Arturo Cucciolla

Giovedì 19 agosto ci ha lasciati Arturo Cucciolla, dopo una breve e devastante malattia fronteggiata con straordinaria forza d’animo e con ammirevole dignità. Con lui esce di scena un protagonista della vita politica, culturale e civile di Bari nell’ultimo mezzo secolo. Arturo è stato un valente architetto, cui si deve la progettazione di edifici e spazi pubblici di grande rilevanza, non solo nel capoluogo ma anche in importanti centri della provincia. È stato anche un eccellente urbanista, sempre autorevolmente presente nel dibattito sulla pianificazione territoriale e sulla riqualificazione urbana, sul recupero e sul riuso delle aree dismesse con proposte originali e lungimiranti, ispirate all’intento di conciliare bellezza e utilità sociale, di far prevalere i bisogni collettivi sul rapace e cinico binomio di rendita e speculazione, di dare forma a una città vivibile, accogliente, inclusiva, attenta alle condizioni dei ceti più disagiati.

Arturo è stato, infine, una personalità ricca di curiosità e di interessi intellettuali e artistici i più vari; va ricordata almeno la sua passione per il disegno e per la fotografia, quest’ultima testimoniata esemplarmente dalla mostra sul ’68 ospitata pochi anni fa nelle sale del Museo civico, e il cui catalogo reca una presentazione di Gianfranco Pagliarulo (ma molti suoi scatti sono apparsi anche su Patria indipendente).

Dalle commemorazioni di Benny Petrone al presidio antifascista in occasione del processo a Bari, dove sono imputati militi di CasaPound, passando per le pietre d’inciampo e la festa del tesseramento Anpi alla presenza della compianta presidente nazionale Carla Nespolo e dell’allora neoeletto segretario generale Cgil, Maurizio Landini, fino alle numerose iniziative antifasciste con i giovani, documentate negli scatti di Arturo Cucciolla per Patria

Inestimabile è stato il contributo di Arturo alla conservazione e alla valorizzazione della memoria antifascista della città. Sua la proposta di collocare pietre d’inciampo e di affiggere targhe nei luoghi più significativi della Resistenza a Bari, e suo ‒ soprattutto ‒ il tenace impegno per tenere vivo, tramandare e onorare il ricordo di Benedetto Petrone, il giovane operaio comunista assassinato da una squadraccia fascista il 28 novembre del 1977.

Lungomare di Bari, gennaio 2019. Arturo Cucciolla è a destra nella foto. Con lui la allora presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo, e accanto a sinistra il vicepresidente nazionale e presidente del comitato provinciale dei partigiani baresi, Ferdinando Pappalardo

Arturo non perdeva occasione per ammonire che il fascismo non è mai morto, che la sua nefasta ideologia continua a circolare nel corpo della società italiana, ed esortava a vigilare per riconoscere i segni della sua proteiforme, camaleontica sopravvivenza. Perciò egli ha sempre affermato la necessità di coniugare la conoscenza critica del passato con la milizia democratica e antifascista. Di qui l’intensa partecipazione alle attività culturali e formative promosse dall’Anpi di Bari, il prezioso apporto alla costituzione e all’insediamento dell’Osservatorio regionale sui neofascismi, il convinto sostegno alla nascita prima, e poi alle iniziative del Coordinamento antifascista provinciale e regionale.

Appunto al Coordinamento Arturo aveva dedicato, negli ultimi tempi, le sue maggiori cure. In questo organismo vedeva il nucleo propulsivo dell’ampio schieramento unitario da lui ritenuto necessario a contrastare efficacemente le spinte involutive e le pulsioni reazionarie che minacciano le istituzioni democratiche (non soltanto nel nostro Paese), ma anche il luogo più favorevole al dialogo con le giovani generazioni (con cui peraltro era abituato a confrontarsi fin dai decenni di insegnamento all’Università prima, e poi al Politecnico di Bari), il laboratorio in cui sperimentare le modalità di una loro permanente, concreta mobilitazione a difesa e per la piena attuazione dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana.

Ai funerali di Arturo Cucciolla anche il sindaco di Bari, Antonio De Caro, al centro in piedi dietro il leggio

Arturo ha voluto essere deposto nella bara con il fazzoletto dell’Anpi al collo, e che il feretro fosse avvolto nella bandiera dell’Associazione. L’antifascismo è stato per lui una religione civile, in cui si riassumevano le ragioni più autentiche e il significato ultimo e durevole delle sue molteplici esperienze; l’Anpi ha rappresentato per lui una grande famiglia, cui ha fatto dono dell’intelligenza, della cultura, della generosità, della lealtà, della determinazione, del rigore intellettuale e morale che lo hanno contraddistinto.

Il suo esempio ci ha aiutato a misurarci senza comodi alibi con la realtà, a garantire la fraternità dei nostri rapporti pur nella dialettica delle diverse sensibilità e opinioni, a non eludere le responsabilità, a non cedere allo scoramento (anche nei momenti più difficili), a rifuggire gli schematismi, le semplificazioni, la superficialità.

Il dolore per la perdita di Arturo, la consapevolezza del vuoto che egli lascia, rafforzano in noi il dovere di raccoglierne il testimone, di metterne a frutto gli insegnamenti.

Ferdinando Pappalardo, vicepresidente nazionale Anpi, presidente Comitato provinciale Anpi Bari


La Redazione di Patria indipendente, con cui Cucciolla collaborava grazie ai suoi scatti fotografici, si unisce al lutto dei familiari e di quanti lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.