Alcuni ritratti di partigiani esposti nella mostra allestita ad Ancona per la lunga iniziativa dedicata alla Giornata della Memoria

Occhi che sembrano guardare proprio te, volti partigiani talmente intensi che quasi ti aspetti possano parlare e dirti “il mio testamento è la mia storia, non permettere che sia dimenticata, perché solo così non accadrà mai più”. Fotografie, lettere, disegni per raccontare una città, Ancona, che pagò un prezzo altissimo nella lotta contro l’occupante nazifascista.

Lunedì 22 gennaio l’inaugurazione alla presenza delle autorità civili, con il sindaco Daniele Silvetti, e militari, rappresentanti degli uomini con le stellette che fecero la loro scelta, netta e chiara, “perché è sempre bella la patria a chi sente di averla”. E giammai poteva essere Salò. Ci sono le associazioni della società civile e anche un rappresentante del provveditorato, a ribadire che la scuola deve essere presidio e formazione consapevole e inclusione.

La presidente della sezione Anpi di Ancona, e componente della Segreteria nazionale dei partigiani, Tamara Ferretti (prima da destra nella foto in alto), illustra la mostra al primo cittadino, Daniele Silvetti (nella foto al centro, il secondo da destra), ai rappresentanti delle autorità militari, e ai primi visitatori dell’esposizione

Ad accompagnarli nel viaggio della memoria la presidente della sezione Anpi e componente della segreteria nazionale dell’associazione dei partigiani, Tamara Ferretti. Un viaggio nella città ferita, piagata dalle leggi razziali, distrutta con il porto dai bombardamenti, fino a quando i tedeschi saranno costretti ad abbandonarla, depredando chiunque di ogni mezzo per la fuga.

Altri volti e altri occhi di partigiane e partigiani anconetani. Nello scatto accanto Gino Tomasi, a cui è intitolata la sezione Anpi cittadina; sotto Andrea Lorenzetti, Caduti a Mauthausen-Gusen e la riproduzione della pagina della sua agendina dove nel 1924, allora sedicenne, riportava del rapimento di Giacomo Matteotti

Illustra i pannelli dove si racconta di antifascisti come Andrea Lorenzetti, che appena sedicenne era stato così profondamente colpito dal rapimento di Giacomo Matteotti da riportarlo nella sua agendina. Sarà deportato a Mauthausen, sottocampo di Gusen, dopo essere passato per le carceri di San Vittore e il campo di Fossoli. Reo di essere stato uno degli organizzatori a Milano dello sciopero del 1º marzo 1944, che paralizzò la produzione industriale (bellica) per un’intera settimana. Della mobilitazione parlò anche il New York Times. Appena nove giorni dopo Lorenzetti è arrestato. Morirà il 15 maggio 1945, perché nonostante il lager in terra austriaca fosse stato liberato il 5 maggio, il fisico – non l’animo – era troppo provato.

E fa un certo effetto anche ricordare che Gino Tommasi, figura gigantesca della Resistenza marchigiana a cui è intitolata la sezione Anpi cittadina, chiuderà lì per sempre gli occhi proprio il 5 maggio.

Tamara Ferretti, figlia di “Ferro”, altra grandissima personalità della lotta di Liberazione, accompagna gli ospiti davanti a lastre espositive dove l’arte si fa documento: ci sono i disegni dell’Imi Otello Giuliodori. Che dall’Albania, dove lo colse l’armistizio, venne costretto a marce di migliaia di chilometri, molto simili a quelle future della morte, per raggiungere campi di prigionia ben poco differenti per le condizioni di vita a quelli di annientamento e sterminio.

Il patrimonio morale riassunto nei valori che danno forma e sostanza alla Costituzione, è anche nei ritratti fotografici di decine e decine di donne e uomini anconetani, che grazie al lavoro preziosissimo della sezione Anpi sono lì a testimoniare un afflato di libertà, giustizia e solidarietà che non può conoscere confini né stagioni.

Il saluto del sindaco di Ancona, Daniele Silvetti

E l’impegno continua, con scoperte meravigliose, come il testo dell’orazione che tenne Piero Calamandrei proprio ad Ancona il 25 aprile 1951, ritrovato da Tamara Ferretti in un libricino rilegato, dalle pagine ingiallite, riemerso tra le carte di famiglia.

Ecco perché Patria Indipendente ringrazia per l’onore di essere stata ospite del primo incontro delle iniziative anconetane per raccontare con la sua direttrice, Natalia Marino, la storia del giornale dell’Anpi nazionale. Anni gloriosi e firme prestigiose, il gotha della cultura del secondo dopoguerra. Condividendo una notizia fresca di qualche giorno fa: nell’anno dell’80° fa parte di uno dei tre fondi dell’Archivio dell’Associazione dei partigiani riconosciuto di “interesse storico rilevante” dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali.