflessione dicendo: “Ricordate che i cavoli li piantano i contadini e non nascono per volontà di Mussolini”. Fu una rivelazione che aprì la giovane studentessa al pensiero critico non costretto nei dogmi del regime.
Diventò staffetta partigiana con il nome di battaglia “Ersilia” a Castellina in Chianti, nel Senese, dove era sfollata, portando rifornimenti di medicine, armi e munizioni alle formazioni resistenti ricorrendo a trucchi ingegnosi per non essere scoperta. Venne poi imprigionata dai nazifascisti e condannata alla fucilazione, riuscì a sopravvivere perché la sentenza non fu eseguita per una serie di circostanze drammatiche.
Nel dopoguerra si è contraddistinta per l’impegno umano civile e politico, prima attraverso il movimento delle donne Udi e poi nelle istituzioni, dove ha svolto attività amministrativa per molti anni: prima donna candidata del Pci in consiglio comunale nel 1952 e prima donna assessore all’istruzione e ai servizi sociali. Il ruolo di amministratrice pubblica si è caratterizzato per un impegno inclusivo e partecipativo, contribuendo a imprimere una notevole spinta propulsiva alla Ricostruzione, nel dopoguerra. Riedificando le scuole prima di tutto.
La sua battaglia, unita a quella di tante altre donne impegnate in prima linea, si è contraddistinta nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti di categorie fino a quel momento tenute particolarmente ai margini: gli ultimi e le donne, naturalmente, insieme ai lavoratori. Stefanini si è spesa con passione, energia e lealtà per dare voce e dignità a chi rimaneva inascoltato. Tra il ’52 e il ’53 fu al fianco degli operai contro gli oltre 2.000 licenziamenti della Società Terni, e a una manifestazione fu arrestata e condannata.
A giugno 2019 il sindaco Leonardo Latini le ha conferito il “Thyrus d’oro”, un riconoscimento che la città attribuisce per particolari meriti a chi ha dato lustro alla comunità ternana. Ogni anno noi dell’Anpi le consegnavamo la tessera ad honorem che lei accoglieva con orgoglio e grande entusiasmo, fiera delle sue profonde radici antifasciste, condividendo insieme a noi la necessità di tenere vivo l’impegno contro ogni rigurgito fascista.
L’Anpi tutta si unisce al comitato provinciale Anpi di Terni nell’esprimere le più sentite condoglianze ai figli Stefano e Francesco.
La preziosa esperienza che Renata “Ersilia” Stefanini Salvati ha raccontato nel memoriale della Resistenza Noi partigiani, è a questo link: https://www.noipartigiani.it/renata-salvati-stefanini/
Comitato provinciale Anpi Terni
Pubblicato martedì 15 Febbraio 2022
Stampato il 05/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/ci-guidavano-le-stelle/addio-alla-partigiana-di-professione-rivoluzionaria/