La sede nazionale dell’Anpi a Roma

Il 17 gennaio scorso la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, Ministero dei Beni Culturali, a conclusione del procedimento avviato il 26 settembre 2023, ha emanato il provvedimento con la dichiarazione “dell’interesse storico particolarmente importante” dell’archivio dell’Anpi nazionale.

L’archivio è identificato in tre fondi: quello costituito da documenti, corrispondenza, pubblicazioni, opuscoli e volantini e altro materiale; la raccolta di Patria Indipendente dal 1952 ad oggi; e la parte iconografica che comprende manifesti,  fotografie, stampe e una piccola sezione multimediale. Questo riconoscimento arriva nel mezzo del lavoro di riordino del materiale ed è un grande incentivo ad accelerare le attività che porteranno al completamento del progetto.

Una parte dei faldoni dell’archivio Anpi

A oggi abbiamo catalogato e registrato circa 250 faldoni di documentazione e siamo circa al 50% del lavoro; nel giro di due mesi dovremmo avere la digitalizzazione dei primi dieci anni di Patria (1952-1961), e contemporaneamente i lavori di ristrutturazione non appena ultimati nella sede nazionale ci metteranno nella condizione di riordinare i documenti avviando anche la fase di archiviazione vera e propria.

Altri faldoni dell’archivio Anpi riconosciuto di importante interesse storico

Questi risultati sono stati possibili grazie all’impegno delle ragazze e dei ragazzi, volontari e volontarie del Servizio Civile che da 5 anni si sono alternati nell’attività di riordino dell’archivio, nonché dalla decisione che prese a suo tempo la compianta presidente nazionale Anpi Carla Nespolo relativamente alla necessità di costruire l’archivio.

Carla Nespolo (1943-2020), dopo essere stata a lungo vicepresidente Anpi, venne eletta presidente nazionale dell’associazione nel 2017, prima donna a ricoprire la carica e non partigiana; alcune ragazze e alcuni ragazzi che hanno svolto il servizio civile in Anpi

Ovviamente devono essere ricordati anche tutti coloro che all’interno dell’Associazione hanno contribuito in vari modi a far sì che quest’attività procedesse, risolvendo strada facendo i diversi problemi che si sono presentati: dal reperimento di risorse alle varie collaborazioni professionali rese necessarie da una attività, per alcuni, pur coinvolti direttamente, totalmente sconosciuta.

Anche Patria Indipendente fa parte dell’archivio Anpi e dunque le è stato riconosciuto l’interesse storico rilevante. I numeri dei primi dieci anni, 1952-1962 sono in via di digitalizzazione

Per questo il risultato conseguito del riconoscimento ufficiale dell’importanza dell’archivio ci ha molto gratificato, sia per il lavoro fatto sia perché l’Associazione avrà a disposizione nel prossimo futuro un importante strumento divulgativo e di conoscenza della sua attività e storia e del suo intreccio con la storia del Paese e della sua ricostruzione e crescita civile.

L’archivio Anpi ha anche una consistente parte iconografica che comprende manifesti, fotografie, stampe e una piccola sezione multimediale

Ovviamente per arrivare a questo obiettivo serve ancora un bel po’ di lavoro, ma occorre innanzitutto che nell’Associazione si apra una riflessione sugli archivi e sul loro utilizzo. Dobbiamo cioè ragionare su come dei depositi più o meno ordinati di documenti si trasformino da giacimenti inermi di memoria in soggetti attivi capaci di interagire con il presente e diventare fonte di ispirazione per una cultura autenticamente plurale, rispettosa delle idee e capace di smascherare le ricostruzioni parziali della storia.

L’Anpi venne costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista. Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani (Imagoeconomica, Carlo Lanutti)

Pensiamo cioè a una struttura aperta, funzionale, in grado di attrarre interessi e contributi non per rendere la storia dell’Associazione e dei suoi dirigenti un’icona inscalfibile, ma per produrre progetti di ricerca capaci di superare le linee interpretative della storia più recente di questo Paese, rendendo palese il percorso storico di questo collettivo e questa comunità di antifascisti intrapreso nel lontano 1944.

(Imagoeconomica, Saverio De Giglio)

Forse un’idea ambiziosa, ma se vogliamo connetterci con il presente, se non vogliamo disperdere quanto maturato in tutti questi anni, dobbiamo avere la forza e l’intelligenza di rimettere in discussione ciò che è stato fatto, non per riaprire vecchie polemiche o fratture ma per rendere evidente la ricchezza poliforme della nostra storia.

Non dobbiamo rincorrere la verità assoluta, dobbiamo perseguire il dubbio, la capacità critica, far diventare questa la strada da percorrere per sfuggire a un crescente, vasto conformismo.

Sergio Sinchetto, Olp  Anpi di Arci Servizio Civile Nazionale