Per Anpi parlerà il presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo

 

Sulle chat i messaggi si rincorrono, lo sgomento è lo stesso dal nord al sud Italia: “per fortuna c’è l’Anpi” scrivono dalla Liguria, “un risveglio surreale questa mattina” rispondono dalla Lombardia, “non posso crederci” aggiungono dalla Puglia. Chi non trova le parole si affida agli emoticon delle bandiere e dei simboli della pace.

Bologna. Tra i promotori, l’AnpiI provinciale. Intervento conclusivo del vice presidente nazionale vicario Anpi, Carlo Ghezzi

L’Anpi nazionale ha convocato d’urgenza la Segreteria non appena si è appresa la notizia delle “operazioni speciali” intraprese dalla Russia contro l’Ucraina: le 6, orario del nostro fuso, quando non era ancora sorta l’alba nell’Europa di occidente.

Nettissima la presa di posizione: “La Segreteria nazionale dell’#ANPI condanna fermamente l’invasione dell’#Ucraina da parte della Federazione Russa”.

Danno nome ai fatti i partigiani: “È un atto di guerra che nega il principio dell’autodeterminazione dei popoli, fa precipitare l’Europa sull’orlo di un conflitto globale, impone una logica imperiale che contrasta col nuovo mondo multipolare, porta lutti e devastazioni”.

Ma al peggio non c’è mai fine, lo sa bene chi ha ereditato il bagaglio di venti mesi di lotta contro l’occupazione nazifascista e il richiamo è altrettanto nitido e preciso: “La Segreteria Nazionale dell’ANPI auspica che non si avvii una ulteriore escalation militare come reazione all’invasione, che si lavori per l’immediato cessate il fuoco riaprendo un canale diplomatico”.

E ricorda il dettato fondamentale del nostro Paese: “che l’Italia rimanga fuori da ogni operazione bellica nel pieno rispetto dell’art. 11 della Costituzione”.

Perché, sì, la Resistenza è stata guerra ma per conquistare la pace, costata un prezzo altissimo.

Poi una sollecitazione che non fa sconti a nessuno, perché un conflitto bellico è il risultato delle responsabilità di tutte le grandi potenze del mondo, dunque: “l’Unione Europea, la Russia, gli Stati Uniti d’America e la Nato ripensino criticamente a una politica che negli ultimi 15 anni ha determinato crescenti tensioni e incomprensioni”.

Infine nelle poche, intense righe del comunicato la ripresa con forza di un appello diffuso già due giorni fa, “siamo a un passo dal baratro” sostenevano i partigiani e avevano ragione, chiedendo il ritorno di un grande movimento per la pace”.

Oggi a distanza di appena quarantotto ore quelle parole sembrano lontanissime nel tempo perché una guerra sconvolge ogni coordinata cronologica e spaziale. Con un’unica certezza, altra via non c’è.

Ribadiscono i partigiani lanciando una grande manifestazione nazionale: “La Segreteria Nazionale dell’Anpi fa appello alle forze sociali e politiche e a tutti i cittadini per una immediata e grande mobilitazione unitaria per il ritiro delle forze armate russe dall’Ucraina e per la pace, a cominciare dalla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma sabato 26 febbraio”. L’appuntamento è alle ore 10,30 a piazza Santi Apostoli.

Scenderà in piazza il popolo antifascista e partigiano, e lo farà fin da subito in ogni territorio del Paese, grazie a donne e uomini che non dimenticano i sacrifici e le vite perdute per dare dignità e libertà ai popoli, le prime a frantumarsi in ogni teatro di crisi. Per questo la risposta può essere una sola; dare voce e forza alla pace.